Una persona ogni 6 nel mondo non può avere bambini o ha sperimentato nella vita un periodo di infertilità. Sono questi i dati che arrivano dall'ultimo report OMS che ha analizzato tecniche, cure e dati relativi alla situazione di infertilità che ha caratterizzato la popolazione mondiale dal 1990 al 2021. Il risultato è stato che il 17.8% delle persone adulte nei paesi sviluppati e il 16,5% nei paesi a basso e medio reddito è infertile.
L'indagine è molto importante perché riporta in auge un tema molto caldo anche per il nostro Paese: la difficoltà ad accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) a causa dei tempi lunghi, i costi elevati e la burocrazia.
Dall'indagine svolta da OMS si legge la sfida che il Sistema Sanitario deve affrontare: «L'enorme percentuale di persone colpite mostra la necessità di ampliare l'accesso alle cure per la fertilità e garantire che questo problema non sia più messo da parte nella ricerca e nella politica sanitaria, in modo che siano disponibili modi sicuri, efficaci e convenienti per ottenere la genitorialità per coloro che lo cercano».
In Italia a normare le tecniche di PMA è la legge 40 del 2004, rivista in ogni suo punto, che prevede che possano accedere alle cure di procreazione assistita solo le persone con una conclamata diagnosi di infertilità, che generalmente impiega 4 anni ad arrivare. Nonostante l'OMS affermi che per definire che una persona non sia fertile occorre che sia trascorso un periodo di soli 12 mesi durante il quale un individuo o una coppia cerca di avere un bambino in maniera naturale senza risultati.
Un altro enorme problema è che in Italia e in molti altri Paesi del mondo, è possibile accedere solo a coppie di maggiorenni eterosessuali, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile. Dunque single o coppie omogenitoriali devono viaggiare e recarsi in un Paese in cui è a loro consentito accedere a queste tecniche.
Da qui il tema dei costi elevatissimi che molte persone devono affrontare per poter avere un bambino: «Milioni di persone affrontano costi sanitari catastrofici dopo aver cercato cure per l'infertilità, rendendo questo un importante problema di equità e, troppo spesso, una trappola della povertà medica per le persone colpite», riporta l'OMS.
L'OMS insieme a HRP ha allegato al report uno studio, pubblicato sulla rivista scientifica Human Reproduction Open, che mette in mostra i costi medi medi che chi ricorre alle tecniche di PMA deve affrontare, se vi ricorre privatamente, nei diversi Stati del mondo. I costi più elevati sono stati registrati in India, dove solo di spese mediche (laboratorio, procedure, attrezzature, farmaci) si spendono mediamente 18 592,63$ (quasi 17.000€) secondo il Ghana, dove una persona può arrivare a spendere più di 9000$.
A questi costi si sommano quelli di vitto e alloggio di chi per poter avere il diritto di avere un figlio tramite tecniche di PMA deve per forza recarsi all'estero, e questi possono arrivare mediamente fino 2100 $.
Visti i risultati raccolti è necessario che venga accolta la sfida a un accesso più agile alle tecniche di PMA per tutti, garantendo costi meno elevati o supporti economici, leggi che non privino le persone dei loro diritti fondamentali e tempi più snelli, soprattutto in un Paese come il nostro per il quale si prevedono tassi sempre più alti di denatalità.