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25 Ottobre 2023
12:30

10 errori da non fare con i figli in età scolare

Assenza di comunicazione, impegni pressanti e stress eccessivo sono solo alcuni degli errori che i genitori non dovrebbero fare con i figli in età scolare. In questo delicato periodo, è bene che mamme e papà si mostrino sempre propositivi e coinvolti nella quotidianità dei piccoli, evitando però di sostituirsi a loro.

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10 errori da non fare con i figli in età scolare
errori da non fare con i figli in età scolare

L'età scolare è un momento cruciale nella vita di un bambino e dei suoi genitori. Si tratta di quel periodo magico tra i 6 e i 12 anni in cui i piccoli iniziano ad andare a scuola, vivono le prime esperienze lontano dagli occhi di mamme e papà e si avviano alle porte dell'adolescenza.

Attenzione però: questa è anche una fase di sfide, dalle prime elementari fino alle superiori, e non c'è un manuale di istruzioni che prepari i genitori. Ecco perché è fondamentale evitare alcuni errori con i figli in età scolare, come non stabilire regole chiare, dare poca importanza alla scuola o fare i compiti al loro posto. Vediamo i più comuni.

Non dare importanza alla scuola

Per far comprendere ai bambini l'altissimo valore formativo della scuola, noi genitori dobbiamo essere i primi a dare la giusta importanza alle lezioni e i momenti di studio.

Come? Spronando i bambini a mettere il massimo impegno nei compiti a casa, insegnando loro il rispetto dell'autorità e del ruolo degli insegnanti e non assecondando capricci o finti malanni per saltare senza motivo dei giorni di scuola.

Fare i compiti al posto dei bambini

Sì, abbiamo tutti pensato almeno una volta: «sarebbe molto più veloce se i compiti li facessi io». La tentazione di liberarci della scocciatura per poterci dedicare ad altro però non deve farci desistere dal nostro compito educativo.

Noi genitori abbiamo infatti il sacro dovere di lasciare che i figli affrontino le sfide scolastiche da soli, imparando così a gestore il tempo, sviluppare la responsabilità e, soprattutto, affrontare le difficoltà senza che arrivi qualcuno a levar le castagne dal fuoco.

Se poi ci sembrano persi tra tabelline, date di Storia e regole grammaticali possiamo sì aiutarli, ma sempre senza sostituirci loro.

Non stabilire delle regole chiare

Quando finisce il tempo dei giochi e inizia quello dei compiti? Il nostro compito di genitori è fare sì che fin dai primi anni di scuola i nostri figli imparino a rispondere da soli a questa fatidica domanda.

Per impartire questo fondamentale insegnamento è cruciale che vengano stabilite delle regole chiare riguardo allo studio e al tempo libero, nello spirito del più classico "prima il dovere e poi il piacere".

Una routine ben definita aiuterà senza dubbio  i ragazzi gestire meglio le loro attività e a sviluppare l'auto-disciplina, ma sta anche a noi genitori rispettare tali regole tanto quanto i nostri piccoli!

Trascurare la comunicazione

Litigi, incomprensioni e piccoli segreti fanno parte della crescita di un bambino che si appresta a diventare ragazzo (e poi adulto). Se però una famiglia è abituata a comunicare, anche questi elementi potenzialmente dirompenti possono trasformarsi in occasioni per rafforzare il rapporto.

Manteniamo dunque un canale sempre aperto con i nostri figli, anche quando sembra che non abbiano molto interesse a parlare con noi.

Interessiamoci a ciò che fanno a scuola, chiediamo come si sentono, come va con i compagni e cosa li preoccupa, ovviamente senza trasformarci in genitori detective o figure troppo oppressive.

Questo farà sentire i nostri figli supportati, compresi e trasmetterà loro il messaggio che, qualunque cosa possa accadere, noi saremo presenti quando avranno bisogno di aiuto.

Stressare troppo

La scuola è importante, ma l'ansia eccessiva di un genitore può influenzare negativamente i figli.

Tranquillizziamoci e trasmettiamo calma. Se il nostro piccolo si sente sopraffatto dalla pressione, aiutiamolo a gestire lo stress invece di aggiungerne, mostrandoci disposti ad aiutarlo nello studio (magari facendoci ripetere la lezione) e a supportarlo nei compiti a casa.

Comparire solo nei momenti di crisi

Meglio non essere genitori "fantasma" che appaiono solo quando ci sono problemi. La presenza costante di una mamma o di un papà è essenziale per offrire ai figli un punto di riferimento che magari non verrà interpellato, ma intanto sarà sempre lì per loro.

Come già accennato, questa presenza non deve tradursi in una continua intromissione all'interno della vita scolastica, ma deve manifestarsi attraverso piccole ma continue attenzioni come le dimostrazioni d'interesse per un argomento affrontato in classe o la condivisione dell'entusiasmo per un buon voto.

Se ci interesseremo della scuola solo quando arriva una nota o va male una verifica, i nostri figli ci vedranno solo come dei controllori e non come dei compagni di viaggio.

figli età scuola

Ignorare le passioni dei vostri figli

Ognuno di noi è unico, con interessi e talenti diversi. È inutile dunque cercare di forzare i figli a seguire le nostre orme o le nostre passioni.

A scuola ogni studente matura naturalmente delle preferenze per le materie che studia e se nostro figlio proprio non riesce farsi piacere quella matematica che noi tanto reputiamo importante, prediligendo invece le materie umanistiche, non prendiamola sul personale e sosteniamo le sue inclinazioni.

Il talento del nostro piccolo potrebbe essere la chiave del suo successo o, ancora più importante, della sua realizzazione personale.

Non incoraggiare l'indipendenza

Non trasformiamo i nostri figli in piccoli burattini che fanno solo ciò che diciamo. I genitori devono sì stabilire delle regole e impostare un percorso da seguire – nella scuola, come nella vita – ma poi sta ai bambini e ai ragazzi prendere le proprie decisioni, a risolvere problemi e guadagnarsi la propria indipendenza.

Man mano che i figli crescono, dunque, è sempre meglio lasciare sempre più spazio ad una gestione autonoma dei momenti di studio e dei rapporti con i compagni, ovviamente rimanendo sempre pronti ad intervenire in caso di bisogno.

Fare confronti continui con gli altri

«Quanto ha preso Alessandra nel compito? Perché non puoi essere come lei?»

Ecco, questo tipo di confronti sono l'emblema di ciò che un genitore dovrebbe evitare. I paragoni comparativi di questo tipo sono infatti un'arma letale per l'autostima dei nostri bambini, i quali non vengono affatto stimolati a fare meglio, ma anzi finiscono solo per sentirsi sminuiti e, di conseguenza, demotivati.

Ogni bambino è un individuo unico e benché l'intento di un genitore sia quello di proporre degli esempi "virtuosi", il continuo confronto tra coetanei – soprattutto se si parla di rendimento scolastico – può minare le loro sicurezze.

Rimaniamo quindi orgogliosi delle realizzazioni dei nostri figli, grandi o piccole che siano, e se vogliamo spronarli a fare meglio, facciamo in modo che trovino la forza dentro loro stessi e non nella volontà d'inseguire un modello esterno (e spesso ingombrante).

Non lasciare spazio per il divertimento

La vita scolastica è importante, ma i momenti di divertimento lo sono altrettanto. Non riempiamo dunque l'intero tempo dei nostri figli con lezioni extra, attività obbligate e compiti.

Il gioco, il relax e le risate sono elementi formativi indispensabili tanto quanto il corso di francese o le lezioni di pianoforte.

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Niccolò De Rosa
Redattore
Dagli studi umanistici all'esperienza editoriale, sempre con una penna in mano e quel pizzico d'ironia che aiuta a colorare la vita. In attesa di diventare grande, scrivo di piccoli e famiglia, convinto che solo partendo da ciò che saremo in grado di seminare potremo coltivare un mondo migliore per tutti.
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