Mamme che non allattate al seno, non siete sbagliate! Al massimo, lo sono le frasi inopportune che vi sono state rivolte. Il rapporto che si instaura tra latte al seno o al biberon e (in)adeguatezza della genitrice fortunatamente non è governato dal principio di causa-effetto (quello lasciamolo alla spiegazione dei fenomeni atmosferici). Se una mamma non allatta, per scelta o per esigenza, non è automaticamente una cattiva madre.
Eppure, purtroppo non è un concetto scontato: accade regolarmente che le mamme che non allattano al seno si sentano chiedere insistentemente il “perché” della loro scelta. Una domanda a volte accompagnata da espressioni di commiserazione stampate in faccia, che acuisce il loro senso di colpa, specie se avrebbero voluto allattare ma non ci sono riuscite o non hanno potuto farlo. In effetti, pure l’etimologia della parola mamma contribuisce alla narrazione della genitrice “obbligatoriamente” allattante: il nome di chi mette al mondo un figlio deriva da mammella, come a sottolineare per definizione che la donna è l’unica addetta al nutrimento del neonato.
Piccola (e non banale) precisazione: essere più discreti ed evitare domande sulle mancate poppate non equivale a sottovalutare i benefici dell’allattamento al seno, che resta la modalità di nutrimento da prediligere fino almeno ai primi 6 mesi di vita del lattante, come raccomanda l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).
Avere tatto e rispetto delle scelte personali delle neomamme è, tuttavia, essenziale. Anche perché dietro a un biberon riempito di latte in formula si possono nascondere molteplici e validissime motivazioni. Vediamo quali sono le frasi più inopportune da non rivolgere a una madre che non allatta, anche se pronunciate per ingenuità e senza malizia o cattiveria.
- 1«Perché non allatti al seno? Che peccato…»
- 2«Il latte materno è la scelta migliore in assoluto»
- 3«Il latte in formula è veleno»
- 4«Mi spiace, non sai cosa ti perdi…»
- 5«Se allattassi al seno, dimagriresti più velocemente»
- 6«I bambini allattati al seno sono più intelligenti»
- 7«Perché non chiami un consulente?»
- 8«Riprovaci!»
- 9«Allattare al biberon crea un legame meno profondo con il piccolo»
- 10«Sei egoista»
«Perché non allatti al seno? Che peccato…»
Iniziamo dalla più frequente: il famoso “perché” non richiesto. Non siamo tenuti a sapere il motivo per cui la mamma non sta allattando il figlio al seno, salvo che non sia lei, di sua spontanea volontà, a volerci informare. Magari rispondere le crea imbarazzo o disagio, quindi, per non correre il rischio, è meglio evitare.
«Il latte materno è la scelta migliore in assoluto»
Vero. L’Oms raccomanda l’allattamento esclusivo al seno per almeno i primi 6 mesi di vita del neonato, indicando il latte materno come la forma di alimentazione preferibile per i neonati. Nessuno lo vuole mettere in dubbio, e probabilmente anche la neomamma che non allatta al seno lo sa. L’avranno informata al corso pre-parto, glielo avranno ribadito ostetrici e ginecologi, lo avrà letto su libri e articoli durante la dolce attesa. Come in tutte le cose, tuttavia, esiste la teoria ed esiste la pratica. Per di più, in alcune circostanze allattare è scientificamente controindicato, come nel caso di problemi di salute della mamma o del bambino, assunzione di farmaci e psicosi post-parto.
«Il latte in formula è veleno»
Le mamme che allattano i figli con il latte artificiale nutrono i piccoli con l’alimento migliore esistente dopo il latte materno. Somministrare a un neonato del latte in formula non significa infliggergli del male. I prodotti venduti nelle farmacie, peraltro, devono rispondere a un regolamento della Comunità Europea che è stato formulato nel rispetto delle norme del Codex Alimentarius prodotto dall’Oms e dalla Fao.
«Mi spiace, non sai cosa ti perdi…»
Non allattare un figlio non è come rifiutare un giro in giostra. Commenti ed esternazioni al sapore di pietismo e commiserazione non hanno una funzione, se non quella di alimentare il senso di colpa e il senso di inadeguatezza della neomamma, che avrà già rimuginato a lungo sulla sua scelta (imposta o non imposta che sia). È come girare il coltello nella piaga.
«Se allattassi al seno, dimagriresti più velocemente»
In realtà non è così semplice. Sì, l’allattamento al seno generalmente aiuta a perdere il peso accumulato durante la gravidanza perché comporta un elevato dispendio di energie, tuttavia diversi fattori influenzano il peso dopo il parto, come la mancanza di sonno, lo stress e i livelli ormonali. Diverse mamme infatti raccontano di non aver perso peso durante l’allattamento al seno.
«I bambini allattati al seno sono più intelligenti»
Il latte materno ha innegabili benefici sulla salute e sulla crescita del piccolo, ma l’associazione tra poppate e quoziente intellettivo più alto è controversa e ad oggi non ha una risposta certa. In più l’intelligenza di un individuo è il risultato di molteplici fattori, non di certo solo del nutrimento assunto alla nascita. Eppure, accade periodicamente che la pubblicazione di uno studio che conferma o, al contrario, smentisce la correlazione tra durata dell’allattamento al seno e punteggi più alti nei test di intelligenza, scateni un dibattito pubblico difficile da sedare.
«Perché non chiami un consulente?»
Magari alla neomamma in questione non serve il cinquantesimo numero di telefono di quel “formidabile consulente specializzato nell’allattamento che sicuramente risolverà il problema”. Proporle l’ennesimo consulente di allattamento (IBCLC) significa presupporre che lei non sia abbastanza motivata da cercare un aiuto in autonomia. O che la sua scelta sia dettata solo un problema risolvibile dal professionista.
«Riprovaci!»
Magari quella mamma ha già riprovato ad attaccare il figlio al seno più e più volte, anche con l’aiuto di un professionista, invano. Magari ha lottato contro mastiti e ragadi al seno. Magari ha pianto di dolore e frustrazione quando il piccolo non riusciva ad accorsi correttamente al capezzolo. Perché pensare che non si sia impegnata abbastanza?
«Allattare al biberon crea un legame meno profondo con il piccolo»
Anche questo è vero. L’allattamento al seno favorisce il bonding, quindi l’instaurarsi di un legame profondo tra la mamma allattante e il pargolo allattato. Ma è vero anche che le poppate non sono l’unico mezzo per consolidare il legame con il figlio. Ne esistono altri, altrettanto efficaci. Qualche esempio? Tutto ciò che favorisce il contatto e il riconoscimento reciproco nella diade, fisico, uditivo, visivo, olfattivo. Quindi, il babywearing, lo sguardo amorevole, la comunicazione attraverso versolini e paroline, i massaggi neonatali…
«Sei egoista»
Una mamma è egoista perché non allatta il figlio? Perché è rientrata al lavoro prima del previsto optando per l’allattamento misto? Da quando l’amore e le attenzioni si misurano in poppate al seno?