«E tu, stai bene con te?» è questa la domanda che Telefono Azzurro insieme a Doxa Kids si è posto prima di realizzare l'omonimo report che ha interrogato 800 ragazzi tra i 12 e i 18 anni sulla loro salute mentale.
Il dossier è stato presentato dal Presidente della fondazione S.O.S Telefono Azzurro ETS, presso la sede del CNEL a Roma, dove ieri si è tenuta la conferenza a proposito della salute mentale degli adolescenti. Il tutto in occasione dell’imminente arrivo della giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che quest'anno ha come tema il benessere, anche psicologico, dei minori.
- 1I giovani di oggi sono felici?
- 2I numeri dei ragazzi che chiedono aiuto alle reti di supporto
- 3Come si combattono i problemi legati alla salute mentale per i ragazzi
- 4La stretta dipendenza della salute mentale dai social network
- 5La chatbot: l'intelligenza artificiale può risolvere i problemi dei giovani?
- 6I diritti rispettati e quelli infranti dalla rete
- 7Il gaming: non solo uno spazio ludico
- 8L'ultima frontiera: le immagini di guerra
I giovani di oggi sono felici?
Il dato più eclatante è stato che, alla domanda "tu nelle ultime due settimane sei stato felice?", solo 4 ragazzi su 10 hanno risposto sì. Se il 41% di loro è in uno stato di pace e serenità il 21% è in preda ad ansia e stress, e il 6% triste.
Il Presidente Renato Brunetta, in risposta a questi dati ha parlato di un nuovo tipo di solitudine che i ragazzi provano oggi:«La solitudine della rete» sembra un paradosso, quella nata come una rete per collegare e far socializzare quanti più utenti possibili, diventa una trappola fatta di nodi dai quali i ragazzi faticano a slegarsi. «La solitudine si combatte uscendo di casa, guardando alla bellezza del mondo e comprendendo che ancora c'è uno spazio per noi, per socializzare, per essere d'aiuto» ha concluso il presidente prima di dare la parola ad Ernesto Caffo, che ha continuato presentando altri dati sulla salute mentale dei ragazzi e sulla loro percezione delle insidie di social network e della rete.
I numeri dei ragazzi che chiedono aiuto alle reti di supporto
Sono 9 milioni i ragazzi tra i 10 e i 19 anni che solo in Europa soffrono di problemi legati alla salute mentale. Tanti, però, riescono a chiedere aiuto, i dati raccolti nel report del 12 ottobre 2023 dalla Child Helpline International, rete che raccoglie le richieste d'aiuto provenienti dalla linee di tutto il mondo parlano chiaro, solo nel 2022 hanno alzato la cornetta per chiedere aiuto 12 milioni e 638.633 minori. I problemi che manifestavano erano per la maggior parte stati di ansia, depressione o compromissione della salute mentale, seguiti da violenze subite.
Dalla rete di Telefono Azzurro, nello specifico, le telefonate ricevute per problematiche legate alla salute mentale sono state il 69.3% e se il 26.4% era proveniente da adolescenti, il 4% proveniva da bimbi sotto i 12 anni. Il 58%delle telefonate avvenivano per motivi legati al disagio psicologico, il 17% per pensieri suicidi e il 14% per l'intenzione di compiere atti autolesivi.
Come si combattono i problemi legati alla salute mentale per i ragazzi
Il 61% degli 800 ragazzi intervistati di età compresa tra i 12 e i 18 anni ha ammesso che si dovrebbe parlare molto di più di salute mentale, per fare in modo che chiedere aiuto venga spontaneo e non sia più oscurato da un alone di vergogna.
Il 41% di loro ritiene che la cosa più importante invece sarebbe educare i genitori ad aiutare un figlio che sta male, non per un'influenza o un malessere fisico ma per un disagio mentale. Il 39% di loro invece parla dell'esigenza di avere una rete di professionisti pronti a seguirli.
La stretta dipendenza della salute mentale dai social network
Appurato che un accesso sempre più precoce a dispositivi digitali e alla rete, ha un impatto notevole sulla mente dei ragazzi, è stato chiesto loro quali, siano le problematiche legate alla salute mentale, della quale i loro coetanei soffrano di più, questi sono stati i dati emersi:
- I ragazzi pensano che il problema maggiore della loro generazione sia il rischio di sviluppare una qualche dipendenza dai social network. Su questo tema gli intervistati hanno un'enorme consapevolezza, il 92% di loro afferma che i social possano creare dipendenza. Nello specifico poi il 55% dei maschi e il 49% delle femmine hanno infatti spiegato che a loro avviso molti dei coetanei hanno problemi di dipendenza da internet.
- Per il 41% degli intervistati un altro problema grande della loro generazione è la mancanza di autostima, sulla quale però i social sembrano avere un forte impatto. Tramite i loro profili, le foto postate, le chat iniziate online, i ragazzi si rappresentano, a volte discostandosi completamente dalla loro immagine nel mondo reale. Il 32% degli intervistati accedono ai loro canali social convinti che questi abbiano un impatto negativo sulla loro autostima, facendoli sentire insicuri e inadeguati. Per il 20% di loro, invece, è tutto il contrario, avere un profilo social li aiuta ad aumentare la loro autostima.
- Seguono con un 30% i ragazzi convinti che la maggior parte dei propri coetanei soffra di ansia e attacchi di panico.
La chatbot: l'intelligenza artificiale può risolvere i problemi dei giovani?
Il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo, ha spiegato di come una soluzione pensata, sul modello britannico, e da ultimare con una fitta rete di professionisti che permettano all'Intelligenza Artificiale di dare risposte concrete ai malesseri dei ragazzi sono le chatbot.
Le chat online a cui poter chiedere aiuto, per gli intervistati, hanno lati positivi e negativi, per il 62% di loro parlare con l'intelligenza artificiale sarebbe un modo per non sentirsi giudicato, per il 63% sarebbe un servizio facile da contattare, per il 62% il punto di forza sarebbe la sua accessibilità in qualsiasi momento. Per il 52% dei ragazzi sarebbe poi molto meno imbarazzante parlare con la chat che non con un esperto. Contro il 49% che invece ritiene che in questi casi un esperto sia fondamentale.
Tra gli aspetti negativi che i ragazzi hanno messo in luce ci sono il non sentirsi davvero ascoltati, quando si parla con l'intelligenza artificiale (58% di loro), il 56% dice che la pecca sarebbe non trovarsi di fronte a una persona empatica e per il 46% di loro a rischio potrebbe esserci la loro privacy.
I diritti rispettati e quelli infranti dalla rete
La sicurezza online per gli 800 ragazzi intervistati è molto importante, così come il fatto che vengano rispettati i loro diritti, dei quali sono pienamente consapevoli.
8 su 10 di loro pensa che i sitemi di sicurezza legati alla verifica di un'età minima per l'accesso ai social (14 anni secondo le normative europee) siano fondamentali, ma nonostante questo i controlli online sono del tutto inefficaci, il 45% di loro ha dichiarato infatti di aver, almeno una volta, dato informazioni false sul proprio conto.
Per il 52% dei ragazzi il loro diritto che è più importante venga rispettato sui social è quello alla privacy, alla tutela dunque dei loro dati sensibili e di tutte quelle informazioni che non vogliono condividere, per 18% di loro però è uno dei diritti che meno viene garantito dai social network.
Il 33% di loro ritiene che uno dei diritti fondamentali che dovrebbe garantire il web è quello di avere accesso a informazioni attendibili e per il 32% di loro non viene rispettato. Tuttavia i ragazzi (nel 53% dei casi) lamentano il fatto che il web non sia in grado di proteggerli dai rischi e dalle insidie che nasconde. Il 18% dei ragazzi vorrebbe che la rete garantisse il diritto all'istruzione.
Il gaming: non solo uno spazio ludico
I ragazzi sono grandi utenti delle piattaforme di gaming, che consentono loro di giocare sia in solitaria, allenando il proprio personaggio o con un gruppo di amici selezionati o scelti in modo casuale dalla piattaforma.
Sebbene, come ha specificato Ernesto Caffo, la maggior parte degli adulti sia convinta che queste piattaforme siano un semplice spazio ludico per i più piccoli, in realtà chi le utilizza è necessario abbia ben altre competenze. «Sono certo luoghi di svago, ma anche di competizione e, a volte, di utilizzo di denaro». Per questo è bene che i ragazzi vengano istruiti e sempre seguiti nell'utilizzo e nella gestione dei loro account. Il 49% dei ragazzi afferma infatti che il gaming crea dipendenza, il 28% di loro che i gamer più incalliti rischiano di finire vittime dell'isolamento sociale e per il 21% indurrebbe addirittura a mettere in atto comportamenti violenti.
Il gaming per il 38% dei ragazzi è un modo per ridurre lo stress, per il 32% la modalità più rapida per evadere dalla realtà e per il 26% un modo per migliorare il proprio umore. Il 49% dei ragazzi afferma p
L'ultima frontiera: le immagini di guerra
Tra le tematiche indagate dal report non è mancata quella dell'impatto che le continue immagini di bombardamento e dolore, alle quali anche i giovani utenti vengono esposti tutti i giorni, e se più della metà di loro si dicono ancora colpiti dall'intensità di questi spaccati di vita. Il 35% di loro se prima era sensibile alla tematica della guerra e alle vittime civili, a causa del continuo bombardamento di immagini, oggi non lo è più.