Solo qualche boccone dei buonissimi e saporiti formaggi di malga, forme che non avevano quindi seguito il giusto processo di pastorizzazione, ed è iniziato l’incubo per un bimbo di 10 anni originario di Bassano del Grappa e i suoi genitori.
Il piccolo è arrivato all’Ospedale San Bassiano di Bassano del Grappa lamentando forti dolori addominali, che facevano pensare a un’appendicite e dunque alla necessità di un intervento d’urgenza.
Poi ai dolori si sono aggiunti muco e sangue nelle feci, così i medici del reparto di pediatria hanno avuto un’intuizione, confermata dal racconto dei genitori riguardo la degustazione di formaggi non correttamente pastorizzati da parte del bimbo.
Il piccolo poteva essere affetto da Sindrome emolitico-uremica, una malattia acuta rara che se non curata in tempo può portare grave insufficienza renale in età pediatrica e può causare la comparsa di coaguli di sangue nell'organismo. La diagnosi rara precoce effettuata con un approfondito esame delle feci basato sulla biologia molecolare, ha scongiurato il peggio.
Il bimbo è stato quindi immediatamente sottoposto a una terapia che abbattesse il ceppo di batteri individuato nel suo intestino, senza sviluppare la sindrome che sarebbe potuta essere letale. Il team di pediatri del bassanese ha tenuto sotto osservazione il bimbo, che ora finalmente sta bene.
I rischi del latte non pastorizzato per i bambini
Quindi il latte “a crudo” e non pastorizzato e i latticini derivati sono sempre contaminati e pericolosi?
No, però il processo di pastorizzazione del latte, che consiste nella sua cottura a temperature superiori ai 70°C scongiura la presenza di batteri nella sostanza, rendendola più adatta al consumo umano.
Nel latte che esce dalla mammella non sono presenti i batteri come Staphylococcus aureus, Salmonella spp., Escherichia coli, produttori di verocitotossina e Listeria monocytogenes. Nei passaggi che seguono, però, prima dell’arrivo della forma di formaggio sulla nostra tavola o della bottiglia di latte a crudo i prodotti caseari potrebbero contaminarsi.
Infatti dal 2008 il Ministero della Salute ha chiesto che sulle confezioni di latte a crudo venisse apposta la dicitura “da consumare previa bollitura” per scongiurare qualsiasi patologia in adulti e bambini.
Alla luce di queste nozioni il primario della pediatria dell’ospedale bassanese, il dottor Davide Meneghesso, in una intervista rilasciata a TvA Vicenza, a seguito della guarigione del piccolo ha specificato: «Per prevenire il contagio da latte o latticini, si raccomanda di dare ai bambini sotto i 10 anni solo formaggi di provenienza certa, e pastorizzati, poichè questo semplice passaggio abbatte la carica microbica».
5 regole per la sicurezza alimentare dei bambini
La sicurezza alimentare è fondamentale per scongiurare sindromi gravi nei piccoli, malattie o intossicazioni.
Bastano pochi accorgimenti che possiamo mettere in pratica tutti i giorni quando scegliamo cosa dare da mangiare ai nostri bimbi o come cucinarlo:
- Evitiamo la contaminazione: tanti possono essere i patogeni che attaccano il cibo che diamo ai nostri bimbi causando loro gravi forme di malessere. Per evitarlo dobbiamo innanzitutto lavarci le mani prima di iniziare a cucinare, lavare accuratamente frutta e verdura, prediligere cibi cotti. Non tagliare il cibo che daremo al bimbo sullo stesso tagliere dove abbiamo tagliato carni crude o su una superficie che è stata a contatto con uova crude.
- Conserviamo correttamente il cibo: non solo quando fa caldo e allora la temperatura elevata all'esterno può darci l'idea che il cibo si deteriorerà facilmente, ma sempre. Quando scongeliamo il cibo spostiamolo dal frizzer al frigorifero, non lasciamolo scongelare all'aria aperta. Non sovraccarichiamo il frigorifero, altrimenti non circolerà correttamente l'aria. Puliamo il frigorifero con regolarità ogni 4-5 mesi, per evitare la proliferazione di muffe. Separiamo i cibi cotti da quelli crudi e se non abbiamo finito il cibo contenuto in una confezione, curiamoci di richiuderla adeguatamente.
- La data di scadenza: se decidiamo di prendere cibo a chilometro zero, come le uova della vicina o il latte del contadino, consumiamoli in fretta o chiediamo di applicare una data di scadenza.
- La preparazione: meglio cuocere tutto quando i bambini sono piccoli, anche le uova del contadino e il latte del mugnaio, che a chilometro zero ci sembrano la cosa migliore per i nostri piccoli, potrebbero contenere batteri pericolosi.
- L'educazione: invitiamo i nostri bimbi a lavarsi sempre le mani prima di venire a tavola.