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22 Agosto 2023
10:00

A che età il neonato può andare in piscina

A che età si possono portare i bambini in piscina? I pediatri chiedono di aspettare nelle prime settimane di vita, anche se riconoscono tutti i benefici del nuoto per i più piccoli.

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A che età il neonato può andare in piscina
A che età il neonato può andare in piscina

In estate tutti cerchiamo un po' di refrigerio dalle alte temperature. Quando ci sono bimbi piccoli, però, ci si chiede se è possibile frequentare tutti quei luoghi che di solito si raggiungono per stare un po' più al fresco. Ad esempio,  il neonato può andare in piscina?

Il nuoto e la piscina hanno molti benefici per i più piccini: stimolano lo sviluppo della muscolatura, garantiscono una postura corretta, aiutano a sviluppare la motricità, migliorano la salute dell'apparato cardiocircolatorio e la respirazione.

I più grandicelli possono beneficiare di miglioramenti anche nella concentrazione e nell'autostima. A che età iniziare a portarli in piscina? Sarebbe meglio evitare le prime settimane di vita. Di solito si suggerisce di aspettare tre mesi dalla nascita.

A che età si può iniziare?

I pediatri sconsigliano ai genitori di portare i bambini in piscina nelle prime settimane di vita. In realtà, i neonati sono abituati all'ambiente "acquatico", dal momento che nel grembo materno lo hanno sperimentato. Potrebbero iniziare a nuotare in qualsiasi momento dalla nascita, ma di solito si attendono i primi tre mesi di vita. Bisogna attendere, infatti, che il piccolo si sia ambientato nel nuovo mondo, abbia avviato bene l'allattamento al seno, abbia "perso" il moncone ombelicale, abbia acquisito il controllo del capo  e  sia stato vaccinato.

Di solito i corsi di acquaticità iniziano dai sei mesi di vita, non prima. A meno che la struttura non abbia le condizioni idonee per ospitare i bambini più piccini. Gli istruttori di nuoto consigliano di far entrare in acqua il genitore che ha più confidenza con questo ambiente, così da non creare ansia nel piccolo. E di dargli una certa continuità: la figura di riferimento deve essere sempre la stessa. Non tutti i bambini reagiscono allo stesso modo e si sentono a loro agio in acqua: meglio procedere in modo graduale.

  • iniziare facendo prendere confidenza al bambino, tenuto in braccio e immerso nell'acqua fino alle spalle
  • continuare facendo giocare il bimbo in acqua, con tubi e giochi colorati e divertenti con cui può interagire
  • fino ai sette mesi è presente il diving reflex o riflesso di apnea (chiusura del passaggio di aria tra bocca e polmoni quando i recettori cutanei sono stimolati nelle zone periorali e perinasali), poi scomparirà
  • dopo i dieci mesi si può insegnare al bambino a muovere braccia e gambe, sempre con il supporto dei genitori (nuoto assistito)
  • dopo i diciotto mesi imparano a respirare in acqua muovendo le braccia e il corpo anche senza il supporto dei genitori, che rimangono comunque dei supervisori (nuoto autonomo)
  • dai 24 ai 36 mesi il nuoto diventa  autonomo sempre sotto la attenta supervisione.

L'uso di dispositivi di galleggiamento è da limitare proprio per aiutare il piccolo ad avere fiducia delle sue capacità in acqua, imparando a muoversi in questo ambiente.

neonati in piscina

Quali sono i benefici del nuoto per il neonato?

I benefici dell'attività in piscina dei lattanti  con uno dei genitori sono tanti:

  • favorisce il riposo notturno, perché il movimento stimola la produzione di endorfine
  • studi suggeriscono che possa ricordare ai bambini  la vita intrauterina, quando venivano cullati dai movimenti del liquido amniotico
  • aiuta a sviluppare meglio la muscolatura di tutto il corpo
  • favorisce una migliore postura quando sono più grandi
  • permette di respirare meglio
  • migliora il funzionamento dell'apparato cardiocircolatorio
  • favorisce la socializzazione con coetanei e adulti, in un ambiente a loro più famigliare perché già sperimentato nel grembo materno

Quali sono le precauzioni da prendere?

Attenzione, però, ai possibili rischi della piscina per i più piccoli. A partire dagli sbalzi termici: l'acqua della piscina deve avere una temperatura di 32 gradi e negli spogliatoi i gradi non devono essere troppo elevati o troppo bassi. Cioè non ci deve essere un grande sbalzo termico. Quando il piccolo è in acqua ed è già bagnato, mai tenerlo fuori dalla superficie, ma sempre con l'acqua che arriva a coprirgli le spalle: così non avrà freddo. Se inizia a tremare, meglio portarlo fuori e coprirlo con un asciugamano caldo. Vi potrebbe essere rischio di ipotermia.

I lattanti in piscina non dovrebbero stare più di 10 minuti all'inizio

All'inizio i corsi di acquaticità per i più piccoli hanno una durata ridotta, proprio perché la termoregolazione dei più piccoli non è come quella degli adulti: 10 minuti inizialmente possono bastare. Man mano che le lezioni vanno avanti, il tempo di permanenza in acqua può aumentare, ma non deve mai superare i 30 minuti nei bambini con meno di 12 mesi. Meglio prediligere piscine tranquille, con poca affluenza di persone, e orari dedicati ai più piccoli.

Fino ai tre anni i genitori devono accompagnare i bambini in vasca, per la loro sicurezza: ma questo migliora anche il rapporto con gli adulti di riferimento e il legame di fiducia. Mai perderli di vista: dobbiamo sempre stare al loro fianco anche se dotati di dispostivi di galleggiamento sicuri e certificati, come i braccioli o, meglio ancora, i giubbottini.

Se stanno male, meglio saltare la lezione in piscina. Ricordiamoci di far sempre una doccia ai bambini dopo la nuotata, per togliere il cloro dalla pelle, applicando una crema idratante per proteggerla. E asciughiamoli bene, capelli compresi.  Attenzione anche al possibile rischio infezioni, soprattutto per i piccoli che gattonano a bordo piscina o negli spogliatoi o che toccano tutto con le manine.

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