Un esercito di cento anziani, custodi preziosi delle professioni, dei giocattoli e dei modi di vivere “di una volta”, approda nelle classi di nove scuole dell’infanzia comunali di Genova. Si tratta del progetto di educazione intergenerazionale “I nonni e i bambini della scuola dell’infanzia: gli antichi mestieri e i giochi del passato”, grazie al quale i più piccoli, guidati da 100 “nonni-educatori” che si sono offerti volontari, hanno l’occasione di scoprire attraverso dei laboratori in aula le antiche abitudini oggi in via di estinzione. Gli ospiti dai capelli canuti e qualche ruga sul viso raccontano ai 3-4-5enni come si raggiungeva la scuola nel dopoguerra, senza auto e senza scuolabus, come si divertivano giocando a calciotappo quando non esistevano smartphone e tablet, come realizzavano con i materiali di scarto (e con la fantasia) trottole e bambole artigianali non avendo denaro per acquistare balocchi, e cosa mangiavano per merenda al posto degli snack confezionati.
L’iniziativa, promossa dall’assessorato alle Politiche dell’Istruzione del Comune di Genova in collaborazione con il Garante comunale dei Diritti degli Anziani e l’associazione “50&più”, punta a recuperare e rispolverare le radici storico-culturali di Genova, creando un ponte comunicativo fra il passato e il presente e mettendo al centro due generazioni, quella che ha iniziato a muovere i suoi primi passi nel mondo e quella che il mondo l’ha già visto e oggi lo racconta.
«Le loro storie [degli anziani], i loro racconti sulla vita e sull’infanzia di un tempo, oltre che sui giochi e sugli antichi mestieri, sono gemme preziose utili a tramandare ai più piccoli, e di riflesso alle loro famiglie, lo straordinario patrimonio culturale che abbiamo ereditato dai nostri antenati, costituito da usi e costumi radicati nel tempo – ha dichiarato l’assessore comunale alle Politiche dell’Istruzione e Servizi educativi 0/6 anni di Genova, Marta Brusoni –. Un progetto che vuole avvicinare ancora di più il mondo “silver” a quello dell’infanzia, scolpendo nella memoria collettiva le nostre radici storiche e culturali».
A novembre il Comune ligure aveva lanciato l’appello per ingaggiare over 65 disposti a raccontare ai bambini della scuola dell’infanzia la loro gioventù e le differenze fra le società di ieri e oggi, ricoprendo il ruolo di ambasciatori della tradizione. La partecipazione ha superato le aspettative: alla chiamata hanno risposto con entusiasmo oltre 100 “nonni”, che si sono dimostrati disponibili a mettere gratuitamente la loro esperienza a disposizione dei più piccoli. Gli anziani hanno quindi seguito una riunione in cui sono stati illustrati loro il programma e gli obiettivi del progetto, che è partito ufficialmente il 25 gennaio dalla scuola dell’infanzia Glicine di Quezzi con il primo gruppo di nonni volontari.
Oltre ai giocattoli, rispetto a una volta è cambiato pure il modo di vivere e di fare la spesa. I nonni da piccoli avevano l’abitudine di entrare nelle piccole botteghe alla ricerca di una dolce tavoletta di cioccolato o di uno squisito “reganisso”, il tradizionale bastoncino di liquirizia. Per andare a scuola, quando non esistevano automobili o mezzi pubblici, ci si incontrava con i compagni lungo la strada e si macinavano centinaia di metri, tante volte chilometri, per raggiungere la classe.
«Questo progetto nasce con l’ambizioso obiettivo di insegnare ai più piccoli il rispetto per gli anziani – ha aggiunto la presidente dell’associazione “50&più”, Brigida Gallinaro –. I nonni sono l’architrave della nostra società ed è giusto, oltre che doveroso, mettere a frutto la loro esperienza per educare i bambini all’affettività e al rispetto per gli altri».