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15 Febbraio 2024
13:00

A Milano boom di malattie sessualmente trasmissibili tra la Gen Z. L’esperto: «Scuola e famiglia non educano adeguatamente alla sessualità»

Nelle metropoli europee, come Milano, sono in aumento tra i giovanissimi i casi di infezioni sessualmente trasmesse (Ist), come sifilide e papilloma virus. L'infettivologo Gori: «Bisogna fornire ai ragazzi strumenti e consigli perché la loro sessualità sia consapevole e responsabile».

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A Milano boom di malattie sessualmente trasmissibili tra la Gen Z. L’esperto: «Scuola e famiglia non educano adeguatamente alla sessualità»
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A Milano le malattie sessualmente trasmissibili sono in vertiginoso aumento tra la Generazione Z, fino al 200% rispetto al 2020 nel caso della sifilide. Si tratta di un fenomeno che riguarda, oltre al capoluogo lombardo, le grandi metropoli europee, mete di viaggi, movida, permanenze temporanee per studio, lavoro o svago e sede di considerevoli comunità gay. Rapporti sessuali non protetti, promiscui e “mordi e fuggi” e la non totale adesione ai vaccini sono all’origine dell’incremento di infezioni. È l’allarme lanciato dall'associazione Anlaids Lombardia (Associazione Nazionale per la Lotta contro l'AIDS), che invita alla prudenza e all’educazione sessuale delle nuove generazioni da parte di insegnanti e genitori.

«Coscienza zero, è quasi imbarazzante il preservativo in questo mondo di “mordi e fuggi”» ha dichiarato l’infettivologo Andrea Gori, presidente dell’associazione Anlaids Lombardia, che ha sottolineato l’importanza di toccare l’argomento con i ragazzi, di educarli e renderli consapevoli dei rischi, iniziando dalle scuole in vista del futuro.

Oltre alla sifilide, di cui negli ultimi quattro anni si è stimato un aumento dei casi del 200%, a Milano e nelle grandi città europee come Barcellona, Madrid, Berlino, Parigi, Londra sono in sensibile aumento tra gli under 25 le infezioni da Hpv, gonorrea, clamidia, micoplasma, nello specifico nella fascia d’età tra i 18 e i 25 anni.

Nonostante oggi sia raccomandato e gratuito a partire dagli 11 anni di età il vaccino contro il papilloma virus (Hpv), la più frequente infezione sessualmente trasmessa, si continuano a registrare casi di Hpv tra i più giovani, specie nella popolazione femminile. «Non si vaccinano i figli perché sono “santi”, sono bravissimi, eppure si infettano. – ha aggiunto Gori – Rileviamo diffidenza e percepiamo che la vaccinazione non ha attecchito così tanto come dovrebbe. Il risultato è che stiamo vedendo molti casi di Hpv in giovani donne e uomini non vaccinati». Alcune varianti del papilloma virus causano verruche e conditomi (piccole escrescenze benigne sugli organi genitali esterni), mentre altre sono associate a tumori all’apparato riproduttivo femminile e maschile.

L’obiettivo è arrivare a zero nuovi contagi. Per raggiungerlo secondo l’infettivologo è urgente investire su una collaborazione proattiva tra adolescenti, scuola e famiglie, che tutt’oggi faticano ad affrontare il discorso “sesso” e “sessualità” senza imbarazzo e reticenze e con competenza. «È necessario il dialogo e il confronto – prosegue Gori –. Ormai la scuola ha demandato il discorso sessualità a non si sa bene chi. Le famiglie, che oggi sembrano così aperte, amicali, vicine, in realtà fanno una fatica immensa a parlarne. Io colpevolizzo anche i media, che hanno un ruolo importante e spesso demandano anche loro. E questi giovani, che uno penserebbe informatissimi, lo sono in realtà molto poco».

L’associazione Anlaids Lombardia ha lanciato un progetto di sensibilizzazione, dal titolo “Dimmi. Emozioni e sentimenti”, rivolto agli adolescenti e ai giovani adulti. «Abbiamo bisogno di capire cosa pensano – spiega Gori –, come vivono, quali sono le loro idee intorno ai sentimenti, alle emozioni, comprendendo come possiamo essere d'aiuto, senza nessuna imposizione, ma ascoltando e fornendo strumenti e consigli perché la loro sessualità sia consapevole e responsabile».

«La sessualità, nel momento in cui si abbina al sentimento, è molto più bella e appagante – continua l’esperto –. Sono questi i valori che vogliamo dare a ragazze e ragazzi, non certo precludere loro la sessualità, ma darle un valore, far capire che è molto più bello e completo in termini di sensazioni ed emozioni tutto questo rispetto a un atto sessuale consumato nel bagno o sul divanetto di una discoteca o in macchina alle 3 di notte uscendo da un locale».

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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