Si torna a parlare di genitorialità sociale perché a Milano tra il 19 e il 20 ottobre si terrà presso l'Università Statale di Milano, la prima assemblea civica sulla genitorialità condivisa. L'evento co-organizzato dall'Associazione Luca Coscioni e da Eumans, patrocinato dall'Università Statale di Milano e finanziato dall'Unione Europea, ha tra gli obiettivi quello di trattare la situazione sociale delle famiglie di oggi.
I membri dell'Assemblea verranno selezionati tramite un sorteggio statistico, che permetterà di avere un campione rappresentativo della società di oggi. Nel corso delle giornate, si tratteranno infatti temi caldi nella società di oggi, composta da famiglie tutte diverse ma non egualmente tutelate dalla legge, ha spiegato la segretaria dell'Associazione Luca Coscioni in un'intervista alla Stampa. I temi trattati saranno:
- L'accesso alle tecniche di fecondazione assistita, con un paragone tra la legislazione italiana e quella di altri Paesi, sempre più mete del turismo riproduttivo.
- La gestazione per altri: vietata in Italia per legge dal 2004, ma possibile negli altri Paesi, nonostante la si voglia rendere reato universale, con un focus sul diritto internazionale, per comprednere se questo è davvero possibile.
- Le adozioni: lente, macchinose e non ancora aperte a tutti nel nostro Paese
- La circolazione dello stato giuridico di figlio: la mancata trascrizione degli atti di nascita dei figli di coppie omogenitoriali comporta il mancato riconoscimento di una serie di diritti fondamentali dei minori.
I protagonisti dell'assemblea tratteranno quindi tematiche strettamente connesse con la genitorialità sociale e il ruolo – nella società moderna – di coloro che occupano a tutti gli effetti dei loro bambini, senza però condividerne il patrimonio genetico.
Con il termine genitorialità sociale, infatti, si intendono tutte le forme di genitorialità non biologica. Per esempio, è definito genitore sociale colui che ha avuto un figlio tramite la fecondazione assistita con tecnica eterologa, dunque non utilizzando i propri gameti, oppure tramite gestazione per altri.
Non solo, il genitore sociale, si legge sul dizionario Treccani, è:«Chi si assume il compito di curare la crescita e l’educazione di un figlio che non ha generato». Dunque sono genitori sociali anche coloro che adottano un bimbo, o coloro che lo crescono tra le mura domestiche, perché figlio di un precedente matrimonio della compagna o del compagno.
Figure dunque esistenti e fondamentali in moltissime famiglie, che però non sono egualmente tutelate dalla legge. Per esempio in un nucleo familiare composto da due mamme o da due papà solo una delle due figure risulta genitore a livello legale del bambino. Solo con un genitore il piccolo può recarsi al pronto soccorso, a una qualsiasi visita e nel caso in cui questa figura morisse il bimbo risulterebbe orfano.
Nelle famiglie invece in cui i nuclei familiari si sono ricomposti, quindi la mamma ha un compagno o il papà ha una compagna, queste nuove figure non hanno alcun obbligo o diritto nei confronti dei figli minori.
La legge infatti con l'articolo 147 del Codice Civile, parla dell'obbligo di mantenere, istruire, educare o assistere moralmente i figli, solo in caso di coniugi uniti in matrimonio, ed è esteso solamente alle coppie eterosessuali che hanno avuto un figlio, nonostante non fossero unite in matrimonio.