"Sbagliando si impara", è un detto che abbiamo sentito tutti almeno una volta, ma che fatichiamo a ricordare già davanti al primo errore che la maestra segna con la penna rossa. Per questo motivo si dibatte da tempo sui metodi educativi proposti dalla scuola, sono davvero necessarie delle valutazioni di metà quadrimestre? E i voti per i bambini delle elementari devono essere numeri o giudizi a parole?
Così mentre si cerca di trovare l’escamotage migliore per fare in modo che gli alunni ritengano la scuola un luogo in cui poter crescere, sbagliare e migliorarsi, piuttosto che un posto in cui collezionare 10 in pagella, a Modena nel 2017 ha aperto la Scuola del fallimento.
Sembra un ossimoro parlare di fallimento collegandolo alla scuola, se pensiamo che il Ministero che si occupa proprio dell’offerta formativa per gli studenti ad oggi si chiama “Ministero dell’ Istruzione e del Merito”, ma questo istituto modenese è nato proprio nel tentativo di migliorare anche l'approccio di studenti e insegnanti agli sbagli.
È stato fondato da Francesca Corrado, ex professoressa universitaria, imprenditrice e scrittrice, nel 2017, dopo che per lei il 2015 è stato un anno di fallimenti personali e professionali. Con un approccio pedagogico e psicologico la scuola fornisce, a chiunque partecipi ai corsi, docenti, studenti di tutte le età, dalle scuole elementari fino all’università, e imprenditori, gli strumenti fondamentali per comprendere l’importanza formativa dell’errore.
L’istituto ha uno specifico programma per formare gli insegnanti delle scuole e offre dei corsi per aiutarli a valorizzare l’errore degli studenti, senza che questi ritengano la scuola un luogo fatto di risultati brillanti e molta ansia, ma un posto in cui apprendere dall’errore. Alcuni esperti girano tra gli istituti scolastici fornendo “kit dell’errore” per i docenti dalle elementari alle superiori e laboratori di gioco per bambini dai 3 anni in sù.
Si parte già con i bambini molto piccoli perché è proprio dai primi anni di scuola dell’infanzia e scuola elementare che si inizia a preparare la mente degli studenti all’accettazione dell’errore. Il rischio è che altrimenti si guardi per tutta la vita ai fallimenti come sconfitte insormontabili. «Andando nelle scuole ho l’impressione che si sia abbassata l’età entro cui lo sbaglio non è ammesso. Alle elementari, per esempio, a volte non è più tollerato colorare fuori dai bordi. I bimbi non sono tutti Picasso» ha spiegato Francesca Corrado alla testata “Tecnica della scuola”.
Quegli errori sui compiti o sui disegni dei bambini, che fino a non molto tempo fa venivano segnalati dai docenti con la penna rossa, a volte sono simili a ferite, e come tali vengono percepiti dai piccoli. Alla mortificazione che l’errore o un voto basso produce nel giovane studente, si somma il giudizio di disapprovazione da parte delle figure significative come i genitori e i docenti, che spesso non riescono a far capire al bimbo che la scuola è fatta per sbagliare e apprendere dagli errori.
Secondo le rilevazioni effettuate dalla Scuola del fallimento gli adolescenti di oggi reagiscono all’errore in maniera molto emotiva, non ne colgono le possibilità di miglioramento, sentono solo di aver fallito, vivendolo come una tragedia. Crescendo, il timore dell’errore assume anche un genere, quello femminile: sono le donne tendenzialmente ad avere più paura di sbagliare, perché molto vincolate dalla società a canoni di perfezione inarrivabili.
Ma come può la scuola del fallimento compiere questa rivoluzione formativa in genitori, docenti e studenti? All’intento dell’istituto si può assistere a lezioni frontali, seguire corsi online e partecipare a laboratori ludici. L'importanza dell'errore viene infatti insegnata agli studenti attraverso giochi di ruolo, che implicano regole da seguire, strategie da mettere in atto e anche errori da commettere “dal gioco come dalla vita o si vince o si impara” si legge sul sito della scuola. Un’altra modalità è il teatro d’improvvisazione :“L’improvvisazione non può essere ripetuta, dunque nemmeno migliorata e una cosa che non può essere migliorata è già perfetta per definizione” spiega l’insegnante di teatro della scuola Paolo Busi.
La scuola del fallimento insegna agli studenti i valori contenuti nel suo motto "osa perdere per vincere" in modo che la classe, in cui gli alunni passano la maggior parte delle ore durante la giornata, diventi una palestra di vita, in grado di allenare anima e mente all'importanza delle fragilità e degli errori.