«Il divieto di utilizzare il cellulare, se vale per gli alunni, a maggior ragione deve valere per gli insegnanti». La raccomandazione arriva dalla dirigente di una scuola di Formicola, un piccolo comune della provincia di Caserta, che ha deciso di estendere il divieto degli smartphone, già valido per gli scolari, a maestri, professori, educatori e collaboratori scolastici. Anche i più grandi, infatti, utilizzerebbero il dispositivo tecnologico durante le ore di servizio, come avrebbero segnalato alla preside i genitori. La protesta dei sindacati non è tardata ad arrivare: per loro lo stop ai cellulari per gli insegnanti, che secondo la circolare scolastica dovrebbero essere lasciati in un apposito contenitore prima di entrare in aula, è una «penalizzazione generalizzata e indiscriminata».
Il caso della scuola di Formicola
La dirigente Antonella Tafuri dell’istituto omnicomprensivo statale “Formicola, Liberi, Pontelatone”, nell’Alto Casertano, ha vietato con una circolare a maestri e professori di entrare in aula con lo smartphone. Una misura che la preside ha adottato per limitare l’uso dei cellulari a scuola, che sono «un elemento di distrazione» per chiunque, adulti compresi. Maestri, educatori e professori, essendo delle guide nella formazione e nell’educazione dei più giovani, dovrebbero, quindi, lasciare spenti i telefoni nelle ore di lezione, per essere di buon esempio.
«Con la mia circolare – ha spiegato la dirigente – ho inteso richiamare l'attenzione su un uso corretto del dispositivo anche da parte del personale. Come si sa, gli studenti hanno l'obbligo di non utilizzarlo in classe. Questa è una regola che, se vale per gli alunni, a maggior ragione deve valere per gli adulti, che, anzi, dovrebbero essere ancora più ligi nel dare il buon esempio».
Le segnalazioni dei genitori
L’iniziativa della preside di proibire i dispositivi in aula al corpo docenti non è autonoma. Nasce come diretta conseguenza delle segnalazioni ricevute dai genitori degli studenti, che lamentavano un uso eccessivo degli smartphone da parte degli insegnanti dietro la cattedra.
«Da settimane – spiega la preside Tafuri – ascolto segnalazioni da diversi genitori in merito all'abuso del telefono da parte di alcuni docenti durante le lezioni. Si tratta di una pessima abitudine che comporta una scarsa vigilanza sugli alunni e disturbi all'azione didattica».
La protesta dei sindacati
La circolare della preside dell’Alto Casertano non è andata giù ai sindacati, in particolare a Gilda e Cgil, che sono insorti e promettono di impugnare le disposizioni assunte dalla dirigente. In particolare, quel che indispettisce i rappresentanti dei lavoratori è l’invito, rivolto ai docenti, a lasciare il cellulare «in un apposito contenitore» prima di entrare in classe.
Un cavillo della circolare su cui la dirigente è disposta a chiudere un occhio. Non è «che il cellulare debba essere lasciato fuori dall'aula, anche se la circolare lo prevederebbe – commenta lei – se lo si tiene in borsa, in tasca e non lo si usa, non c'è alcun problema».
Le organizzazioni sindacali sostengono che si tratti di «una penalizzazione generalizzata e indiscriminata, quando ci sono gli strumenti per evitare comportamenti individuali non corretti».
La circolare del Ministro Valditara
Risale allo scorso dicembre la circolare del Ministero dell’Istruzione e del Merito, firmata dal Ministro Giuseppe Valditara, che vieta agli studenti l’utilizzo di cellulari e dispositivi elettronici in classe. Il Ministro aveva confermato il divieto del telefono «trattandosi di un elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti, a cui è prioritario restituire autorevolezza».
Nella scuola casertana si aggiunge, alle disposizioni ministeriali, quelle della preside Tafuri, che sollecita i più grandi a “parcheggiare” lo smartphone prima dell’ingresso fra i banchi.