Secondo la legge italiana parliamo di aborto spontaneo quando la gravidanza si interrompe spontaneamente entro il 180° giorno (equivalente a 25 settimane e 5 giorni). Accanto a questa definizione però, l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2001 ha delineato come aborto spontaneo la diagnosi di un feto morto sotto le 22 settimane di età gestazionale o con un peso fetale minore di 500 grammi a prescindere dall'epoca.
Si tratta di un evento naturale, che spaventa moltissimo le donne, anche perché le percentuali sono abbastanza elevate. Il 10/20% delle gravidanze termina purtroppo così e 8 aborti spontanei su 10 si verificano nei primi 3 mesi. Per alcune mamme può essere estremamente doloroso, a livello emotivo. I sentimenti di perdita e di frustrazione talvolta sono schiaccianti, soprattutto se abbiamo già vissuto la stessa esperienza o se stiamo facendo trattamenti per la fertilità.
Come facciamo a sapere se è in corso un aborto spontaneo? Esistono dei sintomi, come sanguinamento o spotting, forte dolore addominali o crampi, che possono essere dei campanelli di allarme. Ovviamente, sono tutte manifestazioni che possono paventarsi senza portare per forza a un aborto. Si consiglia comunque di contattare il proprio ginecologo o recarsi al più vicino pronto soccorso ostetrico-ginecologico, così da poter verificare con un’ecografia il decorso della gestazione.
Sfortunatamente, nulla può impedire che si verifichi un aborto spontaneo una volta iniziato. E' un processo che non si può interrompere. Il medico, una volta diagnosticato il problema, potrebbe scegliere semplicemente di aspettare e osservare ciò che sta accadendo. Ciò comporta andare a casa e attendere che la donna completi da sola o naturalmente il suo aborto. Potrebbero esserti offerti farmaci che accelerano il decorso e in alcuni casi potrebbe essere necessario anche un rapido intervento chirurgico (Revisione della cavità uterina).
Molte donne si chiedono se sia stato colpa loro. Nella maggior parte dei casi, un aborto spontaneo non ha nulla a che fare con qualcosa che abbiamo o non abbiamo fatto. Non ci sono prove che l'esercizio fisico, lo stress , il lavoro o il sesso lo possano causare. Tuttavia, è noto che spesso gli aborti si verificano perché il bambino non si sviluppa correttamente, di solito a causa di un'anomalia cromosomica spontanea, non ereditaria.
Classificazione
Associata alla definizione di aborto spontaneo esiste una terminologia cospicua che ora cerchiamo di chiarire:
- Minaccia di aborto spontaneo: si definisce così quando si manifestano sanguinamento vaginale e crampi, ma la cervice rimane chiusa. La metà delle volte, l'emorragia si interrompe e la gravidanza procede normalmente. L'altra metà delle minacce diventa un inevitabile aborto spontaneo e termina con la perdita del bambino
- Aborto spontaneo incompleto: parte del tessuto della gravidanza fuoriesce dall'utero e parte rimane all'interno. Potrebbe essere necessario un trattamento medico o chirurgico per rimuovere il tessuto rimanente
- Aborto spontaneo completo: tutto il tessuto della gravidanza fuoriesce dall'utero. Di solito non c’è bisogno di alcun trattamento aggiuntivo
- Aborto spontaneo ritenuto: non ci sono crampi o sanguinamento, ma l'ecografia mostra un embrione senza battito cardiaco o un sacco di gravidanza vuoto senza embrione. Se non viene espulso da solo potrebbe essere necessario un trattamento medico o chirurgico per rimuovere il prodotto del concepimento
- Aborto ricorrente: se ne parla dopo tre aborti consecutivi. Colpisce circa l'1% delle coppie
- Aborto tardivo. È un aborto che si verifica dopo la 14esima settimana (talvolta causato da un’infezione materna)
Cause dell'aborto spontaneo
Può essere difficile stabilire esattamente quale sia la causa di un aborto spontaneo. Sicuramente non è perché abbiamo praticato attività normali, come andare al lavoro, fare sport o avere una vita sessuale attiva. Tra le cause principali ci sono:
- Anomalie cromosomiche: causano circa il 50% di tutti gli aborti spontanei nel primo trimestre (fino a 13 settimane) di gravidanza
- Impianto improprio di ovulo fecondato nel rivestimento uterino
- La presenza di alcune malattie, come il diabete, cardiopatie congenite, malattie renali gravi, possono aumentare le probabilità di avere un aborto spontaneo
- Un'infezione molto grave o una grave lesione può causare un aborto spontaneo
- Gli aborti tardivi – dopo 3 mesi – possono essere causati da anomalie nell'utero o infezioni
- Avere già avuto 2 o più aborti
- Avere più di 35 anni
- Fattori dipendenti dallo stile di vita come fumare, bere alcolici o usare droghe ricreative
Sintomi di un aborto spontaneo
I sintomi di un aborto spontaneo sono abbastanza soggettivi. Ci sono donne che stanno molto male e donne che hanno un’emorragia simile a quella del ciclo. Talvolta si manifesta con perdite leggere e o coaguli di colore rosso vivo, che possono andare e venire per diversi giorni. Tuttavia, un leggero sanguinamento vaginale può anche essere fisiologico durante il primo trimestre di gravidanza e non significa necessariamente che stiamo avendo un aborto spontaneo. Altri sintomi includono:
- crampi e dolore nella parte inferiore della pancia
- perdite di sangue
- perdita di coaguli
- non avvertire più i sintomi della gravidanza, come nausea e tensione mammaria
Diagnosi
La diagnosi di aborto spontaneo è di competenza del ginecologo, che dovrà prima visitare la donna eseguendo un’ecografia. Con questo esame è possibile verificare il battito cardiaco fetale o la presenza del sacco vitellino. Potrebbe anche richiedere degli esami del sangue per misurare la gonadotropina corionica umana (hCG): un basso livello può confermare la fine della gravidanza. Infine, può eseguire un esame pelvico per controllare se la cervice si è aperta.
Trattamento dell'aborto spontaneo
Il trattamento dipende molto dal tipo di aborto. Se è stato completo, ovvero la mamma ha espulso da sola tutto il materiale abortivo, i sintomi regrediscono nel giro di pochi giorni e non sono necessarie procedure chirurgiche.
La maggior parte degli aborti, però, sono incompleti, ovvero nella cavità uterina rimangono residui di materiale abortivo. In questo caso è necessario essere valutati in pronto soccorso ostetrico-ginecologico. L'equipe che prende in carico la paziente valuterà le possibilità di azione che possono comprendere il trattamento medico per indurre farmacologicamente la fuoriuscita del materiale dall'utero, oppure quello chirurgico (raschiamento), per pulire e svuotare l’utero con strumenti appositi. Mentre per il primo caso la paziente torna a domicilio e rientra in ospedale solo per controlli periodici il raschiamento avviene in regime di day hospital e il ciclo dovrebbe tornare dopo 4/5 settimane.
Prevenzione
Se l’aborto spontaneo è iniziato, purtroppo non si può fermare e spesso è difficile da prevenire perché non ci sono sintomi premonitori. Quello che però sappiamo è che l’incidenza dell’aborto aumenta con l’età dei genitori, soprattutto quella della mamma, e che dobbiamo fare molta attenzione allo stile di vita. Quindi si consiglia di:
- Smettere di fumare
- Continuare l’attività fisica, ma in modo moderato
- Seguire una dieta sana ed equilibrata
- Perdere peso prima della gravidanza se si è in sovrappeso (farsi seguire da un nutrizionista/dietista)
- Non bere alcol e non fare uso di droga
Affrontare un aborto spontaneo
Un aborto spontaneo può essere molto provante per una donna. È un’esperienza dolorosa e faticosa dal punto di vista psicologico, anche quando avviene subito a inizio gravidanza e non ha bisogno di una gestione medica. In questa fase, il partner gioca un ruolo fondamentale, deve far sentire la compagna supportata e capita. È importante convalidare il dolore, la frustrazione e anche il senso di fallimento, ma non bisogna farla sentire in colpa.
È comune sentirsi stanchi, perdere l'appetito e avere difficoltà a dormire. Potremmo anche provare tristezza e rabbia, a volte nei confronti di un partner, o di amici o familiari che hanno portato a termine con successo le loro gravidanze.
Dobbiamo guardare in faccia questo dolore e, se sentiamo che è troppo, è possibile appoggiarsi a uno psicoterapeuta. E poi è necessario condividere i sentimenti con il partner. Gli uomini a volte trovano più difficile esprimere le loro emozioni, in particolare se ritengono che il loro ruolo principale sia quello di sostenere la madre e non viceversa.
Ricordiamo che questo evento non ti preclude la possibilità di diventare mamma: valuta con il tuo ginecologo quando puoi iniziare nuovamente a cercare un concepimento.