Ormai è settembre, le vacanze scolastiche volgono al termine e i rilassati ritmi dell’estate si apprestano a lasciare il passo alla routine scolastica, fatta di impegni prestabiliti e imprescindibili. L’attesa per il ritorno in classe lega insegnanti studenti e genitori.
Effettivamente settembre rappresenta il mese del vero inizio dell’anno, nel quale le ultime serene giornate di vacanza sembrano dissolversi tra compiti da finire, materiale didattico da reperire e l’avvio di una nuova routine. Questo passaggio è un momento delicato per gli studenti che hanno bisogno di ritrovare le abitudini e le consuetudini che, durante il periodo delle vacanze estive, hanno inevitabilmente subito netti e necessari cambiamenti.
Alla scuola spetta il compito di supportarli in questa transizione attraverso la progettazione di occasioni in cui si ristabiliscano, nelle prime settimane di scuola, quotidianità, consuetudini ed equilibri: prende forma un periodo speciale, noto come la “fase dell'accoglienza”, progettato appositamente per facilitare questo passaggio in modo consapevole e organizzato.
Cos'è l'accoglienza scolastica?
L'accoglienza degli alunni, sia per i nuovi sia per coloro che hanno già frequentato, costituisce uno dei momenti cruciali della vita scolastica e influenza la percezione degli studenti riguardo alla scuola, agli insegnanti e ai compagni di classe, lasciando tracce che perdurano nel tempo e che contribuiscono a plasmare le loro aspettative per il futuro.
Attraverso le attività educative dell’accoglienza si mira a costruire un ambiente scolastico sereno, accogliente e rassicurante, a creare o a rafforzare il senso di appartenenza alla comunità e a consolidare il sentirsi parte di un gruppo classe.
Si trasmette anche il piacere di viver relazioni positive con le insegnanti, compagni, e con l’ambiente di apprendimento e si instaura una quotidianità, fondamentale per la vita dei più piccoli.
Come si svolge l’accoglienza a scuola?
Di solito si prevedono delle esperienze che partono dai vissuti dei bambini e dei ragazzi e che rispondono al loro bisogno di ascolto e di comprensione, al fine sia di rimettere in circolo i loro apprendimenti sia di far emergere le comuni paure e le preoccupazioni che si manifestano all’inizio dell’anno scolastico, un momento che rappresenta sempre un salto nel buio e, allo stesso tempo, una grande sfida.
Questo processo si attua promuovendo esperienze relazionali adeguate e creando un ambiente fisico attentamente strutturato e funzionale, finalizzato a stimolare sentimenti positivi verso la scuola.
In genere, durante il periodo dell’accoglienza avvengono:
- una familiarizzazione con l’ambiente fisico e sociale, cioè con gli spazi e i materiali, con gli adulti e con le regole di comportamento
- una conoscenza reciproca dei bambini e dell’insegnante e dei bambini tra loro. Accogliere un bambino implica innanzitutto mostrare interesse per la sua storia, stabilendo connessioni tra la sua vita familiare e le esperienze che vive a scuola
- la formazione di legami emotivi significativi e la creazione di un contesto idoneo per svilupparli, un contesto che favorisca l’esplorazione, la scoperta, la ricerca autonoma, la costruzione del sé
- la costruzione di routine che hanno un ruolo significativo nella vita di un bambino in quanto infondono un senso di protezione e sicurezza che lo aiuta ad affrontare i sentimenti di confusione, preoccupazione e paura che caratterizzano il suo mondo in questo primo periodo di scolarizzazione. Il bambino, infatti, non vede la routine come una noiosa ripetizione ma come la possibilità di orientarsi nel tempo, di esercitare il controllo su ciò che lo circonda: ciò gli permette di acquisire quel senso di sicurezza necessario per farlo sentire “a casa”
Anche i genitori hanno bisogno della fase di accoglienza?
Il passaggio dall’ambiente famigliare a quello istituzionale è un momento emotivamente difficile anche per i genitori, in quanto la tematica della separazione e del distacco richiama emozioni intense e complesse.
Proprio come i bambini che si adattano a un nuovo ambiente, anche i genitori hanno bisogno di un po' di tempo per sentirsi parte integrante della nuova "famiglia" scolastica.
Il percorso di inserimento e momenti di accoglienza rivolti ai genitori possono includere esperienze che favoriscano la conoscenza del personale e degli ambienti della scuola prima che i bambini comincino a frequentarla regolarmente e che forniscano loro le informazioni necessarie per comprendere il funzionamento e l’organizzazione della scuola.
L'accoglienza dei genitori può includere incontri informativi, visite guidate delle strutture e opportunità per fare domande.
Questi momenti di inserimento possono essere sia formali che informali.
Ad esempio, potrebbero esserci riunioni organizzate, in cui i genitori incontrano gli educatori oppure momenti casuali come le conversazioni all’ingresso o all’uscita dei bambini.
Momenti che contribuiscono a creare un senso di appartenenza e di collegamento tra i genitori e la comunità educativa, facendoli sentire a proprio agio e supportati nell'affrontare questa nuova fase di vita.
Molto significativa è l’affermazione della psicologa Renata Bosi, che descrive il passaggio dal contesto familiare a quello scolastico attraverso una potente metafora:
«Nel passaggio da casa a scuola ci sono braccia che lasciano andare, ma ci sono braccia che accolgono, che sostengono il bambino in questo passaggio di mani e di menti».
Questa metafora simboleggia una transizione senza interruzione, una presa in carico condivisa e collettiva dell’infanzia da parte di tutti gli adulti che ne hanno la responsabilità.