Tra gli alleati più importanti per la corretta evoluzione di una gravidanza vi è senza dubbio l'acido folico, una sostanza importantissima per mamma e feto, soprattutto nei primi mesi della gestazione, visto che una sua carenza può causare gravi malformazioni neurali e problemi di sviluppo del bebè.
L'acido folico è una vitamina del gruppo B – generalmente conosciuta come vitamina B9 – e spesso viene inclusa nel macro-gruppo dei folati, anche se in realtà l'acido folico indica la forma più ossidata della vitamina ed è più facile sintetizzarla in integratori appositi che trovarla naturalmente negli alimenti.
A cosa serve l'acido folico in gravidanza?
L'acido folico svolge un ruolo fondamentale nella produzione di nuove cellule e nella formazione dell'emoglobina, la proteina che consente ai globuli rossi di trasportare l'ossigeno necessario al funzionamento dell'organismo.
Proprio a causa di questa funzione, l'acido folico diventa un protagonista centrale nei processi di proliferazione cellulare che interessano un feto che deve sviluppare nuovi organi e nuovi tessuti. Una quantità insufficiente di questa vitamina, dunque, può comportare serie ripercussioni sulla crescita della piccola vita dentro l'utero.
Per questo quando si programma una gravidanza è bene iniziare ad assumere integrazioni di acido folico già qualche mese prima del concepimento: in questo modo si ridurrà la probabilità di difetti e malformazioni congenite, soprattutto quelle relative al tubo neurale, la struttura dell'embrione dal quale poi si sviluppa il sistema nervoso fetale.
Gli effetti della carenza di acido folico
Una concentrazione troppo bassa di acido folico all'interno dell'organismo può tradursi in forme più o meno intense di anemia.
Quando però tale carenza riguarda una donna in dolce attesa, le conseguenze possono essere molto più gravi, soprattutto per il feto.
Come già accennato infatti, la mancanza di adeguati livelli di acido folico aumenta il rischio di malformazioni come la chiusura del tubo neurale, una condizione che espone il bimbo a importanti difetti dello sviluppo come:
- Anencefalia (assenza degli emisferi cerebrali, porta alla morte del feto o del neonato poche ore dopo il parto)
- Spina bifida (sviluppo compromesso di colonna vertebrale e midollo spinale, associato a gravi disabilità e ritardi cognitivi)
- Encefalocele (mancata chiusura della volta cranica, può comportare problemi alla vista e deficit neurologici)
Cosa può causare una carenza di acido folico?
Se nel corso della vita l'adozione di una dieta equilibrata garantisce il giusto apporto di folati e acido folico, durante la gravidanza il fabbisogno di queste sostanze aumenta notevolmente.
A provocare una carenza di acido folico nell'organismo materno quindi possono concorrere una prolungata condizione di denutrizione o la difficoltà dell'organismo ad assorbire la vitamina, condizione che può essere causata da:
- Assunzione di alcune tipologie di farmaci
- Assunzione massiccia di alcolici
- Patologie come la celiachia
Ecco perché anche in caso di una gravidanza inaspettata è importante rivolgersi subito ad un parere medico per iniziare l'integrazione di acido folico e valutare la sospensione di abitudini o trattamenti che potrebbero ostacolare l'assimilazione della vitamina.
Quando prendere l'acido folico in gravidanza
Il momento ideale per cominciare ad assumere maggiori quantità di acido folico sarebbe un mese prima del concepimento. Ciò significa che quando una donna decide di pianificare una gravidanza sarebbe un'ottima cosa iniziare subito ad integrare l'acido folico nel proprio organismo.
Fino a quando prenderlo?
Una volta accertato l'inizio della gestazione poi, l'integrazione dovrebbe proseguire almeno fino alla conclusione del primo trimestre di gravidanza.
Come assumere l'acido folico in gravidanza
Normalmente l'acido folico viene introdotto nel nostro organismo tramite l'alimentazione. La vitamina B9 è infatti presente – pur in diverse concentrazioni – in cibi come:
- Ortaggi a foglia verde (dopotutto folico deriva dal latino folium, "foglia")
- Asparagi
- Carciofi
- Rape
- Cereali
- Legumi
- Frutta secca
- Fragole
- Kiwi
- Uova (nel tuorlo)
- Fegato bovino
In caso di gravidanze però, le quantità di acido folico presenti negli alimenti non bastano a soddisfare le necessità di un corpo che deve provvedere allo sviluppo fetale, dunque è necessario assumere degli integratori.
Dosaggio
Se normalmente il fabbisogno di una persona si aggira intorno agli 0,4 mg al giorno, durante la gravidanza questa soglia aumenta a 0,6 mg al giorno.
Anche durante l'allattamento le donne riscontrano un bisogno maggiore di vitamina B9 (0,5 mg al giorno).
Ad ogni modo spetterà al ginecologo o all'ostetrica alla quale si è rivolta la futura mamma definire il corretto dosaggio durante l'attesa del concepimento e i primi mesi di gestazione.
Quando si prende l'acido folico, prima o dopo i pasti?
La maggior parte degli integratori di acido folico dovrebbero essere assunto dopo il pasto, tuttavia questa informazione viene solitamente riportata sulla confezione o sul bugiardino d'accompagnamento al prodotto.
Gli effetti collaterali dell'eccesso di acido folico
Nella maggior parte dei casi l'eccesso di acido folico viene smaltito dall'organismo attraverso le urine, tuttavia in presenza di un'assunzione massiva della sostanza possono verificarsi accumuli capaci d'innescare effetti collaterali come:
- Tremori
- Disturbi del sonno
- Nausee
- Perdite d'appetito
- Battito cardiaco accelerato
- Problemi ai reni (molto raro)
- Reazioni allergiche (con sfoghi cutanei e prurito)
Il commento dell'ostetrico
«Sembra incredibile come una singola vitamina possa essere così significativa per il periodo più delicato della vita. Eppure è proprio così: l'acido folico è un alleato fondamentale per la gravidanza – ci spiega Riccardo Federle, ostetrico e membro del Copmitato Socio-Scientifico di Wamily – In chi pensa di mettere al mondo un figlio, pertanto, l'integrazione con la vitamina B9 è indicata già a partire dai mesi che precedono il concepimento. La dieta, per quanto variegata e ricca di frutta e verdura, non è una modalità sufficiente per garantire il fabbisogno giornaliero di questa sostanza che, vale la pena ricordare, non si accumula nel corpo creando riserve e quindi necessita di essere introdotta giorno per giorno. Gli integratori a disposizione sul mercato sono tantissimi: ostetriche o ginecologi di fiducia sono un ottimo punto di riferimento per farsi consigliare l'approccio migliore»