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22 Aprile 2023
9:00

Aggiornate dopo 9 anni le linee guida per il diritto allo studio degli alunni adottati. Cosa è cambiato?

Il Ministro dell'Istruzione e del Merito Valditara ha firmato la revisione alle linee guida per il diritto allo studio degli alunni adottati. L'ultima versione risaliva al 2014, in 9 anni sono cambiate molte cose, il numero di bimbi adottati nelle scuole italiane è diventato sei volte maggiore e la scuola oggi deve far fronte ad esigenze sempre nuove.

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Aggiornate dopo 9 anni le linee guida per il diritto allo studio degli alunni adottati. Cosa è cambiato?
Adozione a scuola

Era il 2014 quando è stata pubblicata la prima versione delle Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni e degli studenti adottati. 9 anni dopo il Ministro dell'Istruzione e del Merito Valditara ha firmato la revisione del documento. Le modifiche effettuate sono state la risposta necessaria al fatto che negli anni sono emerse criticità di tipo amministrativo e riguardanti nello specifico la situazione di alunni e le alunne nella scuola secondaria.

Questo traguardo lo si deve al lavoro instancabile delle commissarie familiari del Coordinamento CARE presenti in Commissione Adozioni Internazionali, che nel novembre 2021 avevano sottoscritto un Protocollo d’intesa con il Ministero dell’Istruzione al fine di aggiornare le linee guida per il diritto allo studio degli alunni adottati, diffonderle nelle scuole e preparare a dovere gli insegnanti.

Le modifiche al documento del 2014

Confrontando il testo del 2014 con quello del 2023, appaiono evidenti alcune modifiche:

  • Innanzitutto ad essere cambiati in questi 9 anni sono i dati sull'adozione, se nel 2014 il documento parlava di 18.000 famiglie adottive, oggi si parla di 68.000 famiglie adottive. L'aumento esponenziale dei bimbi che il Nostro Paese ha accolto, mette in luce l'importanza del fatto che le scuole prendano visione del documento e facilitino così l'inserimento dei bimbi adottati tra i loro compagni di classe.
  • Il documento del 2023 parla in tutti i suoi punti di bambini adottati tramite adozione nazionale oltre che adozione internazionale, argomento che era meno trattato nella prima versione del documento
Bimbi che giocano
  • Il documento dl 2023 pone un focus su alcuni atteggiamenti che possono instaurarsi tra compagni di classe, ossia forme di micro-aggressione, che consistono in messaggi intenzionali e denigratori che fanno sì che chi li riceva si senta incapace di provare emozioni e chi le trasmette senta un senso di potere e di prevaricazione.
  • Nel nuovo documento c'è un focus sull'iter per l'iscrizione alla scuola di infanzia che mancava nel documento del 2014
  • Per quanto riguarda l'adozione nazionale, nel documento del 2023 ci sono delle novità nate proprio da alcune delle domande più frequenti dei genitori adottivi, dopo l'uscita delle linee guida del 2014.  Ci sono casi specifici in cui il bimbo, per un certo periodo è in una fase adottiva detta provvisoria, durante la quale mantiene ancora i dati anagrafici della famiglia di origine. Se l'iscrizione alla scuola dovesse avvenire in questo arco di tempo, la scuola ha accesso al fascicolo adottivo del bambino ma deve garantirne la privacy e la non rintracciabilità. Dunque non può esporre per esempio alcun tabellone con le generalità d'origine dell'alunno.

Come insegnanti e compagni di classe devono accogliere il nuovo arrivato

Si ripresenta praticamente invariato l'allegato più importante del testo, quello che riguarda le modalità con le quali il nuovo arrivato deve essere accolto da insegnanti e compagni di classe.

scuola
  • Innanzitutto vengono suggeriti dei tempi di inserimento che variano a seconda del percorso scolastico che il piccolo sta per intraprendere, ma viene sottolineato che tutto dipende dalle esigenze del singolo bimbo.
  • Gli insegnanti devono curarsi di favorire l'alfabetizzazione emotiva del bimbo, non confondendo un atteggiamento scontroso, una ricerca continua di attenzioni o un'eccessiva timidezza per pigrizia, comprendendo piuttosto che sono meccanismi di difesa.
  • Il bimbo va inserito in una classe in cui il corpo docenti sia abbastanza stabile, per garantire continuità al bimbo che avrà un'insegnante di riferimento, ossia il docente referente, che farà da tramite tra la scuola e la famiglia. Il piccolo potrà avere anche un facilitatore linguistico e un compagno tutor, se ne avrà bisogno.
  • Il bimbo avrà bisogno poi di rituali fissi e di non essere lasciato solo nemmeno nei tragitti tra la classe e la mensa, che potrebbero ricordargli situazioni del passato
  • In classe devono essere spiegati i concetti soprattutto con immagini e filmati di animazione
  • Il bambino deve poter partecipare a lavori di gruppo che lo gratifichino e lo facciano sentire parte del gruppo classe
  • La classe deve partecipare a progetti interculturali, senza che mai si pongano al ragazzo domande dirette, sarà lui a parlare quando lo desidererà.
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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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