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5 Ottobre 2023
17:05

Al via la scuola senza quadrimestre che evita agli studenti lo stress della prima pagella

A Modena, Bologna e Piacenza, alcune classi di licei, istituti professionali e scuole medie abbandonano i voti di fine quadrimestre. Non bastano 3 mesi e una miriade di voti a valutare le competenze degli studenti.

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Al via la scuola senza quadrimestre che evita agli studenti lo stress della prima pagella
scuola senza quadrimestre

La scuola si sta mobilitando per rispondere alle esigenze degli studenti che, soprattutto dopo il periodo pandemico hanno iniziato a manifestare in maniera sempre più evidente ansia, stress e fragilità. A Piacenza alcune classi dell'istituto Volta, a Bologna del liceo Malpighi e a Modena due scuole medie, stanno sperimentando la "scuola senza quadrimestre". Una scuola dunque che eviti agli studenti di trascorrere le vacanze di Natale in preda all'ansia per le interrogazioni di recupero in vista della prima pagella di gennaio.

L'accavallarsi di verifiche, interrogazioni, test e quiz, nel tentativo di arrivare con un buon numero di voti per ciascuno studente a gennaio, causa forte ansia agli insegnanti e di riflesso agli studenti che si trovano ad affrontare anche più di una prova al giorno.

La preside del'Istituto Volta di Piacenza, ha spiegato in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera che è impensabile valutare gli studenti semplicemente per ciò che sono in grado di apprendere da soli a casa. Una scuola moderna deve avere a cuore che gli studenti, una volta concluso il percorso di studi, possano portare con loro un bagaglio culturale utile per approcciarsi al mondo. Serve valutare nuove competenze, per esempio che i ragazzi imparino a sviluppare senso critico nei confronti del sapere, siano in grado di reperire fonti attendibili, sappiano inserirsi in un dibattito, siano collaborativi ma sempre consapevoli dei propri limiti.

Per valutare queste competenze gli insegnanti hanno bisogno di tempo, non basta il breve periodo di un quadrimestre o peggio di un trimestre, ma un anno intero per conoscere davvero gli alunni e capire se hanno raggiunto i livelli che possano garantire loro il passaggio alla classe successiva. Questo metodo non si traduce però in assenza di comunicazione tra la scuola e la famiglia per i 9 mesi scolastici, i colloqui con i docenti sono sempre aperti, in modo da garantire una comunicazione costante con le famiglie.

Questo percorso di scuola no-stop che punta a rendere autonomi gli studenti, per poter camminare sulle proprie gambe una volta conclusi gli studi, è per ora in via di sperimentazione nelle diverse scuole ma è un segnale evidente dell'impegno messo in atto per per rispondere alle esigenze dei ragazzi di oggi.

Anche due scuole medie di Modena stanno sperimentando questa tipologia di scuola senza quadrimestre, adattandola però ai bisogni degli studenti più piccoli. I ragazzi, oltre alle 5 ore di frequenza tutte le mattine, hanno due rientri pomeridiani obbligatori, durante i quali fanno attività che non vengono valutate con un voto numerico ma che aiutano gli insegnanti a farsi un'idea delle competenze di ogni studente.

L'obiettivo di queste scuole è cercare di non sminuire gli studenti perché carenti in alcune materie, con segni rossi e una raffica di 2, ma di valorizzarli perché per esempio rispettosi degli ambienti, in grado di utilizzare e comprendere le nuove tecnologie o capaci di sostenere le proprie tesi.

Gli studenti ricevono un giudizio narrativo, spesso in seconda persona e più umano di un apatico numero, che li proietti verso il futuro evidenziando sia gli obiettivi che devono ancora raggiungere, che le abilità umane che hanno sviluppato. La scuola così è un ambiente piacevole in grado davvero di preparare gli adulti del domani ad affrontare il mondo, unica missione che dovrebbe sempre perseguire.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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