Parlando di allattamento l’OMS lo raccomanda come alimento esclusivo fino al compimento del sesto mese di vita, promuovendo la scelta di quello materno e ritenendo dunque l’allattamento uno degli obiettivi della salute pubblica.
Tra i consigli utili spiega che è bene allattare il bambino “a richiesta” ossia senza seguire degli orari rigidi ma nutrendolo ogni qualvolta il piccolo ne manifesti il desiderio in caso di allattamento al seno. Nel caso di latte in formula, bisogna stare attenti alle dosi, fornendo la quantità di latte indicata dal pediatra in base al peso e all'età del neonato.
Allattare il piccolo a richiesta potrebbe spaventarci, per l’impegno che questa pratica prevede e per la paura quindi di non avere più i nostri tempi e spazi, ma non è così. Sicuramente il piccolo piangerà spesso ma col tempo riusciremo a capire se lo fa perché ha fame o perché si sta lamentando. Se nel primo mese di vita potrebbe richiedere anche 12 poppate al giorno, crescendo si regolarizzerà, arricchendo la sua giornata di tanto altro, permettendo a noi e a lui di abituarci ai nuovi ritmi.
Come funziona l'allattamento a richiesta
L’allattamento a richiesta si basa sul principio secondo il quale il bimbo, come noi adulti, non mangia ad orari prestabiliti o scelti convenzionalmente da noi, ma quando ha fame. Dunque quando il neonato inizierà a cercare il seno, con diversi segnali, tra i quali il pianto, versetti, boccacce, linguacce, gira di lato la testa, mette le manine in bocca o si stiracchia, vorrà dire che sarà il momento di nutrirlo.
Una paura che sorge spontanea è il rischio di non sapere quando il bimbo sarà sazio, in realtà anche in questo caso il bambino da dei chiari segnali, una volta che è riuscito a bere anche la parte più grassa e nutriente del latte si stacca, si gira, si allontana, e appare soddisfatto. Nei primi giorni dopo il parto, specie se si tratta di un cesareo, la produzione di latte potrebbe essere scarsa e il neonato piange. Anche se il seno sembra vuoto, sarà importante comunque attaccarlo al seno: Non c’è dunque un tempo preciso, l’allattamento a richiesta deve intendersi come una pratica naturale che segua i ritmi e le necessità del bimbo, che di solito sa perfettamente quando ha fame e quando è pieno. Importante è controllare che il neonato si attacchi bene al seno, affinché possa assumere il latte adeguatamente. Se il bambino è un po' più piccolo o pigro, tende a dormire molto per cui può essere necessario nelle prime settimane stimolarlo attivamente a poppare. Il corpo della mamma produce latte in relazione alle richieste che provengono dal bambino: più il bambino poppa, più stimola la produzione di latte materno, più il bambino riesce a svuotare il seno e più latte si riforma.
Per avere un riscontro del fatto che si stia nutrendo abbastanza dovremo misurare il suo incremento di peso inizialmente settimanale poi ogni quindici giorni.
Cosa fare se il neonato vuole sempre il seno?
Potrebbe capitare che il piccolo, soprattutto durante il primo mese, cerchi di continuo il seno. Come detto la pratica dell’allattamento a richiesta prevede che il bimbo impari a gestire i propri tempi e ritmi.
I neonati hanno uno stomaco molto piccolo, si saziano in fretta e altrettanto in fretta tornano ad avere fame. Inoltre, magari, durante la poppata il bebè è stato attaccato al seno ma non si è saziato. Se il bambino ha fame ovviamente non serve lasciarlo a digiuno, per quanto difficile dobbiamo portare pazienza, con il tempo imparerà a regolarizzarsi.
Pro e contro dell'allattamento a richiesta
L’allattamento a richiesta è una pratica molto consigliata ma indubbiamente difficoltosa e stancante da portare avanti, anche se con il tempo il piccolo impara a non richiedere il latte continuamente.
Pro dell’allattamento a richiesta
- mamma e bambino creano un forte legame e imparano gli uni ad adattarsi ai tempi degli altri
- il piccolo è sazio, perché sceglie lui tempi e modalità di nutrimento
- il bimbo non piange per la fame tra una poppata e l’altra come farebbe se gli imponessimo degli orari
- è meno probabile che si sviluppi un ingorgo mammario perché il bimbo poppa con maggiore frequenza
- prevenzione di numerose malattie
Contro dell’allattamento a richiesta:
- è una pratica molto stancante
- il piccolo impiega un po’ di tempo a regolarizzare le poppate
Quando si regolarizza l'allattamento a richiesta?
Non c’è un momento preciso ed identico per tutti i bimbi in cui loro si regolarizzano e non chiedono più il seno di continuo. In genere, però, col tempo e nuovi stimoli, imparano a richiedere il seno con una frequenza minore.
Dopo i primi sei mesi, durante i quali il latte sarà la loro unica fonte di alimentazione, insieme all’allattamento, subentreranno le prime pappe. Quindi il piccolo si sazierà più rapidamente chiederà il latte con meno frequenza.
Per quanto tempo proseguire con l'allattamento a richiesta?
L’OMS raccomanda di utilizzare l’allattamento a richiesta come unica forma di nutrimento del bambino fino al compimento del sesto mese di vita.
Si raccomanda anche che rimanga la scelta prioritaria fino ai due anni di età del bimbo, nonostante vengano introdotte complementariamente delle pappe. In generale poi saranno mamma e bambino a capire quando è il momento per smettere con questa pratica.
Si può passare da allattamento a richiesta ad allattamento ad orari?
Si può smettere di allattare a richiesta per passare a un’alimentazione che abbia degli orari fissi senza troppi problemi per i nostri bimbi che si adattano in fretta alle nuove routine.
Il problema potrebbe essere più della mamma perché il seno si è abituato a produrre latte in una certa quantità, e si deve dunque abituare ad una produzione con ritmi diversi, dunque potrebbero verificarsi alcune perdite dal seno o lo si potrebbe avvertire un po' gonfio.