L’allattamento al seno è un tripudio di valori, pratica raccomandabile dal punto di vista nutrizionale ma anche estremamente significativa da quello relazionale. Eppure non è sempre stato così.
Un tempo il primo latte, il colostro, veniva chiamato “latte della strega” o “latte guasto” e così per secoli è stato demonizzato in quanto considerato nocivo per il lattante. Le levatrici e i medici antichi sostenevano che quella secrezione giallastra potesse provocare vermi e infezioni ai neonati e la facevano rimuovere con pratiche alternative che, solitamente, sospendevano l’allattamento almeno per i primi sette giorni.
Esultiamo allora per la scienza ed i suoi progressi perché grazie agli studi oggi sappiamo invece che il colostro (che già viene secreto da alcune madri durante le ultime settimane di gravidanza) è una secrezione giallo-sierosa delle ghiandole mammarie che copre i primi 5 giorni di vita del neonato. Si tratta di un prodotto estremamente ricco di immunoglobuline, cellule immunitarie, acqua, leucociti, proteine, grassi e carboidrati. Un vera “bomba calorica” insomma che, oltre ad un elevato livello nutrizionale, porta con sé un evidente potenziale immunitario.
Quello che un tempo era considerato nocivo, oggi al contrario ha assunto una forma estremamente positiva con funzioni specificatamente riconosciute come:
- Effetto lassativo: ebbene sì, se pur lieve, il colostro ha un effetto lassativo sul bambino. Ma se questa caratteristica gli aveva valso un tempo, probabilmente, una cattiva reputazione o un paragone con varie malattie come i vermi, sappiamo che invece è un aspetto estremamente importante al fine di favorire la transizione delle prime feci (il meconio) e l’escrezione della bilirubina con una conseguente riduzione del fenomeno denominato “ittero” (il quale si manifesta con un tipico colorito giallastro della cute);
- Effetto immunitario: grazie al contenuto di un grande numero di immunoglobuline di tipo A, IgM e IgG il sistema immunitario del neonato è fortemente sollecitato ed arricchito dall’assunzione del colostro
- Arricchimento di sostanze: il colostro è molto ricco di proteine (peptidi utili nel trasporto di altre sostanze), vitamine e cloruro di sodio.
Come fa il seno a produrre il latte materno?
Dovete sapere che ogni seno è formato da una ghiandola mammaria, che presenta al suo interno delle piccole sacche, chiamate alveoli. Dentro queste sacche viene prodotto il latte materno, che al momento della poppata viene trasportato e portato fuori dal capezzolo tramite dei condotti che prendono il nome di dotti galattofori. Gli alveoli che producono il latte si sviluppano nella donna già dalla pubertà grazie all’azione degli estrogeni. Poi durante la gravidanza iniziano a moltiplicarsi e aumentano di volume stimolati dal rilascio massiccio della prolattina, l’ormone responsabile della produzione del latte.
Nell’ultimo periodo della gravidanza questo ormone raggiunge il suo picco: gli alveoli si riempiono di colostro e il seno si prepara alla prima poppata. Quando il bambino nasce, già seguendo il proprio istinto si attacca al capezzolo e inizia a succhiare. Nello stesso momento il corpo della madre è come se iniziasse a programmarsi in base alle richieste del bambino. L’atto di succhiare il latte attiva dei segnali che arrivano al cervello materno, il quale rilascia altra prolattina per produrre nuovo latte. Praticamente a dettare la produzione di latte sarà proprio il bambino: più il seno verrà svuotato, più questo produrrà latte.
Una vera panacea
Sembra ci sia gran poco da aggiungere, dunque. In natura poche altre sostanze hanno un valore nutrizionale e preventivo così elevato come il colostro e, a seguire, il latte materno. Potremmo definirlo come la vera “panacea di tutti i mali” (Panacea era il nome latino che gli antichi utilizzavano per classificare alcune piante che venivano reputate con grandissime proprietà terapeutiche).
Chiaramente, a partire da questa consapevolezza, un grande lavoro resta a carico anche degli operatori della salute, cui rimane il delicato compito di sostenere uno degli equilibri più significativi della vita.
Ma se l’avvio dell’allattamento avviene quasi sempre in ambiente ospedaliero la continuazione di questo bellissimo rituale vede la protezione delle mura domestiche. Particolare attenzione, pertanto, deve essere data al sostegno che le neomamme dovrebbero ricevere anche in famiglia.
Stare vicino alle mamme: un compito sociale?
Un tempo era normale pensare al fatto che tutte le puerpere vivessero in un unico grande nucleo familiare dove nonne e zie aiutavano nella cura dei piccoli. Nello stesso periodo era altamente diffusa anche l’usanza delle “balie”, donne cioè che sostituivano o integravano l’allattamento di alcune mamme che, per varie ragioni, non riuscivano a farlo in prima persona.
Oggi, invece, l’assetto sociale ci ha portati un po’ per volta a nuclei familiari sempre più piccoli: che sia un bene o un male? Poco importa saperlo. In fin dei conti la realtà è comunque l’unico punto di partenza. Ma il coinvolgimento di altre figure non è sbagliato se queste sanno come essere veramente di aiuto e quando invece fare un passo indietro.
Nonni e zii ad esempio potrebbero in particolare aiutare nelle faccende domestiche, nella spesa, nelle pulizie e nella preparazione dei cibi, in modo da lasciare alla mamma più tempo da dedicare al figlio e pure a sé stessa, con qualche passeggiata o momento per staccare. Anche l’altro genitore, se pur di solito riprenda prima il lavoro, quando torna a casa ha il diritto e il dovere di coccolare un po’ il proprio bambino, ulteriore occasione per la mamma di rigenerarsi un po’.
Chiaramente, dunque, il nuovo equilibrio è sempre tutta una scoperta ma se pur richieda una parte di sacrificio l’importanza di questo gesto rimane impagabile.
Nel 1994, la prestigiosa rivista The Lancet, in un suo articolo esordiva proprio così: “Se si rendesse disponibile un nuovo vaccino che prevenisse un milione e più di morti infantili all’anno, e che fosse oltretutto poco costoso, sicuro, somministrabile per bocca e non richiedesse la catena del freddo, diventerebbe immediatamente un imperativo di salute pubblica…”
Ecco, l’allattamento al seno può fare questo e molto di più ma ha bisogno di una sua “catena calda” di sostegno che faccia sentire le madri capite, competenti e che protegga dalle pratiche dannose. Perché l’allattamento non è solo responsabilità della donna ma dell’intera società.