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13 Gennaio 2024
9:00

Allattamento senza gravidanza: cos’è la lattazione indotta e com’è possibile

È possibile ricorrere alla lattazione indotta (o allattamento indotto) per allattare senza gravidanza, come in caso di adozione. Si tratta di una pratica che richiede tempo, pazienza e costanza ma che può aiutare la mamma a mettersi in relazione con il proprio bambino.

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Allattamento senza gravidanza: cos’è la lattazione indotta e com’è possibile
Ostetrica
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La lattazione indotta (o allattamento indotto) è una pratica grazie alla quale una mamma può decidere di allattare suo figlio, o il figlio di un’altra persona, senza aver partorito. Rappresenta un’opportunità per le famiglie che adottano un bambino, per le famiglie omogenitoriali femminili che decidono di condividere l’allattamento (co-nursing) e in caso di calamità e povertà.

La pratica dell’allattamento indotto era già nota nel 1800, come riportato nella letteratura medica. Il dottor Antonio Scarpa nel 1935 presentò a Trieste, durante un congresso nazionale, i risultati di uno studio che trattava di donne già entrate da anni in menopausa e, più raramente, di giovani che non avevano mai avuto figli, che allattavano con successo bambini rimasti orfani di madre grazie alla suzione al seno e l’assunzione di erbe ritenute galattogoghe.

Si tratta di una pratica che richiede tempo, costanza, determinazione, collaborazione da parte del bambino e sostegno familiare. Inoltre, la pratica non permette sempre di ottenere una produzione di latte sufficiente ad allattare in modo esclusivo un neonato. In alcuni casi vi potrebbe essere la necessità di integrare il latte materno al seno con latte tirato in precedenza e conservato o di banca, se disponibili. Nonostante ciò, la maggior parte delle persone che intraprende questo percorso, con adeguate informazioni e supporto, riesce ad avviare la produzione in 6-8 settimane. 

Come indurre l’allattamento?

I genitori possono indurre la lattazione attraverso alcuni passaggi (i primi due elencati sono opzionali e andrebbero valutate in base al tempo a disposizione prima della nascita e/o dell’adozione):

  1. Utilizzo di ormoni: il seno viene preparato per la lattazione, ovvero si stimola la crescita e lo sviluppo di tessuto ghiandolare, attraverso l’utilizzo di ormoni. Tra i farmaci e gli ormoni utilizzati ritroviamo i Progestinici, gli Estrogeni e il Domperidone.
  2. Stimolazione e drenaggio del seno con tiralatte: il seno viene stimolato e drenato frequentemente (circa 8 volte al giorno) attraverso l’utilizzo di un tiralatte, in modo da attivare la produzione prima della nascita o dell’arrivo del bambino. Il latte tirato verrà conservato preziosamente.
  3. Stimolazione e drenaggio del seno con l’allattamento: una volta arrivato il bambino, si prova ad avviare l’allattamento e se necessario, si continua ad utilizzare tiralatte o spremitura manuale o sostanze galattagoghe per aumentare la produzione di latte. Sicuramente la stimolazione e il drenaggio frequenti sono i passaggi fondamentali per la lattazione indotta.

Pro e contro dell’allattamento indotto

L’allattamento indotto può essere visto come strumento per mettersi in relazione con il proprio bambino grazie al conforto, alla rassicurazione e al legame di attaccamento che il gesto di allattare al seno favorisce.

I vantaggi di questa pratica sono tantissimi ma come già anticipato, la stimolazione del seno richiede impegno e costanza, oltre che una grande motivazione da parte della mamma e per questo è fondamentale il supporto di una consulente allattamento IBCLC per iniziare questa pratica nel miglior modo possibile.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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