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23 Ottobre 2023
13:15

Ammesso in quarta il primo giorno di scuola scopre che la sua classe non esiste. Francesco lascia gli studi

Francesco Tatti si è presentato davanti all'istituto Marelli-Dudovich per iniziare il quarto anno di superiori, quando ha scoperto che la sua classe non esisteva. Il disguido, ha spiegato la preside, è stato causato da una cattiva comunicazione di docenti e segreteria. Il ragazzo ora ha abbandonato gli studi.

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Ammesso in quarta il primo giorno di scuola scopre che la sua classe non esiste. Francesco lascia gli studi
ragazzo triste

È forse il sogno di molti studenti, arrivare a scuola il primo giorno e scoprire che la propria classe non esiste, essere rispediti a casa e poter prolungare le vacanze ancora un po'. Per Francesco Tatti, 18enne di Zibido San Giacomo in provincia di Milano, invece, è stato un incubo.

Francesco ha per 4 anni frequentato il centro di formazione professionale (Cfp) di Rozzano, ottenendo anche il diploma, ma durante l'estate, invece di riposarsi, conclusi gli esami di fine anno, ha iniziato a pensare che forse per lui non era ancora giunto il momento di lasciarsi gli studi alle spalle.

Il 18enne si è preparato ed ha affrontato il colloquio integrativo per poter essere ammesso alla classe quinta dell‘Istituto Marelli-Dudovich, per l'indirizzo manutenzione e assistenza tecnica. La commissione di insegnanti riunita ha però ritenuto la preparazione del ragazzo non ancora adatta per poter affrontare la classe quinta, ammettendolo alla scuola ma in quarta. Con un po' di dispiacere Francesco ha accettato il verdetto, preparandosi dunque a dover affrontare altri due anni di studio. I genitori hanno pagato la tassa di iscrizione di 150€, e compilato insieme al ragazzo tutti i moduli necessari.

Quindi Francesco si è presentato, insieme a tantissimi studenti, fuori dall'Istituto Marelli-Dudovich, in attesa del suono della prima campanella della nuova scuola. Al suono è entrato cercando la sua aula, non trovandola è andato in segreteria per chiedere informazioni e qui, l'emozione per il primo giorno di scuola, ha lasciato spazio allo sconforto. Come una doccia fredda gli è arrivata questa comunicazione "La classe quarta che cerchi non esiste".

Francesco è tornato a casa sconcertato, già metabolizzare di dover fare un anno in più di scuola non era stato semplice, ha spiegato il papà in un'intervista rilasciata a Repubblica, poiché Francesco, a causa della dislessia ha sempre fatto molta fatica a studiare, scoprire che nell'istituto esisteva solo la classe quinta, alla quale non era stato ammesso, è stata davvero dura.

Il ragazzo oggi aiuta il padre nella sua attività di artigiano, prendendosi così un anno sabbatico in attesa della riapertura delle iscrizioni del prossimo anno scolastico, anche se non si dice per nulla convinto di voler riprendere gli studi.

Il padre ha iniziato una battaglia legale con la scuola per ottenere il rimborso delle spese e soprattutto per capire perché a suo figlio nessuno ha detto per tempo come sarebbero andate le cose. Se la famiglia fosse stata avvisata, avrebbero potuto prendere in considerazione un'altra scuola per il ragazzo, che non si sarebbe trovato a settembre senza la sua classe.

La situazione scolastica di Francesco è rimasta intrappolata nel gioco del telefono senza fili che ha portato a un'incomprensione generale, i docenti che hanno esaminato la sua situazione hanno detto al ragazzo che era ammesso alla classe quarta, senza spiegargli però, che avrebbe dovuto fare domanda in un altro istituto per il suo indirizzo di studi.

La segreteria, poi, ha spiegato la preside a Repubblica, causa la carenza di personale, si è formata completamente il 10 settembre, prima chi ha accolto l'iscrizione del ragazzo, non era stato preparato a sufficienza per avvisarlo del disguido.

La dirigente, Elvira Ferrandino, non ha potuto fare altro che scusarsi con Francesco e la sua famiglia, promettendo il risarcimento di tutte le spese al più presto e garantendo che una situazione del genere non si ripresenterà mai più.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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