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Ammettiamolo: ascoltare i nostri figli esercitarsi a leggere a voce alta è una noia indicibile

Che soddisfazione quando nostro figlio impara a leggere in modo scorrevole! Peccato che il traguardo arrivi dopo ore strazianti trascorse ad ascoltarlo sillabare davanti a un libro.

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Ammettiamolo: ascoltare i nostri figli esercitarsi a leggere a voce alta è una noia indicibile
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Tutti noi abbiamo atteso con ansia un momento specifico: quello in cui puoi chiedere a tuo figlio di portarti qualcosa di preciso, dalla compressa per il mal di testa a una determinata birra nel frigo. Ma, per anni, abbiamo dovuto fare i conti con una difficoltà allora insormontabile: non erano in grado di leggere le etichette.

Mentre eri nel pieno dell'esecuzione di una ricetta, che comunque non avresti mai più replicato, avresti voluto dire al pargolo: "Amore, dopo aver fuso il motorino del frullatore, cosa viene?". Ma niente, non potevi. Lo spettro dell'analfabetismo si allungava fino al fumoso termine dei suoi sei anni. E poi, un giorno, i sei anni arrivano. E tu già pregusti le terga salde sul divano mentre lo mandi in giro a prendere cose per te. Ma la realtà non è così semplice.

Da quando in qua ci vogliono tutti questi mesi, per imparare a leggere? E, soprattutto: ma quanto è straziante per il nostro cervello sentirli esercitare? Devo essere onesta, a me è andata di lusso perché, in piena pandemia, mia figlia videochiamava mia madre e si esercitava con lei in diretta. Ma la sua voce oltrepassava le porte, mentre io mi chiedevo dove la nonna prendesse tutta questa pazienza. Almeno un'ora al giorno. Secondo me, annuiva orgogliosa nel sentire sillabare la nipote, ma indossava auricolari e ascoltava musica di nascosto.

È sempre in agguato la tentazione di anticipare le parole del bambino per cercare di farla breve

Dovremmo consolarci pensando ai maestri della primaria: intere mattinate ad ascoltare bambini che si sforzano, si arrovellano davanti a sillabe difficili, che tentennano, compitano e ricominciano daccapo. Poi, naturalmente, è sempre in agguato la tentazione di anticipare le parole del bambino per cercare di farla breve, ma è onestamente una cosa orribile, ne converrete.

E quindi tutti lì a mordersi le labbra con un sorriso falsissimo mentre i figli ripetono per l'ennesima volta una lettura a voce alta, pensando: "Pietà, basta, meglio quando studiavi violino, versatemi della cera nelle orecchie!"

La verità però è che, quanto più durerà lo strazio quotidiano, tanto prima impareranno. E potremo finalmente mandarli in giro per il supermercato a prendere cose al nostro posto.

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