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3 Ottobre 2023
12:30

Anestesia epidurale per il parto: che cos’è e quando si somministra

L'anestesia epidurale o peridurale è una tecnica anestesiologica utilizzata per il controllo del dolore del travaglio di parto in tutti i suoi stadi. E' possibile quindi somministrarla anche al momento dell'espulsione perché non interferisce con le spinte.

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Anestesia epidurale per il parto: che cos’è e quando si somministra
In collaborazione con il Dott. Riccardo Federle
Ostetrico
dolore parto

L’anestesia epidurale è una tecnica farmacologica per controllare il dolore ed è molto efficace per dare sollievo alla mamma durante il travaglio e il parto.  La procedura prevede la somministrazione di  bassissime concentrazioni di farmaci, a livello dello spazio “epidurale” della colonna vertebrale, ovvero quello più esterno di una delle meningi (dura madre).  Con questo trattamento si ottiene un blocco delle fibre nervose, che inducono il dolore, mantenendo però la sensibilità motoria e tattile. Si tratta, ovviamente, di un blocco solamente temporaneo.

Che cos'è l'anestesia epidurale

L'epidurale è una procedura che permette di iniettare, attraverso un sottilissimo catetere, nella parte bassa della schiena (zona lombare), in uno spazio intorno ai nervi spinali (l’epidurale) un anestetico locale, che durante il travaglio blocca il dolore delle contrazioni.

Durante l'epidurale le pazienti si possono sempre muovere tranquillamente e, a meno di dosaggi pesanti, mantengono la sensazione di premito durante la fase espulsiva e di "pancia dura" durante quella dilatante.

Differenze con l'anestesia spinale

L’anestesia epidurale è una anestesia loco-regionale centrale e prevede  l’iniezione di anestetico all’esterno dello spazio subaracnoideo, a differenza della spinale.  La spinale, invece, è una tecnica di anestesia neuroassiale in cui il farmaco anestetico è posizionato direttamente nello spazio intratecale (spazio subaracnoideo) della colonna vertebrale, che ospita il liquido cerebrospinale. Si utilizza per gli interventi chirurgici che coinvolgono il basso addome, il bacino, il perineo e gli arti inferiori. É quindi indicata per il parto cesareo. In questo caso, le gambe perdono completamente la sensibilità e non si riescono più a muovere.

epidurale

Come ci si prepara all'anestesia epidurale

Le donne che decidono di partorire ricorrendo all’epidurale devono fare, prima del parto, una serie di esami  del sangue (PT, PTT, Emocromo, Fibrinogeno), un elettrocardiogramma e una visita con un anestesista, durante la quale la donna dovrà firmale il consenso informato. È opportuno che al momento del parto tali esami non siano più vecchi di 30 giorni, di conseguenza non sono indispensabili al momento della visita con l’anestesista, lo sono invece prima dell’esecuzione dell’analgesia.

Solitamente, al momento del parto, il ginecologo o l’ostetrica avviserà l’anestesista, che dopo l'avvio del travaglio può procedere con partoanalgesia. Se il parto è indotto e quindi il travaglio non parte naturalmente, è auspicabile attivare l’epidurale prima dell’infusione di ossitocina.

Procedura per l'epidurale

La procedura per inserire l’epidurale prevede che la donna si posizioni su un fianco o più spesso seduta e piegata leggermente in avanti e stia il più ferma possibile. La parte bassa della schiena viene disinfettata con un antisettico e poi l’anestesista dovrebbe inserire tra una contrazione e l’altra l’ago epidurale (di circa 10 cm), tra le ossa della colonna vertebrale nello spazio attorno ai nervi spinali. Successivamente sarà inserito il catetere e rimosso l’ago. Il tubo è lo strumento per far passare l’anestetico, che dovrebbe fare effetto dopo 10-15 minuti. Il catetere viene fissato alla schiena per evitare che fuoriesca. La procedura richiede una decina di minuti e non è dolorosa.

Meccanismo d'azione ed effetti

Subito dopo la somministrazione del farmaco, la donna potrebbe sentire formicolio alle gambe, ma anche al torace e all’addome, e sensazione di calore. I dosaggi, come abbiamo detto, sono bassi, quindi può comunque muoversi e camminare se lo desidera. E' importante, però, che venga sempre assistita e non si alzi da sola, perché la pesantezza alle gambe può renderla meno stabile. L'anestesia serve ad eliminare la sofferenza, ciò non significa non sentire più dolore, ma ridurlo. La durata del farmaco può variare da 60 a 120 minuti

Un effetto scomodo è la momentanea perdita della sensibilità vescicale, una condizione non dolorosa, ma la donna può non avvertire la necessità di urinare. Per tale motivo molto spesso le ostetriche durante l'assistenza invitano comunque le donne a provare ad andare in bagno o effettuano dei cateterismi estemporanei per svuotare la vescica.

Come avviene il recupero dall'anestesia epidurale

Terminata la somministrazione degli anestetici, possono passare anche alcune ore prima che la sensazione di intorpidimento svanisca. In questa fase è importante riposare, in posizione sdraiata o seduta, fino al totale recupero della sensibilità alle gambe. Non è possibile nelle 24 ore successive bere alcolici, guidare e utilizzare macchinari di qualsiasi genere.

anestesia epidurale

Quali sono i rischi dell'anestesia epidurale

Come tutte le tecniche mediche, l’anestesia epidurale può provocare delle complicanze immediate o tardive. Questi eventi sono generalmente legati al sistema nervoso centrale, quello periferico o altri organi ed apparati. Le complicazioni neurologiche possono essere dovute al trauma diretto dell'ago e/o del catetere, a infezioni, a effetti tossici degli anestetici locali o di altre sostanze iniettate nello spazio peridurale, a ischemia (mancato arrivo di sangue) e a compressione. Tra gli eventi reversibili più comuni ci sono:

  • Ematoma epidurale.
  • Cefalea: un forte mal di testa può verificarsi  nello 0,2-4% dei casi dopo il parto, e può durare qualche giorno.
  • Prurito cutaneo: provocato dagli antidolorifici infusi con l'epidurale
  • Senso di nausea e vomito
  • Infezione: di solito rimane circoscritta nella zona dell’iniezione.
  • Perdita di sensibilità della vescica
  • Ipotensione
  • Lombalgie e sciatalgie, soprattutto nei pressi della puntura
  • Calo della pressione, che viene contrastato grazie alla somministrazione di liquidi e farmaci adeguati

Gli effetti collaterali, invece, sono:

  • Aspirazione di sangue, è l’evento più frequente durante l'esecuzione di una anestesia epidurale. Non dà conseguenze
  • Parestesie (alterata percezione della sensibilità)
  • Difficoltà all'avanzamento del catetere nello spazio peridurale
  • Sensazione di stordimento, tinniti, sapore metallico, diplopia e vertigini
  • Brividi
  • Blocco lateralizzato (l'effetto anestetico è solo su una parte dell’addome)
  • Blocco segmentario, ovverosia la presenza nell'addome di aree (di solito a livello inguinale) "sensibili" a "macchia di leopardo" dopo l'iniezione dell'anestetico

Parto naturale con epidurale: pro e contro

L’epidurale viene proposta per alleviare il dolore delle contrazioni durante il travaglio. Consente, infatti, un travaglio naturale con parto spontaneo: la partoriente è libera di muoversi e di camminare, può assumere tutte le posizioni consigliate e, naturalmente, può spingere nella fase espulsiva; questa tecnica non riduce la forza muscolare, non toglie vivacità al neonato e non è controindica l’allattamento al seno.  E' tra l'altro riconosciuto come la peridurale riduca la fase dilatante del travaglio a discapito tuttavia di un possibile aumento di quella espulsiva.

É vero, però, che non sempre si può fare. Se il travaglio è molto veloce, per esempio, potrebbe non essercene il tempo. Inoltre, è controindicato nelle donne con malattie emorragiche, che assumono farmaci anticoagulanti, in caso di infezioni cutanee alla schiena.

Il commento dell'ostetrico

L'epidurale, oggi, è sicuramente una grande risorsa della medicina ma non significa che non sia possibile partorire senza. La cosa migliore è comunque raccogliere tutte le informazioni che servono per decidere cosa fare in modo consapevole: è il caso allora di capire come funziona l'accesso all'epidurale nel luogo in cui si sceglie di partorire.

In molti ospedali, ad esempio, si prenota un incontro gratuito con il medico anestesista nel quale viene illustrata la procedura completa di benefici e rischi e si può quindi procedere alla firma del consenso informato.

Questo comporta una strada aperta in più ma non certo l'obbligo di eseguire il tutto. Se, infatti, durante il travaglio si riesce a raggiungere un buon equilibrio tramite l'ascolto sapiente del proprio corpo e la guida dell'ostetrica si può scegliere di procedere naturalmente fino alla nascita del bambino.

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