Perché i più piccoli di casa credono che un giocattolo sia vivo o che lo sia anche un sasso nel momento in cui si muove rotolando giù da una collina? Il concetto di animismo nei bambini (o di pensiero magico) è molto ben radicato. Complici anche alcuni cartoni animati di successo come Toy Story o la Dottoressa Peluche, i nostri figli, fino a una certa età, sono convinti che tutto ciò che esiste sia vivo e abbia caratteristiche simili a loro.
Si tratta di un processo fisiologico nello sviluppo del bambino, che interagisce con gli oggetti che lo circondano come se fossero davvero reali. È una modalità di approcciarsi al mondo utile durante l'infanzia, da non ostacolare, criticare o deridere. Perché in questo modo i bambini iniziano a conoscere il mondo e la realtà che li circonda.
Cos'è l'animismo, definizione
Filosoficamente parlando, l'animismo è la tendenza a considerare l'anima come il principio della vita e del pensiero. Le teorie animistiche sostengono che tutti gli esseri sono animati e viventi. Democrito, ad esempio, diceva che anche le pietre avevano un'anima. In psicologia, invece, si usa questo termine per sottolineare quella tendenza soprattutto dei bambini a considerare viva ogni cosa, a dare a tutto quanto un'anima.
Il primo a teorizzarlo è stato lo psicologo svizzero Jean Piaget, che ha aggiunto come questa modalità di pensiero sia comune a tutti i bambini nella prima infanzia (di solito fino ai 6-7 anni) e che si da ricollegarsi all'egocentrismo tipico dei bimbi, che non sanno ancora distinguere tra ciò che appartiene al mondo interno a loro e ciò che appartiene al mondo esterno a loro, riconducendo tutto a un'unica grande concezione che è quella del pensiero magico, che dona vita anche a oggetti che sono inanimati.
Animismo nei bambini e pensiero magico
L'animismo è presente in tutti i bambini con età compresa, all'incirca, tra i 2 e i 6-7 anni. Il pensiero magico, come è anche definito, è lo strumento usato dai più piccoli per capire e rappresentare la realtà, il mondo esterno, per comprenderlo e non avere più paura di ciò che non si conosce. Attraverso questa modalità di pensiero, che spesso gli adulti dimenticano, i bimbi sono portati a credere che tutti gli esseri e tutti gli oggetti inanimati sono in realtà vivi, provano emozioni e sentimenti, compiono gesti, hanno pensieri. Proprio come se fossero delle persone.
Per i più piccoli di casa, soprattutto i giocattoli che usano ogni giorno sono in realtà oggetti che possono prendere vita quando meno te lo aspetti (e il film d'animazione della Pixar Toy Story, con la sua lunghissima saga di titoli, è l'esempio più lampante). Ma non solo gli oggetti con cui vengono a contatto ogni giorno. Per loro anche un sasso che rotola da una collina, una nuvola che si sposta veloce nel cielo o un'onda che arriva sul bagnasciuga sono dotati di anima e di volontà.
A cosa serve il pensiero magico
Il pensiero magico è una risorsa molto importante per i bambini, attraverso la quale iniziano a scoprire il mondo esterno e la realtà che li circonda. Realtà che, a volte, può fare un po' paura, ma solo perché non la si conosce ancora bene. Dando un'anima a ogni oggetto, naturale o artificiale, è come se i bambini riflettessero su oggetti inanimati dando loro caratteristiche che appartengono agli esseri umani. Così da prendere maggiore confidenza con ciò che è nuovo e che non è poi così diverso da loro. Alcuni esempi sono i seguenti:
- Le nuvole in cielo si spostano perché giocano a rincorrersi
- L'albero era stanco di tenere tutte quelle foglie pesanti e le ha fatte cadere
- La bambola è caduta nella notte dallo scaffale perché voleva fare quattro passi
- Il cancello (automatico) si è aperto perché gliel'ho chiesto io con la parola magica
Il bambino è in cerca di risposte a tante domande che, crescendo, inizia a porsi. Ma non ha ancora gli strumenti utili a comprendere tutto quanto. Per questo potrebbe sentirsi in difetto o destabilizzato davanti a qualcosa che non capisce. L'animismo aiuta i bambini a calmare l'ansia che potrebbero provare di fronte a ciò che è sconosciuto e gli permette anche di imparare ogni giorno cose nuove. Inoltre, consente ai più piccoli di capire la differenza tra sé e gli altri, di comprendere il confine tra ciò che lui rappresenta e quello che rappresentano altre persone, altri oggetti, situazioni, ambienti.
Come comportarsi
Gli psicologi contrappongono sempre il pensiero magico dei bambini al pensiero logico degli adulti, per i quali tutto questo fantasticare dei più piccoli di casa è incomprensibile e, a tratti, potrebbe sembrare anche inutile, uno spreco di tempo e di risorse. Solo perché si sono dimenticati di quando erano loro ad "animare" ogni oggetto, per sentirsi più sicuri nel mondo che iniziavano in quel momento a conoscere e vivere pienamente.
Essendo un fisiologico processo di crescita, i bambini non vanno mai ostacolati, mai derisi, mai criticati, quando si comportano seguendo la modalità di pensiero animista. Il loro modo di comportarsi va compreso e accettato, permettendo ai più piccoli di elaborare ogni situazione autonomamente e, nel caso in cui chiedano spiegazioni è possibile intervenire fornendo anche la spiegazione logica del fenomeno. Il pensiero magico deve essere lasciato libero di correre nella mente dei bambini, che in questo modo potranno farsi una personale rappresentazione più familiare della realtà.
Proprio con la crescita, il bambino imparerà a comprendere i reali meccanismi con cui il mondo funziona, abbandonando un po' quell'alone di magia e di mistero e abbracciando la logica. Anche se tutti, in fin dei conti, continuiamo a sperare anche da adulti che i giocattoli siano dotati di anima e che gli elettrodomestici, quando parliamo loro per farli funzionare, possano davvero capire quello che stiamo dicendo.