Api, vespe e insetti fanno spesso molta paura (pur essendo – soprattutto nel caso delle api – fondamentali per l'ecosistema e la biodiversità). Comprensibile: i loro morsi fanno davvero male e sono fastidiosissimi. E diventano anche estremamente pericolosi quando è presente un'allergia.
Papà e mamme si preoccupano quindi spesso, quando si tratta di avventure all'aperto, e in particolare nel caso in cui bimbi e bimbe non siano mai stati punti. Come sapere che non sono effettivamente allergici? E quali sono le probabilità che lo siano?
A chiarire questi dubbi è la Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica.
Quanti bambini sono allergici agli imenotteri?
I numeri riguardanti le reazioni avverse al veleno degli imenotteri (api, vespe e compagnia bella) sono chiari: in età pediatrica si parla di un range che va dallo 0,3% fino al 3,6% dei bambini. Non tutte le reazioni però hanno la stessa gravità.
A illustrare questi dati è Michele Miraglia del Giudice, presidente della SIAIP e professore di Pediatria e Allergologia e Immunologia pediatrica all'Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli di Napoli, che ha dichiarato a Adnkronos: «La prevalenza di reazioni sistemiche, come orticaria, rossore, prurito, pomfi, gonfiore alle palpebre o alle labbra, va dall'1 al 3%. E riuscire ad identificare l'insetto pungitore è importante per il percorso diagnostico-terapeutico».
Il medico continua: «Le reazioni più frequenti sono di tipo locale. A seguito delle punture di imenotteri normalmente si verificano arrossamento, gonfiore, dolore e prurito. I sintomi possono durare diversi giorni. Le reazioni locali estese di solito si sviluppano da 6 a 12 ore dopo una puntura, aumentano di dimensioni per 24-48 ore e durano da 5 a 10 giorni o più».
Di solito, spiega, «richiedono solo un trattamento sintomatico con impacchi freddi, analgesici orali o antistaminici orali e/o con steroidi locali per l'eritema e l'infiammazione». Non mancano tuttavia reazioni più gravi.
Le reazioni più gravi
Dall'1 al 3% dei bambini e delle bambine può manifestare una vera e propria reazione allergica alle punture di insetti. Questa può variare da lieve a pericolosa per la vita. Oltre alla comparsa di segni localizzati, possono infatti insorgere sintomi sistemici e più diffusi, che possono essere cutanei, gastrointestinali, respiratori, neurologici e cardio-vascolari.
Nel caso più grave, la puntura porta addirittura alla anafilassi, una reazione allergica molto pericolosa. In questo caso è necessario recarsi al pronto soccorso per una iniezione di adrenalina intramuscolare.
Quando avviene, è bene recarsi – una volta passato il pericolo – presso un centro allergologico specialistico, in modo da ricevere le indicazioni necessarie per eventuali morsi futuri, oltre ai consigli di trattamento e prevenzione.
I medici e le mediche potranno anche prescrivere un piano terapeutico ad hoc, fornendo anche l'adrenalina autoiniettabile per le emergenze.
Come riconoscere l'insetto
Ma come riconoscere l'insetto responsabile del morso?
Si osservano le lesioni sulla pelle:
- la puntura d'ape presenterà il pungiglione;
- quella da vespa no, perché non lo perde durante l'attacco.
Il medico spiega poi come, nel caso di puntura d'ape, il pungiglione vada rimosso il più presto in modo da bloccare la propagazione del veleno (che avviene nei primi dieci, venti secondi): "prima si interviene, minori saranno i fastidi. I calabroni invece sono riconoscibili per le loro grandi dimensioni e per l'intenso dolore provocato dalla loro puntura".