Maria ce l'ha fatta, ha ricevuto il decreto di affido. La sua lettera ha fatto breccia nel cuore dei funzionari del Tribunale per i minorenni di Palermo e da ieri, 21 novembre può chiamare anche legalmente Marcello e Gianluca, i suoi papà.
Vi avevamo raccontato la storia della coppia di ballerini di Palermo innamorati e conviventi da tempo, che dopo essersi avvicinati al mondo dell'affido tramite l'associazione locale Afap, essere risultati idonei ad ogni controllo dei servizi sociali, avevano incontrato in una casa famiglia Maria.
La ragazza diciassettenne, con un passato difficile alle spalle, fatto di 4 anni in casa famiglia, insieme alla sorellina, a causa della scomparsa della madre e dell'assenza del padre, aveva ritrovato tra le braccia di Gianluca e Marcello la voglia di vivere:«Mi hanno insegnato a dare valore alla vita, a prendermi cura di me» spiegava la giovane nella missiva inviata al tribunale.
Uno dei due papà, Marcello Carini, ci aveva spiegato che a Maria, grazie a un decreto di "collocamento al domicilio", dallo scorso luglio era stato concesso di trasferirsi nel nido d'amore dei due ballerini. Il decreto finale di affido, però, tardava ad arrivare: «Maria ha diritto a ricevere quella firma, per sentirsi finalmente, anche a livello legale, parte integrante della famiglia» ci aveva detto Marcello.
Possiamo solo immaginare la gioia che ha pervaso Marcello, Gianluca e Maria quando è finalmente arrivata la tanto agognata telefonata dal Tribunale di Palermo. Flora Randazzo, la Presidente facente funzioni del tribunale per i minorenni di Palermo, dopo l'impatto mediatico della lettera della ragazza ha contattato i due ballerini, sottolineando che non vi fosse alcuna discriminazione in atto per il loro orientamento sessuale e che presto sarebbe arrivata la firma. Così è stato.
Maria era a scuola, quando è stata chiamata dalla segreteria per una telefonata, erano i suoi papà:«Il decreto d'affido è stato firmato, ce l'abbiamo fatta». La diciassettenne è scoppiata a piangere, sentendo che quel desiderio espresso nella sua lettera «Vorrei sentire di poter, finalmente, appartenere a qualcuno» è stato realizzato.
Da oggi Maria potrà partire con i suoi papà, per far visita ai loro parenti, potendo viaggiare con tutti i documenti in regola, potrà sottoporsi a visite e vaccini, accompagnata da loro. Anche le gite scolastiche, i permessi di entrata e uscita in anticipo o in ritardo, non saranno più un problema.
Marcello ci diceva, prima di ricevere il decreto di affido definitivo, che l'esigenza di rendere la loro storia virale era legata ai bisogni della figlia e a quelli di tutti i bambini in attesa di un decreto di affido. «Abbiamo sentito la necessità di raccontare questa storia, affinché sia un'opportunità per altre coppie che stanno vivendo l'affido. Tutti i bambini e i ragazzi che sono stati allontanati dalla loro famiglia d'origine hanno il diritto di trovare una famiglia che si prenda cura di loro».
Da oggi tutti quei bambini e ragazzi sapranno che, come è successo a Maria, si può ritrovare tutto l'amore perduto, si può tornare ad avere una famiglia, si può sentire di appartenere a qualcuno.