La notizia delle possibili multe in caso di ritardo all'asilo nido non è più solo notizia, ma realtà. Il Comune di Como durante l'ultima giunta ha approvato la proposta contenuta nel nuovo regolamento dei servizi alla prima infanzia, e la stessa approvazione è arrivata anche durante il più recente Consiglio Comunale, con l'amministrazione guidata dal sindaco Alessandro Rapinese che ha votato favorevolmente.
Le scuole dell'infanzia comunali ad essere interessate dalle nuove misure sono nove e accolgono quasi 300 bambini e bambine da zero a tre anni. Questa misura riguarderebbe però solo gli asili nido.
Ma di cosa si tratta?
Il provvedimento consiste in una vera e propria multa di 50 euro che scatterà (a partire da settembre 2023) a fronte di quattro ritardi anche non consecutivi nei confronti di tutti i genitori che non rispettino l'orario di ingresso.
La giunta comunale sostiene che si tratta di una misura pedagogica per favorire e migliorare l'intervento educativo nei nidi, evitando i continui ritardi che mettono i bastoni tra le ruote alle attività e che spesso sembrano anche una mancanza di rispetto nei confronti di chi lavora. Se un ritardo sporadico è accettato, quando questo diventa un'abitudine non può quindi più essere tollerato, secondo la giunta.
Como non è peraltro la prima città a pensare a una soluzione di questo genere. Tra le altre amministrazioni che in passato hanno introdotto misure punitive nei confronti dei genitori considerati ritardatari c'è per esempio San Vendemiano, che nel 2016 aveva addirittura diffuso un "tariffario delle sanzioni" per ridurre i ritardi (ma anche gli anticipi, multando le mamme e i papà che portavano i figli al nido al mattino troppo presto).
Le critiche
Le opposizioni contestano la decisione e annunciano battaglia in aula sul regolamento dei nidi. In particolare, il Partito Democratico comasco suggerisce di ampliare gli orari di apertura dei nidi, anziché punire genitori in difficoltà, mentre Svolta Civica sostiene che Como non è una città per famiglie. Anche Fratelli d'Italia non lesina sulle critiche: per loro, il traffico di Como è insostenibile per i genitori, e da lì si dovrebbe partire.
In ogni caso, l'impressione è che le mamme e i papà non vengano sostenuti, in un Paese nel quale gli asili nido scarseggiano e nel quale le misure a supporto delle famiglie sono ancora indietro rispetto a tante altre realtà straniere.