Tra le misure previdenziali di sostegno alle famiglie, l'Assegno di maternità dei Comuni non è il più conosciuto eppure, in determinate situazioni, tale contributo può rappresentare una piccola boccata d'ossigeno per i genitori privi di un impiego stabile.
Spesso chiamato anche "Bonus mamme disoccupate", questo sostegno viene infatti assegnato dagli enti comunali – e pagato dall'INPS – per supportare le famiglie a basso reddito e scoperte da altre forme di previdenza sociale
Cos'è l'Assegno di maternità dei Comuni
L'Assegno di maternità dei Comuni o Assegno di Maternità di base è una prestazione assistenziale concessa dai comuni e pagata dall'INPS istituita nel 2001 con il decreto legislativo n. 51 del 26 marzo 2001 (articolo 74) che si rivolge alle mamme entro un certo limite di reddito e che non hanno un'occupazione.
La misura ovviamente è valida anche per le mamme di figli adottivi o affidati con scopo di adozione, a patto però che siano regolarmente registrati come residenti nel nostro Paese e che non abbiano superato i 6 anni d'età.
Chi può richiederlo?
Per poter accedere al contributo occorre essere in possesso di determinati requisiti:
- Cittadinanza e residenza in Italia. La richiesta può essere presenta anche da chi viene proviene da Paesi comunitari o da cittadini di Paesi extra-UE ma in possesso in un permesso di soggiorno. In ogni caso la madre deve risultare residente in Itali al momento della nascita o dell'ingresso in famiglia del figlio adottato
- Assenza di altre coperture previdenziali o assegni di maternità erogati dall'INPS)
- ISEE non superiore alla soglia indicata annualmente dall'ente erogatore. Nel 2023 la soglia di ISEE è 19.185,13 euro
L'assegno può essere richiesto anche nei casi in cui la madre sia già beneficiaria di un altro sostegno economico ma d'importo inferiore a quello che l’Inps le fornirebbe attraverso il Comune.
Se la madre risulta deceduta o ha abbandonato i figli, anche il padre può presentare la richiesta per il bonus.
Come richiedere l'Assegno di maternità dei Comuni?
Le domande per il bonus "mamme disoccupate" devono essere inoltrate al proprio Comune entro sei mesi dalla nascita del piccolo o del suo ingresso nel nucleo famigliare.
Al momento di presentare la richiesta (direttamente al Comune o avvalendosi del supporto di un CAF) è necessario presentare alcuni documenti:
- Certificato di nascita del Comune di residenza del minore
- Documento d'identità dalla madre (se extracomunitaria, serve anche il permesso di soggiorno)
- Attestazione ISEE valida con prospetto di calcolo della maternità
- Autocertificazione dove si attesta di non percepire altri assegni di maternità e di essere in possesso dei requisiti necessari all'erogazione del contributo economico
- Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro che attesti lo stato di disoccupazione (o non inoccupabilità) del genitore
Per completare la procedura verrà richiesto anche un codice IBAN del conto corrente o della carta sulla quale verrà accreditata la somma prevista.
Quando si riceve il bonus e a quanto ammonta
L'importo del sostegno viene calcolato ogni anno sulla base della variazione dell'indice dei prezzi al consumo pubblicati dall' ISTAT e i salari medi convenzionali.
Quest'anno ad esempio l'indice è aumentato all'8,1% a causa dell'inflazione galoppante, dunque per il 2023 sono previste cinque mensilità da 383,46 euro, per un totale di 1.917,30 euro.
Ma quando si riceveranno i soldi? Dopo l'approvazione della domanda da parte del Comune, il bonus può iniziare ad essere erogato entro un periodo che solitamente va dai 60 ai 120 giorni.