Con l'inizio del 2024 il Governo ha disposto un aumento dell'Assegno Unico e Universale (AUU) per i figli a carico in modo da adeguare gli importi all'inflazione galoppante. Per poter godere di dell'incremento – calcolato intorno al 5,4% in più rispetto all'anno precedente – sarà però necessario presentare una dichiarazione ISEE valida e aggiornata al 2024, poiché anche i requisiti per l'Indicatore della Situazione Economica Equivalente sono stati innalzati.
L'ISEE dell'anno scorso varrà infatti fino a febbraio. Le famiglie che non si adegueranno non verranno escluse dal servizio, ma da marzo 2024 percepiranno solo la quota mensile minima, pari a 57,20 euro al mese per figlio minorenne, indipendentemente dall'effettiva condizione economica del nucleo familiare.
Per i ritardatari però non tutto sarà perduto, poiché l'INPS ha esteso fino al 30 giugno 2024 il periodo valido per presentare la nuova dichiarazione. Se dunque ci si adopererà entro quella data, non solo s'inizierà a percepire l'incentivo con le somme corrette, ma si riceveranno anche gli arretrati (a partire ovviamente da marzo 2024).
Ciò però non significa che tutti i genitori dovranno presentare anche una nuova richiesta per l'Assegno unico: chi è già beneficiario della misura dovrà solo aggiornare Dichiarazione Sostitutiva Unica per l'ISEE.
Ma a quanto ammontano i nuovi importi? Per il 2024, la quota più alta spetta a chi presenta un'ISEE inferiore ai 17.090,61 euro (nel 2023 la soglia era 16.215 euro). Per costoro la somma mensile sale da 189,20 euro a 199,4 euro per figlio. Alle famiglie con ISEE superiore 45.575 euro spetta invece il contributo più basso, che come già anticipato si attesta alla cifra di 57,2 euro per figlio.
Previste maggiorazioni anche per famiglie con figli portatori di una disabilità certificata e nuclei nei quali entrambi i genitori siano lavoratori.
Un capitolo a parte merita invece l'Assegno d'Inclusione (ADI), la misura di contrasto alla povertà che è stato introdotto per aiutare le fasce di popolazioni più fragili e che in parte sostituisce l'ormai abolito Reddito di Cittadinanza.
Tale misura non va a influire sul calcolo dell'Assegno unico e può tranquillamente essere cumulato con esso.