L'autoregolazione emotiva rappresenta una tappa imprescindibile nella crescita dei bambini. Questa competenza include infatti l'identificazione delle emozioni, l'impiego di strategie per calmarsi, l'espressione costruttiva dei sentimenti e l'adattamento del comportamento alle circostanze, contribuendo così al benessere emotivo e sociale del bambino.
Imparare a dominare i propri istinti non è però un processo banale. Soprattutto nei primi anni di vita è infatti compiti dei genitori stimolare i piccoli a fare i conti con i propri impulsi, riconoscerli e infine controllarli.
Che cos'è l'autoregolazione emotiva
L'autoregolazione emotiva nei bambini può essere definita come il processo attraverso cui i bambini imparano a gestire e controllare le proprie emozioni, modulando le loro risposte ai vari stimoli emotivi in modo appropriato al contesto.
Poniamo ad esempio che un bimbo venga improvvisamente privato di un oggetto a cui tiene (un giocattolo, il ciuccio es…): è molto probabilmente che il piccolo scoppi a piangere disperatamente. Se invece la stessa cosa dovesse accadere ad un adulto maturo, invece, quest'ultimo proverà sì del disappunto, ma saprà governare i propri istinti senza farsi travolgere dalle emozioni
L'autoregolazione rappresenta dunque una competenza fondamentale per lo sviluppo psicologico e sociale di un individuo e i bambini iniziano ad apprenderla fin dai primi anni di vita attraverso un processo graduale che si evolve con l'esperienza e la graduale crescita cognitiva.
Le fasi
Durante i primi anni di vita i bambini sono soggetti istintivi, totalmente alla mercé dei propri impulsi e delle immediate reazioni agli stimoli esterni
- Fase 1 – modulazione neurofisiologica: questa fase parte dalla nascita e si estende fino al terzo mese di vita. Durante questo periodo, il piccolo presenta già ridotte facoltà di autoregolazione, come i riflessi neonatali (come il riflesso di Moro o quello di suzione) e, naturalmente, il pianto. Tali comportamenti istintivi contribuiscono a "confortare" il piccolo e incanalare le reazioni ad un turbamento o un disagio.
- Fase 2 – modulazione senso-motoria: da tre mesi al compimento del primo anno di vita. Qui il piccolo prende confidenza con il proprio corpo e inizia a rispondere agli stimoli dell'ambiente che lo circonda, sviluppando le proprie capacità attentive e "allenando" le espressioni facciali sulla base del principio d'imitazione. Ora l'intervento dei genitori o la presenza di una distrazione (come un giocattolo) può contribuire a calmare il piccolo o divertirlo.
- Fase 3 – il controllo: tra i 12 e i 18 mesi, i bambini cominciano a collocarsi nello spazio e ad identificare le persone come entità indipendenti con le quali interagire. Ciò rappresenta un primo step nel percorso che porta il piccolo a riconoscere l'autorità adulta (il genitore, la tata, i nonni etc…) e ad interiorizzare le prime regole di comportamento.
- Fase 4 – autocontrollo: dopo i due anni d'età il bambino è consapevole dell'esistenza di alcune regole e della necessità di rispettarle. Il bimbo dunque inizia ad imporsi una certa condotta, adattandosi alle aspettative dell'ambiente e di chi lo circonda. Le eruzioni emotive sono però ancora frequenti e perfettamente giustificate.
- Fase 5 – autoregolazione: passati i tre anni, i bambini sanno parlare e orientare i propri comportamenti in base al contesto. Il linguaggio stesso diventa una componente importante per la regolazione emotiva poiché ora sono proprio le parole a indirizzare i bimbi, costruendone l'identità.
Le principali strategie di autoregolazione emotiva
Le strategie di autoregolazione emotiva variano in base all'età e alle capacità individuali dei bambini. Simili approcci possono includere metodi come il ri-orientamento dell'attenzione, l'uso di tecniche di rilassamento (es. respirazione profonda), la ristrutturazione cognitiva, o la ricerca di supporto sociale.
La capacità di scegliere la strategia più efficace in un dato contesto è un aspetto chiave dell'autoregolazione emotiva, tuttavia la prima regola che ogni genitore dovrebbe seguire per garantire l'efficacia dei propri insegnamenti è sempre una: dare il buon esempio. Se infatti una mamma o un papà si mostrerà in grado di modulare i propri comportamenti nonostante l'intensità degli stimoli ambientali (un litigio, una notizia scioccante, la concitazione per un momento di particolare tensione), i figli avranno un modello di riferimento in grado d'instradarli ad un rapporto sano che le proprie percezioni e i propri istinti.
- Riconoscimento delle emozioni: il primo passo nell'autoregolazione è riconoscere le proprie emozioni. Insegnare ai bambini a identificare e nominare le diverse emozioni che provano è essenziale. Questo può essere fatto attraverso giochi, storie, o semplicemente parlando delle proprie emozioni durante la giornata, tuttavia il primo passo da compiere è far capire ai piccoli che noi genitori stiamo a nostra volta comprendendo le loro emozioni, senza alcun tentativo sminuirle o cercare di reprimerle. Solo con questi presupposti si possono far partire le successive strategie, perché i bambini si sentiranno maggiormente a loro agio con ciò che provano, senza vergogna o timori.
- Tecniche di respirazione e rilassamento: le tecniche di respirazione e rilassamento sono strumenti potenti per calmare il sistema nervoso. Insegnare ai bambini a fare respiri profondi, praticare la respirazione diaframmatica o utilizzare tecniche di rilassamento muscolare può aiutarli a gestire momenti di stress o agitazione. Si tratta però di uno strumento "di supporto" e che deve essere accompagnato da comportamenti e insegnamenti ben più incisivi da parte dei genitori per risultare efficaci.
- Strategie di distrazione: la distrazione può essere un utile strumento di autoregolazione per i bambini. Ciò può includere attività come giocare, disegnare, o ascoltare musica, che possono aiutare a deviare l'attenzione da emozioni negative o stressanti.
- Esercizi di mindfulness: la mindfulness, o la consapevolezza focalizzata, aiuta i bambini a concentrarsi sul presente, riducendo l'ansia e lo stress. Attività come la meditazione guidata, la concentrazione sulla respirazione o l'ascolto consapevole possono essere integrate nella routine quotidiana dei bambini.
- Tentativi di problem solving: insegnare ai bambini strategie di risoluzione dei problemi li aiuta a gestire attivamente situazioni che potrebbero causare frustrazione o rabbia. Ciò include identificare il problema, pensare a possibili soluzioni, valutare i pro e i contro di ciascuna e scegliere la migliore azione da intraprendere.
- Modellamento e rinforzo positivo: i bambini imparano molto osservando gli adulti e i compagni. I genitori e gli educatori possono modellare strategie efficaci di autoregolazione emotiva e fornire rinforzi positivi quando i bambini utilizzano queste strategie. Il rinforzo positivo aumenta la probabilità che i bambini adottino comportamenti simili in futuro.
- Creazione di ambienti accoglienti e stimolanti: un ambiente di supporto, dove i bambini si sentono ascoltati, compresi e accettati, è fondamentale per lo sviluppo dell'autoregolazione emotiva. Questo include fornire spazi sicuri per esprimere le emozioni, ascoltare attivamente e mostrare empatia verso i sentimenti dei bambini.
- Costruzione dell'autostima: un'alta autostima è legata alla capacità di gestire efficacemente le emozioni. Attraverso l'elogio per gli sforzi piuttosto che per i risultati, e attraverso il riconoscimento dei punti di forza e delle capacità individuali, i bambini possono sviluppare una maggiore fiducia nelle proprie capacità di gestire le emozioni.
Perché l'autoregolazione emotiva è importante
L'autoregolazione emotiva risulta fondamentale per numerosi aspetti dello sviluppo del bambino.
Una buona autoregolazione emotiva è infatti associata a migliori risultati scolastici, relazioni interpersonali più sane, e a una maggiore capacità di affrontare lo stress e le sfide della vita.
Un bambino (e più avanti, un adulto) in grado di gestire e modulare le proprie emozioni inoltre, sarà maggiormente portato sviluppare empatia e competenze sociali, cosa che gli permetterà d'incontrare minori difficoltà nei vari contesti della vita, dalla scuola al lavoro, passando per il tempo libero trascorso in mezzo agli altri.
Come si sviluppa l'autoregolazione emotiva
L'autoregolazione emotiva dipende, a livello cerebrale, dall'interazione tra la corteccia prefrontale e i centri che regolane le emozioni. Simili meccanismi neurali però non vengono influenzati solo dalla genetica, ma anche dall'ambiente familiare, le esperienze sociali e il temperamento del bambino.
Teorie e modelli suggeriscono che il supporto emotivo fornito dai genitori e dagli educatori, come il rispondere in modo sensibile e adeguato alle esigenze emotive del bambino, gioca un ruolo cruciale.
Allo stesso tempo, l'eccessiva protezione o la mancanza di opportunità per sperimentare e gestire le emozioni possono ostacolare lo sviluppo dell'autoregolazione emotiva.
Commento
Consideriamo le emozioni similmente alla benzina che alimenta un motore. Per quanta benzina possiamo mettere nel serbatoio, il motore necessiterà della sufficiente quantità per azionarsi. Allo stesso modo, l'autoregolazione emotiva è quella capacità di agire con la sola sufficiente quantità di emozione, nonostante il serbatoio emotivo possa essere pieno.