Un mercoledì come tanti per i giocatori dell'under 16 della squadra di calcio Crazy Verona, scesi in campo contro i piccoli avversari del Parona. Un match difficile, molto teso, che li vede in svantaggio per 2-1, ma combattivi e intenzionati a pareggiare.
Fino a che tra le trombette, il tifo dei genitori e il profumo di erba bagnata, un giocatore del F.C Crazy Verona, stizzito per un'azione non andata come immaginava, fa un gestaccio a un avversario. Si gira come se nulla fosse e riprende a giocare ma incontra lo sguardo deluso dell'allenatore, Antimo Iunco, che lo ferma: «Vieni subito a sederti in panchina!».
Finisce così il match per il ragazzo, incredulo davanti alla reazione dell'allenatore, che sul più bello decide di far proseguire la squadra in 10. La tribuna avversaria si alza in piedi, applaudono tutti le gesta di un allenatore per il quale l'educazione e la lealtà hanno superato anche il desiderio di vittoria.
Gesto che assume un valore ancora maggiore se si pensa che a compierlo non sia stato un allenatore qualsiasi ma Antimo Iunco, che tutti chiamano Mimmo, ex attaccante, che dal 2004 al 2007 ha anche vestito la maglia giallo e blu dell'Hellas Verona, la prima squadra della società dove oggi allena l'under 16.
In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera l'ex giocatore ha spiegato le motivazioni del suo gesto: «Non ho minimamente pensato al risultato, ma al pessimo messaggio che quel ragazzino stava dando a se stesso e agli altri».
La squadra ha infatti perso la partita, gli avversari, in superiorità numerica, hanno segnato il gol decisivo, che li ha portati a condurre il match per 3-1. Ma perdere una partita, per Iunco, è di gran lunga meno importante rispetto alla lealtà dei suoi giocatori: «Vorrei che in un mondo in cui ormai conta solo primeggiare e arrivare davanti agli altri, si facesse finalmente inversione di tendenza e si tornasse alla lealtà e alla sportività».
Il ragazzino ha atteso pazientemente in panchina la fine della partita e molto amareggiato si è ritirato negli spogliatoi, si è scusato con i compagni, con l'allenatore ed è scoppiato in un forte pianto. Si è scusato poi anche con l'avversario.
In un normale mercoledì sul campo da gioco, hanno tutti imparato molto dal gesto dell'allenatore, che ha spiegato quanto desiderasse che il gesto non rimanesse isolato ma fosse d'insegnamento per tutti, bambini, adulti e calciatori di serie A.
L'ex giocatore dell'Hellas Verona, ha chiuso con un messaggio ai giocatori delle prime squadre di tutte le società, quelli che per i bimbi e i giocatori delle giovanili sono idoli da imitare in tutto e per tutto. Mimmo ha spiegato che se lo sport per i ragazzi deve essere una palestra di vita, serve un'inversione di rotta, proprio da loro:«Dimostrate sul campo che ciò che conta sono i valori, molto più della vittoria».