Il cioccolato per i più piccoli è come la mela rossa per Eva: un’invitante tentazione alla quale è difficile sottrarsi. Tuttavia, a differenza del pomo del peccato, il cioccolato non va demonizzato. Pur non avendo precisi benefici nutrizionali a livello di salute, il dolce a base di zucchero e cacao è una fonte di gratificazione. In occasione della Giornata mondiale dedicata al cioccolato, abbiamo chiesto alla dietista Valentina Muollo pareri e consigli sull’assunzione di cioccolato durante l’infanzia.
Il cioccolato nei più piccoli: benefici e controindicazioni
«Il cioccolato rientra nella categoria dei generi voluttuari, alimenti che non hanno un preciso scopo nutrizionale, ma sono comunque alimenti di piacere, come i dolci, il miele, la marmellata, eccetera – spiega la dietista Muollo –. Quindi precisi benefici nutrizionali per il bambino, come per l’adulto, non li ha, se non quello di essere un alimento comunque molto gradevole, che esula un po’ dai tipici alimenti da introdurre in una giornata, ma che è una fonte di gratificazione, quindi non meno importante di altri fabbisogni nutrizionali».
Ritornelli martellanti che intonano: «Gelato al cioccolato». Film con fabbriche di cioccolato e fiumi sotterranei in cui scorre cacao. Pellicole in cui compagni di scuola ingordi si abbuffano di una torta cioccolatosa davanti allo sguardo compiaciuto della malefica Trinciabue. Il cioccolato è regolarmente accostato ai più piccoli anche nelle pubblicità, nell’intrattenimento e nella narrazione comune. La domanda è: il cioccolato, se mangiato con coscienza e parsimonia, fa bene?
«Come ogni singolo alimento, – risponde la dott.ssa Muollo – il cioccolato di per sé non ha controindicazioni. Gli alimenti si inseriscono in un pattern globale dell'alimentazione giornaliera o settimanale, ed è questa complessità, poi, a determinare una buona o meno regolare alimentazione. Ma essendo un alimento notoriamente molto gradito ai più piccoli, il rischio per il bimbo è di abusare di prodotti a base di cioccolato, come la tavoletta, un dolce al cioccolato, una crema spalmabile al cioccolato, e in questo modo abituare il palato a sapori abbastanza forti e zuccherini, senza apprezzare sapori più neutri, come quelli di un frutto, di una colazione meno dolce o di uno spuntino un po’ più nutriente».
Se assunto smodatamente o abitualmente dai piccoli, che generalmente ne vanno ghiotti, il cioccolato rischia quindi di disaffezionare il piccolo da frutta e verdura. «Il cioccolato nei bambini rischia di togliere desiderio e spazio ad alimenti che sarebbero invece da introdurre con più frequenza, oltre a essere un alimento un pochino energizzante perché contiene una minima percentuale di caffeina» precisa la dietista.
In che quantità assumerlo in base all’età
E per quanto riguarda le porzioni? La quantità di cioccolata da assumere dipende anche dall’età del piccolo. Secondo le linee guida per l’alimentazione, dai 4 ai 6 anni sarebbe indicato un consumo di 10 grammi di cioccolato due volte a settimana, mentre tra i 7 e i 10 di circa 25 grammi due volte a settimana, che diventano 40 grammi all’aumentare dell’età. Tuttavia, ricorrere alla bilancia per controllare il singolo grammo e somministrare con il contagocce il cioccolato non è una soluzione accettabile, specie se i commensali sono dei bambini. Piuttosto, ha senso offrire loro delle alternative, senza attribuire connotazioni negative al cioccolato.
«Il cioccolato è un alimento voluttuario che richiede un consumo occasionale, quindi, non è da consumare tutti i giorni, ma da inserire abbastanza seriamente nell'alimentazione di un bambino – continua la dietista Muollo –. Piuttosto che focalizzarsi su specifici grammi o su porzioni, è preferibile abituare i bambini ad avere più opzioni e alternative di colazioni, di merende, di pasti».
«In più, è bene non dare al cioccolato connotazioni positive o negative, del tipo “il cioccolato è peggio della frutta e quindi puoi mangiare meno”, o indicazioni categoriche, come “Il cioccolato solo nel weekend”, se no si rischia di peggiorare la situazione. Semplicemente, è opportuno spiegare al piccolo che esistono diversi alimenti da introdurre con una certa alternanza tra di loro».
Idee di spuntini con la cioccolata e alternative
Un’ottima idea è quella di mangiare il cioccolato in accoppiata con alimenti più nutrienti. Uno degli esempi più comuni è il leggendario pane e cioccolata. La dietista ci ha suggerito quattro spuntini in cui il cioccolato, un alimento altamente energetico e poco saziante, viene abbinato a cibi più nutrienti per comporre un piatto più saziante e, al tempo stesso, con una quantità più contenuta di cacao e zucchero:
- Due quadratini di cioccolata in un piccolo panino al latte
- Macedonia di frutta con dentro della cioccolata
- Yogurt con dentro delle gocce di cioccolato
- Porridge con la vena oppure un latte cereali con dentro dei cereali al cioccolato
Una valida alternativa al cioccolato sono:
- Frutta secca a guscio (noci, mandorle, nocciole)
- Crema spalmabile al cioccolato con una buona percentuale di nocciola (almeno il 40%) o di sole nocciole
- Musli con mandorle e frutta secca
«Una categoria similare con cui io tratto il cioccolato è quella della frutta secca a guscio, tipo noci, nocciole, mandorle, perché, come il cioccolato, sono principalmente una fonte di grassi, tuttavia di tipo diverso – prosegue la dietista Muollo -. Sono grassi simili a quelli dell'olio d’oliva, più benefici rispetto ai grassi saturi del cioccolato, anche se come gusto si possono accomunare al cioccolato per via anche dell’associazione comune tra, per esempio, cacao e nocciole nella crema spalmabile. Ciò non significa che il cioccolato vada sostituito, perché sono alimenti diversi: si tratta, piuttosto, di trovare un’alternativa per variare l’alimentazione. Ad esempio, magari inizialmente si assumono cereali al cioccolato, poi si passa un miusli con frutta secca, mandorle, nocciole per accomunare un po’ il gusto e il valore energetico e far assaggiare cose diverse».
Controllare la percentuale di cacao sulla confezione
Occhio a non cadere nella trappola delle chilocalorie indicate sul retro della confezione. Il cioccolato si ottiene dalla lavorazione della pasta di cacao con il burro, la polvere ed eventuali zucchero, latte e altri ingredienti. La percentuale di pasta di cacao ne determina la percentuale che noi vediamo scritta sulle tavolette.
«Se un cioccolato al 90% la percentuale di percentuali di zucchero sarà nulla, un cioccolato al 50% è ovviamente molto più zuccherato – spiega la dott.ssa Muollo –. Quindi, se noi ci basiamo sulle calorie è un errore, perché un cioccolato con una minor percentuale di di pasta di cacao avrà meno calorie, ma non vuol dire che vada preferito».
Il cioccolato fondente, comunque, ha generalmente meno zuccheri, mentre il cioccolato bianco è quello che ne ha di più. Ai più piccoli è preferibile proporre cioccolato con un’alta percentuale di cacao, anche se, i dolciumi in commercio più apprezzati dai pargoli, ne contengono basse dosi.
«Può essere una buona idea abituare i bambini non tanto a ovetti e cioccolata con un 20% o comunque una bassa percentuale di cacao, ma magari offrire loro cioccolata con almeno un 50-60% di cacao. Questa è la teoria, poi, nella pratica, per i due cubetti che si consigliano di mangiare ai bimbi, ognuno prende quello che preferisce, che su una porzione minima di 10 grammi, i grammi di scarto di zucchero tra uno al latte, uno fondente, uno alle nocciole è spesso talmente irrisoria che non ha senso fare tanti calcoli».
Il cioccolato, tra dipendenza e irritazioni cutanee
Più che una dipendenza, il cioccolato, se assunto regolarmente, crea un’abitudine non salutare. «Il cioccolato è un alimento che non va introdotto per forza tutti i giorni, come può essere il pane, come la verdura, come l'olio, ma dovrebbe essere occasionale per evitare di riproporlo con grande frequenza».
«Su cioccolato e brufoli, acne e patologie della pelle, non è stata trovata un'associazione. È stata trovata piuttosto con il consumo degli zuccheri, dei latticini e di grassi della categoria omega sei. È vero, tuttavia, che il cioccolato al latte, molto zuccherato e/o industriale contiene più grassi Omega 6 e, quindi, potrebbe anche scatenare più degli effetti infiammatori della pelle» conclude la dott.ssa Muollo.