La tecnologia è entrata, specie negli ultimi anni, in modo preponderante nelle nostre vite, spalancando le porte delle nostre case. Con l’inizio poi della pandemia da COVID 19, la presenza di almeno un media device, sia esso un telefonino o un tablet, nelle case italiane è un dato di fatto.
Il problema nasce principalmente quando bimbi piccoli, piccolissimi si trovano tra le mani un media device. Se in tanti danno la colpa al COVID 19, ai lockdown e alle restrizioni che abbiamo vissuto, in realtà si tratta di un fenomeno che è iniziato anni prima della pandemia e che adesso inevitabilmente è andato accentuandosi.
Il dato più eclatante arriva dagli Stati Uniti, in cui già in epoca pre-pandemica il 92% dei bambini inizia a usarli già nel primo anno di vita e all’età di due anni li utilizza giornalmente. In Italia 8 bambini su 10 tra i 3 e i 5 anni sanno usare il cellulare dei genitori. E il numero inevitabilmente aumenta giorno dopo giorno. Anche perché ci troviamo spesso di fronte a mamme e papà troppo spesso permissivi: il 30% dei genitori usa lo smartphone per distrarli o calmarli già durante il primo anno di vita, il 70% al secondo anno.
Secondo un recente sondaggio nell’ambito del progetto “Connessioni Delicate” è emersa anche una scarsa consapevolezza dei genitori: nella fascia 0-2 anni il 72% delle famiglie ammette di utilizzare social e chat durante i pasti dei propri figli. E ancora: una famiglia su quattro nella fascia 0-2 anni, e una su cinque in quella 3-5 anni, si affida all’intelligenza artificiale per far addormentare i figli con ninne nanna prodotte dagli assistenti vocali mentre il 35% dei genitori di bambini tra 0 e 2 anni delega ai device il compito di raccontare loro fiabe, percentuale che arriva all’80% nella fascia 3-5 anni.
Parlando di bambini e tablet, quindi, si potrebbe quasi dire che nascono e crescono insieme. Infatti, se tra i 6 e i 9 anni i tre quarti dei bambini utilizzano già lo smartphone, l’uso abituale arriva al 96% nella fascia di età 10-13 anni. Si tratta di percentuali altissime, che diventano preoccupanti quando si scopre che un bambino su tre dispone del telefono cellulare in totale autonomia rispetto ai genitori, come emerge dallo studio Swg per Italian Tech e Telefono Azzurro.
Quali sono i pericoli per i più piccoli?
Gli effetti di una precoce e prolungata esposizione alla tecnologia digitale sono stati descritti in numerosi studi. Tra questi i più riportati sono le interazioni con lo sviluppo neuro-cognitivo, l’apprendimento, il benessere fisico, la vista e l’udito.
Apprendimento
L’uso di app educative ben strutturate può promuovere l’apprendimento nei bambini in età prescolare e nei primi anni di elementari. Ma non tutte le app che si definiscono educative in realtà sono veramente educative. E riconoscerle non è sempre facile. In più, è importante che un adulto sia sempre presente.
Un bambino piccolo può infatti ad esempio apprendere nuove parole attraverso video solo se sono soddisfatte alcune condizioni: è necessaria la presenza di un adulto che aggiunga altre informazioni verbali e non verbali durante lo svolgimento delle varie sequenze. In altre parole è necessario un adulto che lo aiuti in questo viaggio nella tecnologia.
Sviluppo
Attenzione poi a un dato emerso da alcuni studi: l’uso dei touchscreen può interferire con lo sviluppo neurocognitivo dei bambini. Infatti, i più piccoli necessitano di un’esperienza diretta e concreta con gli oggetti e con gli strumenti in modo da affinare il pensiero e la capacità di risolvere i problemi, ovvero dell’interazione diretta con i genitori. In questo contesto, ad esempio le app per disegnare possono essere utili per lo sviluppo neurocognitivo dei bambini e possono essere utilizzate in aggiunta ai tradizionali colori e gessetti. Ma il beneficio è tale se mediato ancora una volta dalla presenza di un adulto.
Occhio poi ad una prolungata esposizione allo schermo: si correla infatti al rischio di una scarsa attenzione e alterazione dell’umore. E può persino predisporre ad un successivo aumentato rischio di problemi comportamentali, quali depressione o comportamento aggressivo.
Difficoltà nella socializzazione, comunicazione e interazione con gli altri bambini sono altre possibili conseguenze che i genitori devono tenere a mente. A volte infatti uno smartphone, con i rumori e i suoni, può apparire un compagno di gioco più divertente rispetto a un coetaneo.
Benessere generale
Oltre che da un punto di vista neuropsicologico, l’esposizione a tablet e smartphone può interferire con il benessere fisico. Tra le conseguenze, vi sono sedentarietà ed eccesso alimentare, con rischio di sovrappeso e obesità, nonché dolore muscolare. Passare troppo tempo davanti a tablet e smartphone significa infatti ridurre il tempo disponibile per il gioco libero e il movimento. Tempo, cioè, sottratto all’attività fisica.
Sonno
L’uso dei dispositivi multimediali può interferire con il ritmo circadiano e quindi influenzare la qualità e la quantità del sonno. Il che, tradotto in parole semplici, significa una maggiore incidenza di difficoltà ad addormentarsi, paura del buio, incubi e dialoghi nel sonno.
Vista
A tutti è noi è capitato di sentire bruciore o fastidio agli occhi quando passiamo troppo tempo davanti agli schermi. Lo stesso discorso vale per i bambini. L’esposizione prolungata a tablet e smartphone può creare facilmente disturbi agli occhi dei piccoli, disturbi per lo più fortunatamente transitori, ovvero che si risolvono limitandone l’uso.
L’uso continuo dello smartphone causa una più rapida evaporazione del film lacrimale che può portare alla secchezza oculare. Il bambino, cioè, può sentire la sensazione di corpo estraneo nell’occhio e/o bruciore. Per di più gli smartphone sono utilizzati ad una distanza ravvicinata a causa del loro piccolo schermo, inducendo quindi fatica oculare, abbagliamento e irritazione.
Udito
Neanche l’udito è risparmiato. La precoce e prolungata esposizione dei timpani a intensi livelli conduce ad una pericolosa immersione nei suoni senza periodi di interruzione per le orecchie. In questo contesto lo sviluppo del linguaggio potrebbe essere compromesso.
Quali le regole da dare ai bambini?
La Società Italiana di Pediatria ha recentemente proposto delle raccomandazioni ufficiali sull’utilizzo di smartphone e tablet nei più piccoli, dagli 0 agli 8 anni di età. In sintesi:
Raccomanda l’astensione dall’uso:
- Per i bambini di età inferiore ai 2 anni
- Durante i pasti
- Un’ora prima di andare a dormire
- Di programmi con contenuti distraenti o violenti
- Per mantenere calmi i bambini in luoghi pubblici
Suggerisce di limitare l’esposizione:
- A meno di 1 ora al giorno per i bambini di età compresa tra i 2 e i 5 anni
- A meno di 2 ore al giorno per bambini di età compresa tra i 5 e gli 8 anni
- A programmi di alta qualità solo in presenza di adulti, verificando il contenuto dei programmi selezionati per l’età in modo da assicurare il meglio per i loro bambini.
In conclusione, la tecnologia può essere uno strumento utile e valido per la crescita e lo sviluppo neuropsicologico del bambino, a patto che venga utilizzata con accortezza. In altre parole, così come si insegna ai bambini a camminare o ad andare in bicicletta, è opportuno che si abbia una adeguata educazione al digitale. Ovvero, i bambini dovrebbero condividere l’uso dei dispositivi con i genitori per promuovere l’apprendimento e le interazioni.
In un mondo dove i bambini stanno “crescendo digitali” i genitori giocano infatti un ruolo fondamentale nell’insegnare loro come usare la tecnologia in modo sicuro e per sfruttarla a loro vantaggio. Le famiglie dovrebbero quindi non solo monitorare il contenuto dei media e le app che vengono scaricate, ma giocarci insieme. E sicuramente anche confrontarsi con i pediatri sul mondo del digitale.
Infine, è importante, come genitori, essere un buon modello da seguire: i bambini sono grandi imitatori. Per questa ragione limitiamo noi stessi l’utilizzo dei media. Dedichiamo cioè tempo alla nostra famiglia e specie ai nostri bambini, con il cellulare in modalità aereo. Ricordiamoci che le interazioni tra bambino e genitore sono sempre la migliore strategia per una crescita sana.