Il sonno è fondamentale per la crescita auxologica e lo sviluppo neuropsico-fisico dei bambini. Questo è un dato di fatto. Ciò che invece è spesso oggetto di discussione è: “Ma quanto deve dormire esattamente un bambino?”. Il numero delle ore di sonno varia molto con l’età.
I neonati dormono anche fino a 20 ore al giorno, con il sonno per lo più che si alterna al momento dell’allattamento. Ma anche i più piccini, orologio alla mano, passano circa la metà della giornata a dormire.
Il riposo notturno diventa distinto dai sonnellini diurni tra i quattro e i sei mesi nella maggior parte dei bambini. Tra il primo e il secondo anno di vita il riposo mattutino poi spesso sparisce e lascia il posto solo a quello pomeridiano, negli anni dell’asilo e talora della scuola dell'infanzia.
Tabella del sonno
Quanto dovrebbe dormire un bambino, quindi? Tabelle alla mano, il sonno, almeno a quanto riporta la Accademia Americana di Medicina del Sonno, dovrebbe così essere distribuito:
- Bambini dai 4 ai 12 mesi: devono dormire tra le 12 e le 16 ore, includendo anche i riposini durante il giorno. I bimbi più piccoli non sono inclusi, perché seguono schemi di sonno che non prevedono la differenza tra giorno e notte
- Bambini da 1 a 2 anni: devono dormire tra le 11 e le 14 ore al giorno. Anche in questo caso vengono conteggiati anche i riposini durante la giornata
- Bambini dai 3 ai 5 anni: devono dormire tra le 10 e le 13 ore al giorno
- Bambini dai 6 ai 12 anni: devono dormire dalle 9 alle 12 ore al giorno
- Ragazzi dai 13 ai 16 anni: devono dormire dalle 8 alle 10 ore al giorno
I disturbi del sonno
Ma spesso questo quadro non corrisponde alla realtà dei fatti nelle case italiane, a dispetto dei numerosi benefici che si conoscono sul sonno. Risvegli notturni, difficoltà ad addormentarsi sono argomenti che da sempre preoccupano i genitori e che animano le chat e i gruppi social dei genitori, con infinite ricerche Rete per cercare consigli miracolosi o veri e propri trucchi per un sonno più adeguato non solo del bambino ma anche dell’intera famiglia.
Se infatti è normale per un lattante svegliarsi anche più volte durante la notte, per assumere il latte o perché disturbato dalle coliche o dallo spuntare di nuovi dentini, lo stesso non si può dire nel caso di bambini più grandi.
Infatti, il sonno dei bambini, come dicevamo, è importante per la loro crescita e va promosso e tutelato. Dormire il numero delle ore consigliate ed in modo regolare si associa, tra l’altro, a buoni livelli di attenzione e di memoria, ottimali capacità di apprendimento e, in generale, ad una migliore salute mentale e fisica.
Di contro, un sonno insufficiente può portare a problemi comportamentali, di sviluppo e di apprendimento, nonché a un aumentato rischio di alcune patologie tra cui obesità, ipertensione, diabete e depressione.
È sempre buona norma parlarne con il proprio pediatra. In una minoranza di casi, ci potrebbero essere delle patologie organiche sottostanti, quali ad esempio una malattia da reflusso gastro-esofageo. Il pediatra potrebbe richiedere anche degli accertamenti specialistici per escludere alcuni disturbi primari del sonno, quali ad esempio le apnee notturne.
I consigli per una nanna serena: l’igiene del sonno
Nel più dei casi, difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni e alterazione dei ritmi sonno-veglia dipendono da una non corretta igiene del sonno. Perciò, prima di parlare di “insonnia” ed assaltare le farmacie alla ricerca di rimedi più o meno naturali, è bene verificare se si rispettano le condizioni necessarie per garantire un buon sonno del bambino.
- In primis bisogna dare ai propri figli delle regole. E ovviamente farle anche rispettare. Il lavoro di genitori, si sa, non è facile e spesso si impara strada facendo. Ma mantenere il più possibile costanti orari e sane abitudini la sera può essere un buon punto di partenza: tutelare, in altre parole, l’igiene del sonno dei bambini. A letto presto, senza aspettare che sia troppo stanco. Questo perché un bambino esausto diventa spesso anche un bambino nervoso e irritabile.
Il rischio è, quindi, che si addormenti con ancora maggiore difficoltà e più capricci. Per cui, se il papà una sera torna più tardi dal lavoro è comunque importante mettere a letto il bambino sempre più o meno alla stessa ora. Con la promessa magari che papà gli darà il bacio della buonanotte mentre è già addormentato nel lettino. - Alcuni rituali possono poi facilitare la fase di addormentamento del bambino, quali una favola o una ninna nanna. Rilassarlo: questa è la parola d’ordine. Ma ovviamente anche noi genitori dobbiamo essere sereni, senza avere troppa fretta di raggiungere l’obiettivo della buonanotte, ma senza finire a leggere per ore e ore!
- Un’attenzione va data, ovviamente, anche all’ambiente della nanna. Meglio far addormentare il nostro bambino lì dove passerà la notte, ovvero nel suo lettino. Non sul divano o nel lettone e poi spostarlo: il rischio è un risveglio improvviso e non gradito.
- Scegliere sempre un ambiente adeguatamente preparato, con luci soffuse. Anche una musica soft, di sottofondo, può aiutare il bambino ad addormentarsi, rilassandolo.
- Al contrario, gli schermi di telefonini e tablet possono interferire con la qualità e la quantità del sonno. Perciò meglio non esporre i bambini ai media device nelle ore antecedenti la nanna né utilizzarli per ascoltare le fiabe on-line. Ci può essere infatti una interferenza nel ritmo circadiano, nel ritmo sonno-veglia, quando l'esposizione agli schermi avviene la sera. Ne derivano una bassa quantità e qualità del sonno con incubi e risvegli frequenti notturni. E il rischio che da abitudine si passi a dipendenza tecnologica nelle età successive.
Il ruolo della famiglia
Le cause dei disturbi del sonno nel bambino possono dunque essere numerose. Si va da cause organiche, quali una malattia da reflusso esofageo, ad una cattiva igiene del sonno. Ma anche la familiarità e l’atteggiamento dei genitori può avere un ruolo.
Come nel caso della depressione materna: si stima che il 38% delle madri di “cattivi dormitori” ha sintomi nevrotici e/o depressivi. Addirittura tutto sembra iniziare già in gravidanza, almeno secondo un recente studio dell’università della Pennsylvania: le emozioni sperimentate dalla mamma in dolce attesa possono influenzare il futuro comportamento e la qualità del sonno del bambino durante la crescita.
L'ormone del sonno: cosa è e quando serve
In alcuni casi, si cerca un aiuto nella melatonina, chiamata anche l’ormone del sonno. Si tratta in realtà di un ormone comunemente secreto dalla ghiandola pineale che aiuta a sincronizzare i ritmi circadiani quotidiani del corpo con il ciclo luce-buio. I livelli di melatonina aumentano lentamente alcune ore prima di coricarsi, preparando il corpo a cambiare marcia e predisporsi al riposo e ad altre attività fisiologiche notturne.
Gli studi dimostrano che la melatonina è efficace per migliorare il sonno nelle persone che lavorano a turni o per alleviare il jet lag. Può essere utile contro il disturbo del sonno REM, una condizione che colpisce in particolare gli anziani e induce alcune persone a parlare e muoversi nel sonno. E anche in una piccola percentuale di bambini. Ad esempio bambini con alcune condizioni del neurosviluppo, tra cui disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD).
Per il resto della popolazione però non ci sono conferme che possa essere efficace. La maggior parte degli studi sono piccoli e di breve durata e mostrano benefici molto modesti, come una diminuzione da 5 a 8 minuti del tempo necessario per addormentarsi. Per cui, prima di somministrarla ai propri figli, consultare il pediatra: potrebbe non servire.
Farmaci o integratori, melatonina inclusa, possono essere appropriati per i bambini solo in alcune circostanze: sarà il pediatra a prescriverli quando servono davvero.