Di fronte a un bambino che morde, i genitori di solito non sanno come comportarsi. Sappiamo che è un gesto fisiologico, che di solito si manifesta nei piccoli intorno ai due anni di età. Il problema inizia a porsi quando questa abitudine viene eseguita spesso, senza apparente motivo, causando anche danni ai malcapitati che si ritrovano a dover affrontare i piccoli dentini affilati. Se un bambino morde, cosa fare e cosa non fare?
È fondamentale comprendere che mordere per i bambini, a una certa età, è normale e fisiologico, un fenomeno passeggero che fa parte del suo naturale sviluppo. Per questo dovremmo agire di conseguenza, considerandolo un gesto fisiologico. Ma quando dovremmo, invece, preoccuparci di fronte ai morsi dei bambini?
Perché i bambini mordono
I bambini possono mordere o possono non avere per nulla questa abitudine. C'è chi lo fa con una maggiore frequenza e chi, invece, minore. Dobbiamo però sapere che i bambini con meno di un anno di età mordono per conoscere ciò che per loro rappresenta una novità. Dai sei agli otto mesi si portano tutto alla bocca, perché è così che scoprono tante cose sul mondo che li circonda. Dopo i primi 12 mesi di vita, i bambini iniziano a sperimentare il morso come mezzo di comunicazione, ad esempio quando vengono infastiditi o qualcuno non è di loro gradimento.
Intorno ai due e ai tre anni, infine, il morso diventa un modo per esprimere le proprie emozioni, come la rabbia, ad esempio. Per gli adulti questo comportamento è incomprensibile e anche inaccettabile, perché mai nessuno morderebbe un'altra persona. Per i bambini, invece, è un comportamento fisiologico, per esprimersi e comunicare.
Cosa fare se un bimbo morde
Provare a chiedersi qual è la funzione del morso. Fino ai 30 mesi potrebbe essere un comportamento di natura esploratoria, successivamente può assumere i toni di una vera e propria comunicazione non verbale (infatti potrebbe essere osservato più frequentemente nei bambini che hanno un pò di ritardo di linguaggio).
Se abbiamo chiaro che la funzione del morso è di natura comunicativa e che viene usata con la funzione di dire "no, non mi piace! " oppure come richiesta di attenzione, allora è bene cercare di sostituire il morso con l'utilizzo del canale verbale. Per esempio dire: "non di morde" e aiutare il bambino a sostituire il morso con la parola "non mi va" se capiamo che il morso aveva la funzione di esprimere il rifiuto di una attività.
Come comportarsi di fronte a un bambino che morde? Per i genitori, i nonni o chiunque abbia a che fare con dei bambini con meno di tre anni, ci sono dei consigli da seguire, per mandare messaggi chiari al bambino e non confonderlo: se ha, infatti, a che fare con più adulti, la linea d'azione dovrebbe essere omologata, per non disorientare i bambini. Ecco come comportarsi di fronte a un morso:
- dire no al bambino, mettendo la mano davanti alla bocca se ci riprova dopo il nostro intervento
- sostituire il morso incoraggiando l'utilizzo della parola
- se un bambino morde un coetaneo è bene intervenire solo se notiamo del disagio o se la situazione può degenerare
- dobbiamo spiegare con fermezza perché non approviamo quel gesto, sottolineando che non è così che ci si comporta
- stabilire delle regole nei bambini con più di 24 mesi può aiutare a rendere più chiara la motivazione dietro al nostro no
- dare al bambino dei giochi da mordere potrebbe essere utile, così da assecondare in modo positivo questa sua volontà di scoperta
Cosa non fare
Se un bambino morde, ecco le cose da non fare:
- mai sgridarlo, perché non serve e il bambino non potrebbe capire perché viene rimproverato per un gesto per lui normale
- mai mordere a nostra volta il bambino per fargli capire quanto fa male (potrebbe pensare che si tratta di un gioco)
- mai lasciarsi mordere, ma allontanare i suoi dentini
- mai mordicchiare i bambini, perché andremo a legittimare un gesto che vogliamo non diventi per lui un'abitudine e una modalità di relazionarsi con gli altri
- mai mettere i bambini in punizione dopo un morso, perché il bambino non capirebbe e proverebbe solo sensi di colpa
Nel caso in cui, però, il vizio continui dopo i 24-30 mesi e il gesto dovesse ripetersi con una frequenza allarmante, forse dovremmo indagare più a fondo, perché potrebbe trattarsi del segnale che il bambino ci manda per dirci che c'è qualcosa che non va. A volte dopo cambiamenti importanti (un trasloco, la nascita di un fratellino, una separazione, l'ingresso alla scuola dell'infanzia, un lutto in famiglia), il piccolo potrebbe ritrovarsi disorientato e provare un disagio che potrebbe anche essere manifestato in questo modo.