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4 Marzo 2023
13:00

Barattolo della calma: a cosa serve e come realizzarlo

Il barattolo della calma è un contenitore trasparente riempito di una miscela di acqua, colla e glitter, utilizzato per calmare il bambino quando è agitato o stressato. Molti attribuiscono l'ispirazione di questo strumento al metodo montessoriano.

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Barattolo della calma: a cosa serve e come realizzarlo
Barattolo della calma

Pensato come strumento utile contro stress e capricci del bambino, il barattolo della calma è un contenitore di vetro ermeticamente sigillato con all’interno un mix di acqua, colla e brillantini. Interpretando l’ideologia di Montessori, che incentiva l'autonomia del bambino, la bottiglietta aiuterebbe il piccolo a imparare l’auto-regolazione e a gestire gli stati di agitazione.

Il piccolo strepita, stringe i pugnetti, sbatte i piedi a terra. Quando inizia con i capricci, è difficile distrarlo. Creare e tenere a portata di mano il barattolo della calma potrebbe essere un rimedio per riportare il bambino alla quiete quando sta naufragando nel suo mare di emozioni tormentate.

Che cos'è e a cosa serve il barattolo della calma

Il barattolo della calma (in inglese calming jar) è uno strumento che può aiutare a riportare alla calma un bambino stressato. Si tratta di un barattolo preferibilmente di plastica con dentro acqua colorata, colla e brillantini. Grazie al suo potere ipnotico, fungerebbe da regolatore delle emozioni burrascose del piccolo.

Il barattolo è indicato fino circa ai sei anni del bambino, il quale dopo quell’età dovrebbe essere in grado di acquisire competenze auto-regolatorie più complesse. Per questo motivo, è raccomandabile utilizzare un contenitore di plastica, anziché di vetro (come in tanti suggeriscono). Il vetro è un materiale pericoloso per un bimbo in tenera età, che richiede una supervisione più attenta da parte dell’adulto. Se il barattolo è di vetro, il genitore deve fare attenzione che al piccolo non scivoli il calming jar dalle mani e non cada a terra, frantumandosi. Un incidente verosimile, specie se il piccolo lo utilizza in un momento di rabbia, quando lo stimolo sensoriale visivo non gli basta. La plastica permette al bambino di gettare a terra lo strumento e, quindi, di raccoglierlo dal pavimento e di scusarsi, grazie alla tendenza dei bambini di attribuire un’anima agli oggetti carichi di affettività (un’abitudine chiamata animismo).

Barattolo-della-calma-bambini

Il calming jar non appartiene propriamente al metodo Montessori, anche se è comunemente ritenuto in linea con quelli che sono i fondamenti e i principi della pedagogia montessoriana. La realizzazione dell’oggetto, infatti, coinvolge in prima persona il bambino, che lo costruisce manualmente con l’aiuto di un adulto. Il barattolo – secondo i sostenitori della sua funzione mitigatrice – aiuterebbe il piccolo a ritrovare in autonomia il proprio autocontrollo e a concentrarsi sull’oggetto, attraverso la stimolazione visiva.

Come funziona il barattolo della calma

Il barattolo della calma funzionerebbe grazie alla sua forza attrattiva. Scuotendo il barattolo, il bambino è affascinato dal fluttuare dei brillantini al suo interno. Il magico turbinio dei luccichii, che pian piano si depositano sul fondo del contenitore, catturerebbe l’attenzione del piccolo e, al contempo, lo rilasserebbe.

L'obiettivo del barattolo della calma è catturare l'attenzione del bambino, tranquillizzarlo e rilassarlo

Lo strumento va costruito insieme al bambino, e deve rimanere a sua disposizione nella cameretta, di modo che il piccolo possa servirsene e raggiungerlo in autonomia, quando lo ritene utile.

Per far sì che nostro figlio si affezioni all’oggetto, potremmo utilizzare il barattolo della calma insieme a lui nei momenti di calma e serenità, evitando di concederglielo quando è in preda alla rabbia più furente. Se affidiamo il calming jar al cucciolo d’uomo solo quando è in uno stato violento d’ira, anziché affezionarsi al barattolo, lo odierà, e noi otterremo l’effetto contrario. Rifiutando la nostra relazione in quel momento di rabbia, il piccolo rifiuterà pure lo strumento, vivendolo come un oggetto contenitivo o, addirittura, punitivo.

Lo strumento funziona un po’ come il globo di neve: quando lo agitiamo, i glitter al suo interno vorticano come una bufera invernale. Mentre il bambino è rapito dai movimenti nel barattolo, invitiamolo a respirare profondamente, per aiutarlo a tranquillizzarsi rallentando il respiro, come i brillantini rallentano la loro caduta verso il fondo. Quello del barattolo della calma è un espediente che possiamo utilizzare quando il bambino è agitato. Se il piccolo è in uno stato di agitazione, possiamo sederci al suo fianco, scuotere il barattolo e fermarci insieme a lui a guardarlo.

Ovviamente, il barattolo della calma non è una bacchetta magica: potrebbe rivelarsi un ottimo strumento per tranquillizzare il bambino quando è agitato, ma questa non è una regola.

Come costruire un barattolo della calma fai da te

Il barattolo della calma è semplice da realizzare. Dedicare del tempo alla creazione del calming jar, peraltro, è un ottimo modo per trascorrere del tempo in compagnia del nostro piccolo.

Occorrente

Per realizzare il barattolo della calma occorrono:

  • Vasetto di vetro (o comunque trasparente) e dotato di coperchio, per esempio il vasetto della conserva o della marmellata
  • Acqua calda
  • Brillantini (4-5 cucchiai)
  • Colla glitter (1-2 cucchiai)
  • Coloranti alimentari (2-3 gocce)
  • Colla a caldo
Lavoretto glitter bimbo

Procedimento

  1. Versiamo l’acqua calda nel barattolo, non fino all’orlo, ma indicativamente fino a tre quarti del contenitore
  2. Aggiungiamo 1-2 cucchiai di colla glitter
  3. Mescoliamo accuratamente in modo da creare un composto omogeneo
  4. Aggiungiamo 4-5 cucchiai di brillantini, preferibilmente di colori tenui e rilassanti
  5. Versiamo qualche goccia di coloranti alimentari
  6. Avvitiamo il coperchio e sigilliamolo con la colla a caldo per evitare che fuoriesca il contenuto
Barattolo glitter

Et voilà! Il nostro barattolo della calma è pronto per essere scosso.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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