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20 Luglio 2023
11:00

Basta giocattoli usa e getta: a Milano arrivano a casa quelli ecologici (e usati) a bordo di un’auto elettrica

I giocattoli, acquistati e dimenticati sugli scaffali o gettati nei rifiuti, inquinano. Il riciclo è minimo, nonostante più della metà dei balocchi sia riutilizzabile. Dai dati sull’impatto dei giochi, è nata l’idea di Anne-Sophie, mamma imprenditrice che ha lanciato l'idea di un noleggio a breve termine di giocattoli eco-sostenibili a Milano, trasportati da lei stessa a bordo di mezzi non inquinanti.

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Basta giocattoli usa e getta: a Milano arrivano a casa quelli ecologici (e usati) a bordo di un’auto elettrica
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I giocattoli hanno un enorme impatto sul pianeta a livello ambientale, anche se l’argomento è poco studiato e nel nostro Paese non esistono statistiche ufficiali a riguardo. Si stima che ogni anno in Francia vengano immesse sul mercato 111.000 tonnellate di giocattoli e ne vengano sprecate e gettate in discarica circa 100.000 tonnellate. Eppure, il 50% dei giochi sarebbe tecnicamente riutilizzabile quando viene cestinato da figli e genitori. Lo ha spiegato a Wamily Anne-Sophie Marechal, 52 anni, mamma imprenditrice belga di nascita e milanese di adozione, che a febbraio ha dato vita alla sua idea: mettere a disposizione delle famiglie dei giocattoli eco-sostenibili, che lei stessa trasporta a domicilio ai più piccoli a bordo di mezzi non inquinanti.

I giocattoli diventano spazzatura

È fisiologico. I figli crescono, e insieme alla tenera età scema l’entusiasmo per i giochi che fino a qualche anno prima li incantavano. A preoccupare è, però, il ritmo via via più frenetico con cui avviene la separazione dal gioco, figlio del consumismo sfrenato. Il business dei giochi si è tradotto in un “acquistato e gettato”, in un “fast fashion” del mondo ludico. Lo dimostrano i dati: in media Oltralpe un bambino riceve 10 giocattoli a Natale, sette dei quali dopo 8 mesi non sono più utilizzati e finiscono a prendere polvere su uno scaffale o direttamente nella spazzatura. Il riciclo, poi, è minimo: dei balocchi scartati, ne viene recuperato appena il 4%, sottolinea Anne-Sophie, riportando i dati dell'Agenzia francese per l'ambiente e la gestione dell'energia (Ademe).

Una rete di scambio di giochi educativi ed ecologici

Per aggirare lo spreco, Anne-Sophie ha puntato su un noleggio a breve termine di giocattoli ecologici, realizzati senza l’uso della plastica, delle batterie o della tecnologia. Puzzle in legno o di carta, mattoncini in bioplastica, giochi in scatola. Il bottino, ordinato dai genitori che sottoscrivono l’abbonamento, viene recapitato da Anne-Sophie in persona, che si sposta per la metropoli a bordo della sua macchina elettrica non inquinante, oppure a piedi o con i mezzi pubblici. «Lavorando solo su Milano posso muovermi da sola e con facilità – commenta Anne-Sophie -. In più, vedermi di persona rassicura i clienti: magari, se hanno un imprevisto il giorno della consegna, mi chiamano e mi chiedono di portarlo a casa dei nonni».

Il piccolo ha in genere un mese per divertirsi e, contemporaneamente, apprendere. Scaduto il limite di tempo, i giocattoli vengono ritirati e sostituiti con altri. I vecchi giochi, invece, vengono spediti a un altro bambino o tornano nella sacca di Anne-Sophie. «I giochi educativi, come puzzle e giochi che insegnano i numeri, i colori o a leggere l’orario, servono a stimolare le competenze del bimbo – continua Anne-Sophie -. Una volta che hanno esaurito la loro funzione didattica rimangono inutilizzati, ecco perché sono perfetti per essere scambiati con altri bimbi. Non sono bambole in stoffa o giochi di cuore, difficili da pulire e a cui ci si affeziona più facilmente». Nel caso in cui il gioco entri nell’Olimpo ludico del piccolo, esiste, comunque, la possibilità di comprarlo.

Un sogno rimasto per anni nel cassetto

Una strada, quella della piccola imprenditoria nel settore dei giochi e della sostenibilità, che Anne-Sophie ha imboccato dopo essersi dedicata per anni ai figli, oggi adolescenti, mettendo in secondo piano la professione.

«Quando sono arrivata in Italia ero incinta e non ho potuto continuare il lavoro che facevo… Chi mi avrebbe preso con la pancia?». La difficile conciliazione tra casa e lavoro costrinse Anne-Sophie, all’epoca neomamma, a rimandare i progetti professionali a data da destinarsi, dopo anni di gavetta lavorativa tra Bruxelles, Barcellona e Parigi. Progetti che, tuttavia, non ha mai abbandonato del tutto. Anzi, Anne-Sophie, tra biberon e pannolini, si ritagliava del tempo libero per studiare e informarsi con l'obiettivo di aprire un giorno, quando i figli sarebbero cresciuti, un’attività sua.

Una scuola per aiutare i bambini con i compiti, un allevamento di api aperto alle famiglie, un bar che proponesse attività didattiche. Ad Anne-Sophie ronzava in testa uno sciame di idee ispirate al mondo dell’infanzia, che non la convinceva pienamente. Almeno, fino al giorno in cui l’attività di zapping in tv sul divano di casa non si è rivelata improvvisamente illuminante. «Due anni fa ho visto casualmente su un canale tv francese una ragazza che presentava la sua ditta di noleggio di giocattoli educativi. – spiega Anne-Sophie – Subito quel progetto mi ha affascinata e ispirata». È stato un colpo di fulmine: soddisfaceva tutti i requisiti che Anne-Sophie ricercava. Proprio qualche giorno prima, il figlio più grande, ormai adolescente, le aveva comunicato che avrebbe voluto regalare i suoi giocattoli a una famiglia o a un’associazione per liberare la sua cameretta da quei compagni fedeli e silenziosi dell’infanzia, i giocattoli.

«Essendo mamma di due figli, ho la casa piena di giochi inutilizzati, e avendo in famiglia tanti parenti falegnami, ho un legame speciale con il legno, il materiale prescelto per realizzare giochi educativi – racconta la 52enne –. E poi ho studiato Economia all’Università, e l’economia circolare la conosco e la capisco».

L’idea di restituire continuamente nuova vita ai giochi affidandoli per un tempo limitato di famiglia in famiglia sposava alla perfezione le aspettative e le esigenze di Anne-Sophie, che, dopo essere entrata in contatto con la ditta francese, ha deciso di crearne una sua in Italia, Wikigiochi. Un’opportunità per rilanciare a 50 anni la sua carriera, dopo anni in cui alla professione aveva anteposto i figli. «Ho pensato: “Bello, voglio buttarmi, spingendo però più sull'ecologia”». «Ho cercato di creare qualcosa di semplice per facilitare la vita dei genitori, perché mi ricordo che quando i miei figli erano piccoli era complicato incastrare tutto – conclude Anne-Sophie –. Reinventarsi a 50 anni è possibile».

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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