Basta l’amore: la storia di una famiglia adottiva “fuori dal comune”

Per Arnold, Michael e Aurora, i figli adottivi di Pina e Rito, non c'è bisogno di un vero legame di sangue per potersi chiamare fratelli. A loro basta volersi bene.

1 Marzo 2023
11:00
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Basta l’amore: la storia di una famiglia adottiva “fuori dal comune”
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 Quando Pina e Rito si sono innamorati il loro sogno era di mettere su famiglia ma i figli che tanto desideravano non riuscivano ad arrivare.

Pina, inoltre, diceva di volere solo figli suoi: suoi o niente. Ma durante una vacanza col marito, ha incontrato una famiglia che aveva adottato dei figli e lì si è resa conto del legame d’amore che li univa, che forse avrebbe potuto costruire anche lei. Ed è così che, Pina e Rito hanno deciso di informarsi sulla possibilità di adottare. "Il primo incontro è stato in casa famiglia – racconta Pina – siamo entrati in questa stanza dove c’erano solo dei ragazzini. Mi si è avvicinato un bimbo e mi ha detto “Vuoi essere la mia mamma”? Io lì mi sono sciolta".

Pina non lo sapeva ancora, ma quel bimbo era proprio il suo Arnold, il primo figlio adottivo della coppia. Arnold, Pina e Rito avevano ufficialmente iniziato ad essere una piccola famiglia felice a cui, qualche mese più tardi, si è aggiunto Michael, fratello di Arnold che insieme a lui era stato lasciato in una casa famiglia. "Mi ricordo che quando è arrivato non parlava – dice Arnold – si era messo in un angolo e stava lì. Poi abbiamo scoperto che in realtà il motivo della chiusura era il fatto che lui temeva che potessimo separarci di nuovo. Non aveva ancora capito che in realtà era arrivato qui e sarebbe rimasto qui, saremmo rimasti insieme".

Ma la famiglia non era ancora al completo: dopo qualche anno è arrivata la terza figlia adottiva di Pina e Rito, Aurora, che aveva avuto dei problemi alla nascita. Col passare del tempo, Arnold, Michael e Aurora hanno instaurato un rapporto davvero speciale ma spesso veniva detto loro che quel legame non era come quello tra veri fratelli. Ma l’amore che li univa era più forte di tutte le cose brutte sentivano.

Oggi, attraverso i social, Arnold e la sua famiglia cercano di trasmettere la forza di non farsi condizionare dai giudizi degli altri e di guardare il bicchiere sempre mezzo pieno delle cose. "Ho notato che molte persone si rivedevano nella mia situazione – conclude Arnold – anzi le persone mi chiedevano di spiegare, volevano capire, e questa cosa mi ha fatto molto piacere perché in realtà noi ne parliamo come se fosse una cosa normalissima e se siamo noi i primi ad accettarlo lo accetteranno anche gli altri".

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