Il bilinguismo è un fenomeno sempre esistito e si riferisce alla capacità di parlare fluentemente due lingue. Una persona bilingue è in grado di comunicare efficacemente sia nella propria lingua madre che in un'altra lingua. Può essere acquisito fin dalla nascita, quando un individuo cresce in un ambiente in cui vengono parlate due lingue, o può essere appreso successivamente attraverso l'apprendimento formale o informale di una seconda lingua.
Vantaggi del bilinguismo nei bambini
Essere bilingue offre diversi vantaggi, tra cui la possibilità di comunicare con più persone provenienti da diverse culture e contesti linguistici, l'accesso a opportunità di lavoro più ampie e la capacità di adattarsi a nuovi ambienti culturali. Inoltre, la ricerca ha dimostrato che il bilinguismo può apportare benefici cognitivi, come un migliore controllo esecutivo, maggiore flessibilità cognitiva e una migliore capacità di risoluzione dei problemi.
Tipi di bilinguismo
Il bilinguismo può assumere varie forme, a seconda del grado di competenza nelle due lingue. Alcune persone possono essere bilingui equilibrati, con una padronanza simile delle due lingue, mentre altre possono essere più fluenti in una lingua rispetto all'altra.
Inoltre, il bilinguismo può variare anche nella modalità di utilizzo delle lingue, ad esempio, una persona può essere bilingue recettiva, in grado di comprendere entrambe le lingue ma di esprimersi solo in una di esse.
Nonostante il bilinguismo sia un fenomeno di lunga data, negli ultimi anni, a seguito di fattori socio-politici, le società in tutto il mondo hanno visto un rapido aumento del numero di bambini che parlano più di una lingua.
Come apprendono il linguaggio i bambini
L’apprendimento del linguaggio avviene in modo naturale ed implicito in qualsiasi paese. Nessun genitore insegna a parlare al proprio figlio, ma il bambino esposto ai suoni del parlato fin dalla fase gestazionale, inizierà a stabile dei nessi tra suoni e significato all’interno dello scambio fisico, relazionale ed emotivo con i genitori e le figure di rifermento.
Modelli di educazione bilingue
Quando siamo di fronte ad un contesto bilingue si assiste a tre diverse modalità con cui può verificarsi il processo implicito di apprendimento:
- Una persona – una lingua o "OPOL" (One parent One Language): questo è il modello prevalente, secondo cui se i due genitori parlano due lingue madri diverse ognuno parla nella propria lingua madre al bambino, che si rivolge ai genitori utilizzando lingue diverse. Tipicamente, questo modello è comune nel caso del bilinguismo precoce e simultaneo
- Una lingua – un ambiente: secondo questo modello, l'uso di una lingua specifica è limitato a un contesto specifico. Ad esempio, un bambino può parlare una lingua a casa e un'altra lingua a scuola. Tuttavia, lo stesso meccanismo viene utilizzato anche in metodi linguistici in cui, ad esempio, l'insegnante parla in inglese in determinati contesti e in italiano in altri contesti. Questi contesti possono essere segnalati entrando in una classe speciale, indossando una maglietta colorata o tenendo in mano un pupazzo simbolico.
- Due lingue miste: negli ambienti bilingui, sia familiari che comunitari, può accadere che le stesse persone si rivolgano ai bambini indifferentemente in entrambe le lingue. In queste situazioni, la varietà è così ampia che è difficile fornire esempi concreti. In generale, sebbene ci siano esempi di bilinguismo perfetto che si sviluppano da queste esperienze, è consigliabile differenziare le due lingue nelle fasi iniziali per aiutare il bambino a sviluppare una consapevolezza dei due sistemi linguistici separati.
Il fenomeno dei late talkers nei bambini bilingue
Se avete un figlio di età inferiore ai 3 anni, spesso sentirete porvi domande di questo genere: ha già iniziato a parlare? Quali sono state le sue prime parole? Riesce a farsi capire quando parla? Quando il piccolo presenta, dopo i 3 anni, difficoltà linguistiche allora possiamo iniziare a parlare del fenomeno dei “late talkers” o “parlatori tardivi”.
Sono definiti “parlatori tardivi” quei bambini che, pur mostrando uno sviluppo cognitivo nella norma con buone competenze socio-comunicative, raggiungono un’ampiezza di vocabolario inferiore alle 10 parole tra i 18 e i 24 mesi o ne utilizzano meno di 50 senza combinazioni di almeno 2 parole tra i 24 e i 36 mesi.
Anche nei bambini bilingue, così come nei bambini che parlano una sola lingua, può verificarsi un effettivo ritardo nello sviluppo del linguaggio. In questi casi verrebbe da pensare che l’esposizione a due lingue rappresenti una condizione di ulteriore disagio: ci sono almeno due parole diverse per chiamare ogni cosa e queste due parole fanno parte di contesti linguistici differenti. Questa affermazioni non trova riscontro negli studi scientifici che sottolineano l'importanza del fenomeno del trasferimento interlinguistico come fattore utile allo sviluppo del bambino.
Il trasferimento interlinguistico, che si manifesta a livello semantico, paradigmatico e soprattutto nelle combinazioni spagnolo-inglese potrebbe giocare un ruolo coadiuvante allo sviluppo delle competenze cognitive, emotive e relazionali dei nostri bambini.