Avrebbero chiesto a un oculista di fiducia, anziché a un pediatra, di visitare il figlio di 14 mesi con la febbre alta. Il medico specializzato nella cura delle malattie dell’occhio gli avrebbe prescritto medicinali omeopatici, senza invitare la coppia a rivolgersi a uno specialista o ad approfondire con ulteriori accertamenti lo stato di salute del piccolo. Sul decesso del neonato, trovato morto nella sua culla il 7 giugno scorso in provincia di Lecce, è stata aperta un’inchiesta dalla procura. I genitori sono indagati per omicidio colposo, mentre per l’oculista che ha visitato il bimbo si suppone il reato di responsabilità colposa per morte in ambito sanitario. Nel frattempo, è stata effettuata ieri l’autopsia sul corpo del piccolo, per chiarire le ancora nebulose cause di morte.
Il caso
Quando i soccorsi, allertati dal padre del piccolo, sono arrivati in casa, il bambino non respirava più. La prima ipotesi è stata di Sids, la sindrome della morte improvvisa del lattante che provoca un arresto cardiocircolatorio e che colpisce circa 300 bimbi l’anno solo in Italia. Eppure, qualcosa non convince investigatori e inquirenti.
Il piccolo aveva la febbre da giorni. Secondo quanto si apprende dall’informazione di garanzia, a visitarlo sarebbe stato un oculista che gli avrebbe prescritto un medicinale omeopatico senza suggerire ai genitori di rivolgersi a un pediatra e di eseguire ulteriori accertamenti.
Dalle indagini, inoltre, è emerso che il neonato sarebbe stato sottoposto a una sola visita pediatrica dalla nascita, che risale a oltre un anno fa, quando il piccolo aveva due mesi. Anche gli screening neonatali prescritti in quell'occasione dal pediatra non sarebbero stati mai eseguiti.
Perché il pediatra deve essere la prima figura di riferimento per la salute del piccolo
Le linee guida sono chiare. È il pediatra la prima figura di riferimento specialistica per la salute del piccolo. Una figura indispensabile dalla quale non si può prescindere nei primi anni di vita del minore.
Anche nel caso in cui si confidi in cure alternative, è raccomandabile ricorrere al consulto del pediatra, che è il medico a cui riferirsi fino almeno ai 6 anni di età del piccolo. Dopodiché, dai 6 ai 14 anni, la scelta ricade tra pediatra e medico di famiglia. Il suo ruolo è quello di monitorare gli sviluppi del minore attraverso delle visite periodiche, chiamate “bilanci di salute”, e, allo stesso tempo, intervenire nel caso dell’insorgere di malattie più o meno gravi.
Come sottolinea la Sipps (Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale), non è necessario somministrare farmaci al piccolo per qualsiasi tipo di malattia: dipende ovviamente dal disturbo o dall’infezione in corso. Ad ogni modo, è sempre il pediatra a dover prescrivere medicinali nei casi in cui le condizioni del piccolo lo richiedano. Il genitore può, eventualmente, confrontarsi con il medico sulla prescrizione per chiedere delucidazioni sulla cura e valutare insieme eventuali alternative. La Sipps raccomanda anche di «somministrate al bambino solo farmaci prescritti dal pediatra, non dare mai medicine prescritte da persone che non sono medici».