La protesta degli studenti universitari contro il caro affitti si è espansa a macchia d’olio. Da Milano a Roma, passando per Pavia, Padova, Venezia, Bologna, Perugia, Firenze. Alle loro giovani voci, si sono aggiunte quelle dei genitori, su cui generalmente ricadono le spese di istruzione, vitto e alloggio dei figli. Ecco perché sull’emergenza affitti è intervenuto il Movimento Italiano Genitori (Moige), che ha denunciato l’insostenibilità delle spese da parte di mamme e papà per il mantenimento dei figli fuori sede. «Il costo degli studi dei nostri ragazzi, che, ricordiamolo, sono il futuro del Paese, grava interamente sui genitori, – ha dichiarato Antonio Affinita, Direttore Generale del Moige – dalla tassa universitaria, ai libri, all’affitto».
Era il 3 di maggio quando Ilaria Lamera, 23 anni, aveva montato la sua tenda grigia e blu davanti al Politecnico di Milano, con un cartello che recitava: «Basta affitti insostenibili!». La levata di scudi contro le stanze per studenti affittate a 700 euro al mese è divampata immediatamente, richiamando l’attenzione della stampa e degli studenti iscritti a diverse Facoltà d’Italia, che hanno imitato la temeraria impresa della collega. In breve, i giardini degli Atenei italiani sono stati invasi da vere e proprie tendopoli in cui universitari agguerriti trascorrevano le notti nella speranza di smuovere l’opinione pubblica sui costi delle case per studenti. Uno sforzo economico, quello di pagare a peso d’oro stanze singolo o doppie in appartamenti in condivisione, che riguarda direttamente migliaia di genitori. «Le famiglie non possono detrarre le spese, – ha continuato Affinita – e le case studentesche, nelle città in cui sono presenti, sono assolutamente insufficienti».
La condizione di difficoltà in cui versano le famiglie con figli fuori sede emerge chiaramente dalle parole di Vittorio Gervasi, padre di cinque figli, che, in un’intervista rilasciata all’Espresso, lancia la provocazione: «Menomale che gli studenti hanno piantato le tende fuori dalle Università per attirare l’attenzione sul caro affitti, altrimenti in tenda saremmo dovuti andare noi genitori pur di mantenerli durante gli studi».
In realtà, la legge dovrebbe tutelare le famiglie con i figli che studiano e riscuotono ottimi risultati. L’articolo 34 della Costituzione italiana al comma 3 sancisce: «I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi». Una normativa che trova difficoltà nell’attuazione, visti i cartelli alzati davanti alle decine di tende montate davanti alle Università. A volte il numero di stanze negli studentati non è sufficiente a coprire le richieste. Oppure, il valore Isee richiesto per accedere a posti letto a prezzi agevolati rasenta la soglia di povertà, che è ampiamente superata da un nucleo familiare in cui entrambi i genitori lavorano. Una situazione, che lascia largo margine di azione a chi chiede l'affitto in nero.
«A volte, però, le cose sono risolvibili in modi più semplici di quel che pensiamo – prosegue il Direttore Generale del Movimento Italiano Genitori –. In questo caso, basterebbero dei crediti di imposta per i genitori, agevolazioni per chi affitta in modo regolare e a prezzi calmierati gli appartamenti agli studenti». Il Movimento Italiano Genitori ha le idee chiare: aprire un dialogo tra gli attori in gioco è una priorità assoluta per creare: «È assolutamente necessario ed urgente avviare un confronto aperto tra le associazioni dei genitori, le associazioni di categoria, gli atenei ed il Governo» conclude Affinita.