A Natale la famiglia si riunisce, ma a che costo? Nel 2023 il costo dei biglietti di ritorno a casa, oltre a quello del pranzo del 25 e dei regali sotto l’albero, è lievitato più dell’impasto di pandori e panettoni. La Festa dicembrina coincide con il rallentamento dei ritmi di studio e lavoro, il ricongiungimento con i familiari e il ritorno all’ovile, in un tripudio di cose semplici e calore umano che però hanno un prezzo sempre più salato.
183 euro è il costo per un treno da Milano Centrale a Lecce il 23 dicembre, che diventano 302 se nel carrello si aggiunge il viaggio ritorno il 7 gennaio. Per la tratta Milano-Catania e Catania-Milano in aereo si parte da un pacchetto minimo di 300 euro e si arriva a un massimo di circa 500 (senza bagaglio). Praticamente, un biglietto andata e ritorno dal capoluogo lombardo alla Sicilia costa quanto un volo per New York. In più, va considerato che si tratta dei costi di viaggio per un singolo: la situazione si complica ulteriormente per chi si sposta in famiglia ed è costretto a sobbarcarsi il costo del trasporto di 3, 4, 5 persone.
Secondo quanto riporta l’indagine di Altroconsumo, un biglietto aereo per le vacanze natalizie rispetto a un volo in bassa stagione arriva a costare fino al 1.130% in più da Milano a Catania, dodici volte tanto. Durante le festività, conviene paradossalmente di più partire per mete estere come Parigi o Londra, festeggiando il Natale in vacanza, piuttosto che per il Sud Italia.
I giovani studenti e lavoratori fuorisede, come accade ogni anno, sono insorti contro i prezzi folli dei biglietti. Per venire loro incontro, la Regione Sicilia ha varato degli sconti di almeno il 25% per i suoi residenti per l’acquisto di voli da e per l’Isola, validi dal primo dicembre (anche se alcune compagnie aeree si sono attivate in ritardo). Ulteriori sgravi sono disponibili per studenti, disabili o individui con un reddito Isee al di sotto di 9.360 euro.
Il costo elevato dei viaggi di ritorno a casa per Natale non riguarda soltanto chi è si sposta da Nord a Sud. A pagarne lo scotto sono pure gli italiani all’estero, costretti a sborsare somme spropositate per riabbracciare la famiglia il 25 dicembre. «Molto spesso ci si vede costretti a dover rinunciare a festeggiare con la propria famiglia d’origine, dato che un biglietto aereo per tornare a casa costa quanto una settimana al mare» racconta a Fanpage Mariateresa, italiana che da qualche anno vive insieme al marito e al figlio di 6 anni vicino a Francoforte, in Germania. «Volevamo festeggiare il Natale con i miei genitori in Italia, anche perché non ho la possibilità di vederli sempre e, purtroppo con l’età, cominciano ad avere i primi acciacchi di salute – ha continuato la donna –, a ottobre abbiamo acquistato i biglietti aerei con partenza il 22 dicembre: costo finale 1400 euro». «È davvero vergognoso – ha aggiunto Mariateresa –, da parte delle compagnie aeree, sfruttare questa situazione per poter trarre profitto».
Tanti sono gli italiani all’estero che, frenati dai prezzi, rinunciano al viaggio di ritorno in famiglia e trascorrono il Natale nel Paese dove studiano o lavorano, a volte scegliendo di riunirsi con i conterranei per respirare un po’ di aria di casa. Uno di loro è Vito Delle Foglie, tatuatore di Bari che da circa tre anni lavora Amsterdam. Scoraggiato dai prezzi salati del viaggio di ritorno in Puglia, Delle Foglie ha rinunciato al pranzo del 25 con la famiglia. Trascorrerà il Natale insieme alla folta comunità di ragazzi baresi residenti nella città olandese, i quali, come lui, non riusciranno a tornare a casa: «Non sarà la stessa cosa – ha raccontato al Corriere della Sera – ma ci aiuterà a sentirci più vicini alla nostra Puglia».
Se in anni di pandemia baci, abbracci e ricongiungimenti familiari erano ostacolati da restrizioni alla circolazione e mascherine, oggi pranzi e cene di Natale hanno incontrato un nuovo rivale. Inflazione e carovita pesano via via di più sulle spalle degli italiani, costrette in tanti casi a svuotare il portafogli per un abbraccio (e una mangiata) in famiglia.