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13 Marzo 2024
18:00

Che cos’è la disregolazione emotiva nei bambini

La disregolazione emotiva è l'incapacità dei bambini di riconoscere e regolare l'intensità delle proprie emozioni base come la paura, la gioia, la rabbia, la tristezza e il disgusto, una volta che queste si attivano. Quando il bambino non impara questa competenza può faticare a costruire relazioni sane e appaganti.

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Che cos’è la disregolazione emotiva nei bambini
disregolazione emotiva

La disregolazione emotiva si verifica quando un bambino sperimenta difficoltà a regolare le sue emozioni, ha reazioni eccessive, con livelli di attivazioni sopra oppure molto sotto i limiti della finestra di tolleranza. La capacità di autoregolazione si impara da piccoli, sviluppando un attaccamento sicuro alla propria figura di riferimento, ovvero il genitore, che sa come soddisfare i bisogni del piccolo (contatto, fame, sonno) aiutandolo a calmarsi e a trovare la pace. Crescendo il bimbo sviluppa la capacità di chiedere in base a un suo bisogno, ma anche a soddisfare in autonomia ciò che gli serve, allenandosi alla gestione della frustrazione.

I bambini che imparano a esprimere con competenza una vasta gamma di emozioni diverse sono bambini con migliori risultati scolastici e adulti che sanno costruire relazioni personali e sociali appaganti. E non è tutto, perché i bambini che sono in grado di riconoscere e rispondere bene ai propri sentimenti e a quelli degli altri, ed esprimere le proprie emozioni in modi sano e socialmente accettabile, sono maggiormente in grado di stringere e mantenere amicizie.

Quali sono le cause della disregolazione emotiva?

Le capacità innate di autoregolamentazione di un bambino sono basate sul temperamento e sulla personalità. Sicuramente i bambini che crescono in ambienti di abuso emotivo o che non hanno abbastanza supporto e amore, dalle loro figure primarie, non interiorizzano sane abilità di auto-regolazione. Inoltre, quando i genitori cedono ai capricci pur di evitare scenate, non aiutando i bambini a sviluppare l’autodisciplina. La frustrazione, infatti, non deve essere sedata a prescindere: il genitore ha il compito di soddisfare le necessità primarie (fame, sonno, ecc), ma anche di normare la frustrazione, quando si tratta di richieste che possono tranquillamente essere rimandate.

Tra le cause di disregolazione, ci sono: l’alessitimia, ovvero la difficoltà a distinguere tra emozioni e le sensazioni corporee a esse associate, e l’ ADHD, disturbo da deficit di attenzione iperattività.disturbi emozionali caratterizzati invece da eccessivo controllo inibitorio sono legati a problemi internalizzanti nel bambino correlati ad ansia, paura, vergogna, bassa autostima, tristezza e depressione.

tristezza bambini

Come si manifesta la disregolazione emotiva?

La disregolazione emotiva manifestarsi in molti modi diversi. Si può distinguere tra  “iper-arousal”, ovvero uno stato di forte attivazione, durante cui il bambino potrebbe avere l’impulso di correre, di urlare, essere aggressivo e può manifestare pensieri ossessivi e ripetitivi, con rabbia, paura e panico. E “ipo-arousal”, ovvero uno stato di bassa attivazione, può può portare ad atteggiamenti di disconnessione, sonnolenza, passività noia e scoramento.

I sintomi più frequenti sono:

  • ansia sociale
  • aggressività verbale e/o fisica
  • impulsività
  • irascibilità
  • iperattività
  • eccessiva esuberanza
  • disturbi della condotta
  • difficoltà nel riconoscere il bisogno di dormire e il senso di stanchezza
  • comparsa di coliche, rifiuto/richiesta eccessiva di cibo
  • difficoltà a riconoscere il senso di fame e sazietà

I bambini con deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD) possono avere disturbi del comportamento in contesti sociali, ridotte espressività emotiva e facciale e capacità cognitive.

Quando si sviluppa la regolazione emotiva?

Ci dobbiamo avvicinare alle capacità di autoregolamentazione nello stesso modo in cui affrontiamo altre competenze, accademiche o sociali. Quando la pensiamo come a un’abilità da insegnare – piuttosto che, per esempio, solo un cattivo comportamento – cambiamo il tono e il contenuto del feedback che diamo ai bambini.

La chiave per apprendere le capacità di autoregolamentazione non è quella di evitare le situazioni difficili, ma di insegnare ai bambini come affrontarle: i medici chiamano “impalcatura” il comportamento che si desidera incoraggiare, finché non saranno in grado di gestire queste sfide da soli. Immaginiamo una situazione che può produrre forti emozioni negative, come un frustrante compito di matematica. Se un genitore incombe troppo, rischia di assumere il ruolo di regolatore. Il bambino non riconosce che il lavoro è frustrante e cerca di capire come gestirlo, ma sente che è il genitore lo sta frustrando costringendolo a farlo. Il bambino deve quindi riconoscere l’ostacolo e provare a risolverlo. Se si sente sotto pressione, può alzarsi e bere o può usare un timer per organizzare delle pause. Il genitore deve controllare a intervalli e offrirgli elogi, incoraggiamento e supporto.

alfabetizzazione emotiva

Come aiutare i bambini a gestire le emozioni

I bambini che hanno difficoltà nel riconoscere e nel dare un nome alle emozioni avranno bisogno di supporto per imparare a identificare i sentimenti. È importante, anche per i genitori, possedere un vocabolario di parole legate a ciò che si prova, e quindi essere in grado di dare un nome alle emozioni ed è un prerequisito per parlare ai bambini delle strategie per gestire il loro sentire.

I piccoli che hanno subito maltrattamenti possono avere un vocabolario emotivo ridotto, limitato alle sole emozioni negative o possono costantemente "riconoscere erroneamente" le emozioni (ad esempio, etichettando la "sorpresa" come "paura").

L'alfabetizzazione emotiva può essere sviluppata nei bambini in età prescolare attraverso tecniche di gioco guidato che offrono l'opportunità di dare un nome alle emozioni (ad esempio, animali "spaventosi" come ragni e serpenti; animali "arrabbiati" come leoni; e animali "amorevoli" come conigli o gatti).

Nel costruire l’alfabetizzazione emotiva, è importante iniziare con semplici parole relative ai sentimenti come triste, felice, arrabbiato, spaventato e, poi, costruire ed estendere gradualmente il vocabolario dei sentimenti del bambino utilizzando parole più complesse relative ai sentimenti. Anche i libri fotografici, i personaggi dei cartoni animati e le cartoline dei sentimenti sono strumenti utili per sviluppare l'alfabetizzazione emotiva di un bambino.

Inoltre, dobbiamo convalidare ciò che prova. Quando esplode in uno stato di rabbia, ma non capisce cosa sia questo sentimento che lo porta allo sbaraglio, la prima cosa è rassicurarlo, dicendogli: “Ho capito che questa cosa ti ha fatto arrabbiare” oppure “anch’io provo rabbia quando succede…”. Con il tempo, questo esercizio gli permetterà di comprendere e gestire i suoi sentimenti.

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