La tecnica tell-show-do è uno strumento che spesso i medici, soprattutto i dentisti, utilizzano per prevenire e gestire l’ansia e la paura che una visita può scatenare nei bambini. È molto semplice da capire, ma non così semplice da mettere in pratica. Ci vuole esperienza e una buona dose di empatia, perché sia efficace.
Può succedere che durante la prima visita dal dentista i bambini siano spaventati e che i genitori minaccino i figli con eventi ancora più spaventosi, del tipo: “se non apri la bocca, il dottore ti farà la puntura”. Il risultato sono labbra sigillate. Il dentista ha quindi l’arduo compito di creare un’immagine fresca di sé, serena e tranquillizzante, che deve cancellare esperienze passate negative ma anche pregiudizi che il bimbo si è costruito, sotto le minacce dei genitori. Inoltre, i medici o i chirurghi, a differenza dei dentisti, di solito non eseguono procedure lunghe, delicate e complicate sui bambini senza anestesia generale; e procedure brevi come la somministrazione di vaccini vengono gestite semplicemente trattenendoli.
La tecnica tell-show-to consiste nel raccontare al bambino che cosa sta per succedere, senza raccontare nulla in realtà. Si deve mostrare e nascondere al tempo stesso, perché bisogna creare un legame di fiducia, senza imbrogliare, ma al tempo stesso vanno “nascosti” le situazioni che possono creare ansia.
Come funziona il metodo Tell-Show-Do
Il metodo Tell-Show-Do si basa su tre fasi:
- Tell: prevede che il medico spieghi al paziente ciò che sta succedendo in modo semplice e confortante. Il dottore deve descrive ciò che il paziente può aspettarsi durante la terapia, compresi i sentimenti e i potenziali benefici. Facendo sentire il bambino a suo agio, riducendo la paura e l’incertezza.
- Show: nella seconda fase, il dentista adotta un approccio interattivo per familiarizzare il piccolo paziente con gli strumenti e le attrezzature che verranno utilizzati nel trattamento utilizzando ausili visivi, modelli dentali o dimostrazioni dal vivo. I bambini possono interagire direttamente con gli strumenti e ottenere una comprensione concreta di cosa aspettarsi facendo esperienza tattile e visiva.
- Do: il dentista inizia il trattamento partendo dalle parti meno invadenti e spiacevoli prima di passare a un lavoro più difficile. È essenziale che mantenga il piccolo coinvolto in un dialogo costante e aperto durante tutta la procedura. Con una linea di comunicazione aperta, il paziente può esprimere qualsiasi preoccupazione o disagio in tempo reale, consentendo al dentista di affrontarli immediatamente e modificare il processo secondo necessità.
Come avviene il primo incontro con il bambino?
Il primo incontro deve comunicare al bambino che non c’è nulla da temere riguardo all’odontoiatria. Il modo più semplice è avviare una conversazione su un argomento non dentale e mantenere al minimo l’esperienza dentale del bambino. Ai genitori, però, deve essere spiegato il piano di trattamento, ma anche l'approccio psicologico. Il primo appuntamento, che dovrebbe durare 20-45 minuti, sarà organizzato indicativamente così:
- 10-15 minuti in sala d'attesa/area giochi dopo essere stato accolto dall'addetto alla reception
- 5-10 minuti in area consultazione con i genitori per incontrare il dentista
- 1-3 minuti sulla poltrona del dentista (da soli o in grembo ai genitori) e per una brevissima introduzione alla chirurgia odontoiatrica
- 5-10 minuti di gioco all'aperto con i genitori nell'area consulenza o alla reception prima di uscire
Inoltre, l’abbigliamento, i modi del personale odontoiatrico, l’atmosfera devono essere a misura di bambino. Ci saranno quindi regali e tanti complimenti che aiutano il piccolo a fidarsi e a cancellare le paure. Questo è un esempio che può essere applicato a tutte le visite specialiste.
Come deve comunicare il medico?
- Il medico deve essere fantasioso, innovativo e anche spontaneo nell’uso degli eufemismi. È importante:
Iniziare stringendo la mano, accogliendo calorosamente il bambino e facendogli delle domande - Mantenere la conversazione attorno ad argomenti di interesse per il bambino come compagni di scuola, cartoni animati, giochi, ecc.
- Mantenere un contatto visivo con il bambino.
- Stabilire una comunicazione non verbale attraverso le espressioni facciali e il contatto fisico come pacche sulla spalla, dare il cinque…
- Fare complimenti al bambino (e, naturalmente, trovare sempre più motivi per fare lo stesso ripetutamente!)
- Evitare di discutere di dolore, iniezioni, sanguinamento davanti ai bambini