Il contrario della mamma coccodrillo descritta dallo psicoanalista Jacques Lacan. I genitori narcisisti sono egoisti, individualisti, disinteressati, distratti, a volte invadenti. Sono agli antipodi rispetto a una mamma e un papà che fagocitano il figlio, lo cannibalizzano, lo proteggono fino a togliergli il respiro. Al contrario, i genitori narcisisti guardano a loro stessi, sminuiscono il figlio, che vedono come un loro prolungamento, e trascurano le esigenze affettive e gli stati emotivi della prole.
L’identikit del narcisista
L’ego è il perno intorno a cui rotea una personalità narcisistica. Tratti caratteriali già stigmatizzati nella mitologia greca, che raccontava di un giovane di nome Narciso – da cui deriva il sostantivo “narcisista” – tanto egoista, insensibile e superbo da essere punito dagli dei. La vendetta si compì quando il fanciullo, contemplando e ammirando la sua bellezza in uno specchio d’acqua, s’innamorò perdutamente di se stesso.
«Le persone con tratti di personalità narcisistici predominanti sono molto focalizzate sul proprio valore personale – spiega la dott.ssa Nicoletta Agostinelli, Psicologa e Psicoterapeuta – e nelle relazioni tendono a muoversi su un piano motivazionale competitivo (rango): cercano di sentirsi superiori per non entrare in contatto con le proprie ferite emotive e fragilità».
Chi sono i genitori narcisisti
E se un narcisista ha un figlio? I genitori narcisisti non riescono a concentrarsi senza secondi fini sulle esigenze di coloro che hanno messo al mondo. Anzi, pretendono che i figli restituiscano indietro le forze, le energie e le risorse che hanno speso per crescerli. Oppure, riflettono sui figli quegli obiettivi, quei sogni e quelle aspirazioni che nella loro vita non sono mai riusciti a coronare. I piccoli diventano una sorta di estensione di sé, su cui proiettano le attese e ambizioni che loro rimpiangono di non aver raggiunto.
«Come genitori possono essere molto focalizzati su sé stessi – prosegue la dott.ssa Agostinelli – avere scarse capacità di sintonizzazione empatica con le emozioni e i bisogni dei figli, pretendere standard di prestazione elevati e allo stesso tempo sminuire i loro successi e non riconoscere il loro valore personale».
Se il figlio non è il primo della classe, se non ottiene quel voto all’esame, se non trascina la squadra di basket alla vittoria, è un fallito per il genitore, che riversa su di lui frustrazioni e rimpianti, anche in modo violento.
A volte il genitore narcisista, che generalmente pecca di empatia ed è emotivamente distaccato dal figlio, è rumorosamente presente. Troppo presente. Tende ad essere invadente e invadente quando gli occorrono conferme, tanto da interrompere il figlio per chiedergli di fare quello che vuole fare. Potrebbe anche essere critico nei confronti del piccolo, commentarne il peso, l’aspetto o metterlo a disagio.
Cosa si nasconde dietro a un genitore narcisista
Dietro a un genitore narcisista si celano fragilità e insicurezza. Ferite mai chiuse, sofferenze non metabolizzate, vulnerabilità di fondo che, sommandosi l’una all’altra, hanno creato uno scudo inossidabile. Tanto che, a volte, è il figlio che si trova a sorreggere il carico emotivo del genitore narcisista.
Anzi, quest’ultimo potrebbe pretendere che il figlio si prenda cura di lui, con strategie manipolatorie. «Ti ho nutrito e vestito quando eri piccolo, quindi ora sei in debito con me» potrebbe ammonire il figlio.
L’insicurezza del genitore impedisce al figlio di ragionare in autonomia e di esprimere le sue passioni e i suoi desideri indipendentemente da quelli del padre o della madre.
Le ripercussioni sul figlio
Un figlio che vive con un genitore narcisista tende a diventare a sua volta narcisista per un comportamento indotto culturalmente.
«Crescere con un genitore narcisista – continua la psicologa Agostinelli – può favorire di riflesso lo sviluppo a propria volta di tratti narcisistici e di grandiosità o/e vissuti di profonda inadeguatezza, vergogna e autosvalutazione personale».
Il piccolo potrebbe arrivare a interiorizzare le critiche e gli attacchi del genitore narcisista. «È colpa tua se sono così stanco». «Mi fai arrivare all’esasperazione». «Avrei potuto fare una grande carriera se non avessi avuto a che fare con uno come te». Sentendosi ripetere durante la crescita frasi simili, il figlio tende a convincersi che le accuse siano fondate e, quindi, a incolpare se stesso.
Un fanciullo svuotato dei suoi interessi personali, della sua libertà di pensiero, è un fanciullo che si spegne lentamente. Inizierà inconsciamente a pensare che le esigenze emotive dell’altro, cioè del genitore, contano di più delle proprie, fino ad arrivare a negare di avere esigenze o scelte proprie o a confondere le indicazioni altrui come proprie. È il risultato di una crescita al fianco di una mamma e/o un papà che, anziché essere una guida attenta e premurosa, sono una presenza fisica, non affettiva.