Esistono modelli genitoriali riconosciuti dalla scienza e alcuni nomi che girano sul web ma profilano modelli di genitorialità ben specifici, tra questi vi sono i genitori zucchero filato, dolci come la nuvola di zucchero colorata tanto amata dai bambini e così morbidi da faticare ad imporsi con i propri piccoli. A coniare il termine in un suo libro è stato nel 2022 lo psicopedagogista Stefano Rossi, che li ha definiti mossi dalle migliori intenzioni, ma in difficoltà a dover dare dei limiti ai propri figli.
Come si comporta un genitore zucchero filato?
Premesso che come non esiste un genitore perfetto non esiste nemmeno una netta e chiara caratterizzazione dei modelli genitoriali, se si mettono in atto questi atteggiamenti con i propri bimbi ci si potrebbe definire dei genitori zucchero-filato.
- Educano alla felicità e ne sono ossessionati: il genitore zucchero filato cerca di trasmettere al proprio bimbo l’importanza di essere felice a qualunque costo. La felicità viene dunque mitizzata dal piccolo e diventa il suo fine ultimo in qualunque contesto, perdendo così di vista l’importanza anche del dolore e della sofferenza.
- Non sanno dire di no: per timore di non permettere ai bambini di essere davvero felici evitano di contrapporsi a lui o di dire di no. Questo per il piccolo però può essere deleterio, i no lo aiutano ad avere dei confini a provare la frustrazione che un divieto comporta ma a gestirla, capendo anche che non tutto si può avere subito. I no sono importantissimi per gli uomini e le donne che saranno domani, educati a rispettare i limiti degli altri.
- Non danno regole: i genitori zucchero filato sono “morbidi” come la nuvoletta di zucchero che piace ai bambini, e pensano che le regole siano superflue o meglio, dei precetti limitanti per il bambino. I piccoli però hanno bisogno delle regole innanzitutto per orientarsi, in secondo luogo i limiti imposti nell’infanzia servono nella crescita dei bambini per prendere decisioni o ribellarsi a questi per definire la loro personalità.
- Sono molto empatici: entrano in perfetta sintonia con i loro figli, grazie alla loro infinita bontà e sentono la sofferenza dei bambini sulla loro pelle, faticando dunque a gestirla.
- Sono molto affettivi: baci, abbracci e gesti d'affetto sono alla base di questo modello genitoriale.
Perché si diventa genitori zucchero filato?
Spesso chi diventa genitore zucchero-filato, nome scherzoso per identificare un genitore permissivo e che fatica ad imporsi, lo fa perché riesce a trascorrere poco tempo con i propri figli, e in quel poco tempo desidera la loro massima felicità. Mosso da un senso di colpa, tende dunque ad associare al “no”, il pianto e l’infelicità del bambino, dunque non lo dice perché preferisce vedere il bimbo sereno e accontentato nei suoi desideri. In realtà no e regole sono fondamentali per i piccoli, grazie a queste e alle spiegazioni riescono a orientarsi nella vita e nella crescita.
Il genitore zucchero-filato ha questo brutto rapporto con le regole, non certo perché non sia responsabile o non desideri il meglio per suo figlio, ma tutto al contrario poiché spesso ha avuto un modello genitoriale autoritario, poco empatico e solo in grado di imporsi con regole e “no”. Il dolore legato ai ricordi della sua infanzia lo inducono dunque a cercare di essere il più diverso possibile dai suoi genitori, per dare al proprio bimbo il meglio.