«Anno bisesto anno funesto». Il noto proverbio sull’anno bisestile forse vale di più per i bambini nati il 29 febbraio, una data che compare sul calendario una volta ogni quattro anni e che costringe ciclicamente i festeggiati ad aspettare un quadriennio per soffiare sulle candeline nel giorno esatto di nascita. I nati il 29 febbraio sono chiamati leapers, dall’inglese «saltatori», che deriva da leap year («anno del salto»), espressione con cui gli anglosassoni indicano l’anno con 366 giorni. Se un neonato nasce il 29 febbraio, giorno che non esiste tutti gli anni, come e quando festeggerà il suo compleanno? Una regola univoca non esiste: sarà il singolo leaper a decidere quando ricevere i regali, se il 28 febbraio o il primo marzo.
Come riporta la Bbc, si stimano circa 5 milioni di “leapers” nel mondo. Gli anni bisestili comportano un giorno in più in agenda, e creano non poca confusione per i piccoli nati in quella data straordinaria e per i loro genitori, indecisi inevitabilmente sul giorno in cui riunire amici e parenti e festeggiare l’età che avanza del figlio. Le alternative sono tre:
- C’è chi, tra i “saltimbanchi”, opta per il 28 febbraio, sostenendo che l’ultimo giorno del secondo mese dell’anno sia più preciso;
- Chi, al contrario, preferisce festeggiare il 1° marzo essendo nato il giorno successivo al 28 febbraio.
- Esiste pure una terza opzione, meno popolare, che consiste nel considerare l’orario di nascita: se sei nato di mattina, festeggi il 28, mentre se sei nato dopo mezzogiorno, festeggi il primo marzo.
Al di là del dilemma sui festeggiamenti, il leaper ne risente pure a livello burocratico. Da quando sarà considerato legalmente maggiorenne? E cosa dice la legge per quanto riguarda il rinnovo dei documenti?
Secondo il decreto sulla semplificazione del 9 febbraio 2012, n. 2, art. 7 "Disposizioni in materia di scadenza dei documenti d'identità e di riconoscimento", in vigore dal 7 aprile 2012, applicato alla legge 112/2008, art. 31, per chi è nato il 29 febbraio la scadenza dei documenti non dura 10 anni, come di solito, ma bensì 14, ovvero i canonici 10, più i 4 necessari a raggiungere il successivo anno bisestile.
Per la maggiore età, invece, solitamente viene anche questa calcolata sulla base del compleanno deciso: al 28 febbraio o al 1° marzo.
Tanti bambini, tuttavia, apprezzano la rarità dell’evento. Il loro è un compleanno speciale, perché atteso più a lungo degli altri. Alcuni leapers, poi, si ritengono più giovani, almeno nell’animo, dei loro coetanei, perché di fatto la loro data di nascita ricorre una volta ogni quattro anni. Non è divertente l’idea che a 40 anni si festeggi solo la decima ricorrenza del 29 febbraio della propria vita?
Ma l’anno bisestile non è stato introdotto per fare un dispetto ai bambini che vengono al mondo il 29 febbraio. È un modo per compensare lo scarto tra l’anno civile (il tempo scandito dal calendario) e l’anno solare (il tempo impiegato dalla Terra ad orbitare intorno al sole).
Negli Stati Uniti esistono addirittura delle comunità che incoraggiano i bambini leapers a riunirsi e festeggiare. La più nota si trova ad Anthony, città americana che nel 1988 è stata dichiarata «capitale mondiale dell’anno bisestile» dopo che una residente, Mary Ann Brown, presentò una petizione ai governatori del Texas e del New Mexico, i Paesi confinanti, per rendere ufficiale il titolo. Ogni “leap year” Anthony ospita il suo Festival mondiale dell’anno bisestile, radunando centinaia di bambini nati il 29 febbraio provenienti da diversi Paesi del mondo. Dal 1988 al 2016 è esistita la Honor Society of Leap Year Day Babies, la «società d'onore dei bambini nati in un anno bisestile», un club di compleanno, oggi non più attivo, che metteva in contatto i nati il 29 febbraio.