Festeggiare la nascita del proprio figlio con un bel tatuaggio è una pratica sempre più diffusa tra le nuove generazioni di genitori che desiderano "immortalare" sulla propria pelle un evento tanto importante e denso di significato. Ma è consigliabile per le neo-mamme tatuarsi già nei mesi immediatamente successivi alla nascita, durante l'allattamento del piccolo?
I tatuaggi dopotutto non sono semplici cosmetici, ma piccole alterazioni permanenti della cute causate dall'iniezione d'inchiostri nel derma (lo strato inferiore della nostra pelle). E' dunque lecito chiedersi se tale procedimento possa comportare ripercussioni sulla salute del bebè che – è bene ricordarlo – con il latte materno riceve molte delle sostanze presenti nel corpo della madre.
In effetti l'Istituto Superiore di Sanità consiglia di attendere l'inizio dello svezzamento per tatuarsi, anche se in questo casa si tratta più di un invito alla massima attenzione che un divieto vero e proprio.
Il tatuaggio è pericoloso durante l'allattamento?
Parlando di tatuaggi e allattamento, il timore più comune riguarda il fatto che l'inchiostro utilizzato per colorare la pigmentazione della cute possa essere trasmesso al lattante durante la poppata. Tanti si interrogano su cosa si possa fare o meno in gravidanza e allattamento. Già è noto che il consumo di alcool durante la gravidanza può essere dannoso per il feto, ma, anche dopo il parto, durante il periodo dell’allattamento, il consumo materno di alcool può avere ripercussioni sul benessere del bambino. In realtà però le molecole dell'inchiostro impiegato dai tatuatori sono troppo grandi per poter "passare" nel latte materno, dunque da questo punto di vista non sussistono particolari pericoli.
A preoccupare invece sono le possibili controindicazioni implicite in una pratica invasiva che introduce corpi ed elementi estranei nell'organismo di chi si tatua.
Perché è meglio aspettare
Ogni tatuaggio porta con sé rischi come infezioni cutanee o infezioni a trasmissione ematica.
L'ago che inietta l'inchiostro infatti va a rompere la barriera cutanea per raggiungere il derma, creando così delle piccole ferite che possono infettarsi se gli strumenti non sono stati adeguatamente sterilizzati (e dunque sono portatori di batteri o virus patogeni, come quello dell'epatite B e C) o se l'inchiostro è contaminato.
Anche il post-tattoo poi può nascondere delle insidie, visto che l'eccessiva esposizione al sole o la mancata cura della porzione di pelle tatuata potrebbero generare bruciori, prurito e dunque nuove infezioni.
Certo, simili eventualità possono essere ridotte al minimo con alcune precauzioni adottate sia dal tatuatore che da chi si tatua: tuttavia se la cliente è una donna in allattamento le possibili complicazioni potrebbero mettere a repentaglio anche la salute del bambino.
Non è un caso che in molti casi siano gli stessi tatuatori a rifiutarsi di lavorare sulla pelle di madri con figli sotto ai 9/12 mesi di vita. Altro elemento da considerare: una volta effettuato il tatuaggio, la madre non può donare il proprio latte alle Banche del Latte Umano Donato per i successivi sei mesi.
Tatuaggi: le precauzioni sempre valida
Se però la mamma è decisa a prendersi il rischio e non vuole aspettare troppo, prima di tatuarsi è importantissimo fare attenzione ad alcuni quali:
- Rivolgersi solo a studi di tatuatori qualificati e professionali
- Assicurarsi che inchiostri e aghi utilizzati siano sterilizzati e sicuri
- Assicurarsi che il tatuatore indossi guanti sterili e si lavi le mani prima della seduta
- Evitare tatuaggi troppo estesi
- Verificare che il tatuatore rilasci adeguate istruzioni per i trattamenti di cura e protezione della zona tatuata nelle settimane successive
In ogni caso è sempre bene informare il proprio medico o il pediatra della propria volontà di tatuarsi e valutare insieme il da farsi.