Sorriso radioso, capelli nero corvino, e un amore incondizionato per i suoi figli. Quando si è seduta, nell’agosto del 2016, sul trono più chiacchierato d’Italia, aveva già le idee chiare: il suo punto saldo nella vita è la famiglia. Clarissa Marchese, 29 anni, ex Miss Italia, è rimasta fedele ai suoi valori, e in sette anni ha costruito una famiglia con il marito, Federico Gregucci, conosciuto all’interno del programma televisivo. Insieme hanno due figli, Arya, nata a Miami nel 2020, e Christian, che ha appena sei mesi. «Da quando ho loro la mia vita è cambiata in meglio», racconta la giovane mamma a Wamily.
Se la gravidanza della primogenita è stata serena e senza intoppi, quella del nuovo arrivato, Christian, è stata segnata da nausee, preoccupazioni e qualche problema. Un’attesa più travagliata, che ha segnato Clarissa nei primi mesi dal parto, tra difficoltà a riconoscere le nuove forme davanti allo specchio e qualche chilo in più sulla bilancia. «Ma per me non è un problema, – spiega – ho lasciato al mio corpo il tempo necessario per riprendersi».
A Wamily Clarissa racconta il cambiamento del suo rapporto con Federico da quando sono diventati genitori, l’esperienza della gravidanza e del parto negli Stati Uniti e in Italia e la scelta discussa di esporre i figli sui canali social. Il filo conduttore? Arya e Christian, che vengono «prima di ogni cosa».
Come è cambiata la tua vita da quando sei diventata mamma?
Radicalmente. Sono una di quelle mamme che dedica il 99% delle proprie giornate ai figli. Se prima la mia priorità ero io, con i miei interessi, il mio lavoro, tanto tempo libero a disposizione da dedicare a me stessa, alle amiche, alle uscite e a Federico, adesso, invece, il primo pensiero sono i bimbi. Prima vengono loro, e poi ci sono io. So che probabilmente non è la cosa migliore da dire perché non bisogna dimenticarsi di se stesse, ma la verità è che da quando ho loro la mia vita è cambiata in meglio. Ho dei figli talmente meravigliosi che non mi pesa, è naturale. Per me esistono loro, le loro esigenze, la loro felicità… Se loro stanno bene io sono felice, quindi va bene così.
E la vita di coppia?
È cambiata tanto anche quella. Prima io e Federico avevamo tanto tempo da dedicare alla coppia e ci concedevamo cene romantiche al ristorante o gite fuori porta organizzate all’ultimo minuto, mentre adesso è più complicata la gestione familiare. Diventare genitori, però, non ha scalfito la nostra solidità di coppia, anzi devo dire la verità: siamo molto bravi. Devo dare una “pacca sulla spalla” sia a me che a Fede e ammettere che stiamo facendo un buon lavoro. Anche perché noi siamo soli.
Eravamo soli quando è nata Arya in piena pandemia e ci siamo ritrovati isolati per 4 mesi con una neonata e senza esperienza. Dopodiché siamo andati a vivere in Toscana, e adesso a Milano senza l’aiuto delle nostre famiglie, che abitano lontano. A volte i nonni sono un aiuto prezioso di cui noi possiamo beneficiare solo nei brevi periodi, magari estivi.
Io e Fede ce la caviamo bene, siamo complici, sulle cose importanti e sull’educazione la pensiamo allo stesso modo. Prima eravamo giovani e spensierati, oggi più consapevoli e responsabili anche nei confronti dei nostri bimbi, però questo ci ha reso forse più forti come coppia.
Hai vissuto in modo diverso le due gravidanze e i due periodi post parto?
Sì, sono state due esperienze totalmente diverse. La prima, quella di Arya, è stata una gravidanza “da manuale”: non ho avuto nessun tipo di problema, se non che al quinto mese ho dovuto limitare e rallentare gli allenamenti sportivi per il peso piuttosto significativo di Arya in grembo. Con Christian, invece, è stata una gravidanza complessa e fin dall’inizio sono stata male: nei primi quattro mesi avevo nausee pesanti tutti i giorni, mentre dal sesto mese in avanti ho avuto problemi legati al bimbo.
Anche i post parto sono stati differenti: a tre giorni dalla nascita di Arya avevo già raggiunto il mio peso forma, riconoscevo il mio corpo e non ho praticamente accusato il post parto. Con Christian, invece, il mio corpo è cambiato tanto. Ho voluto perdere il peso accumulato in gravidanza in maniera naturale senza ansie e concedendo al mio corpo il tempo necessario per recuperare la forma di prima.
Cosa significa veder cambiare radicalmente il proprio corpo dopo una gravidanza?
Oltre ai kg in più, mi vedevo i fianchi più larghi, il seno più grosso… Il mio corpo è cambiato, ma per me non è un problema, e non dovrebbe esserlo in generale. Le donne con il parto subiscono cambiamenti naturali che bisogna accettare e che, anzi, è bello accogliere. Non farò nulla di drastico per tornare come prima. Più che alla forma fisica, io tengo allo sport, e il non potermi allenare per un anno mi è un po’ pesato, e forse anche il tono muscolare ne ha risentito. Adesso, con il lasciapassare delle ultime visite ginecologiche, comincio a riprendermi questo tempo per me da dedicare all’attività fisica, che mi fa stare bene. Ho voluto lasciare il tempo necessario al mio corpo di riprendersi le sue forme, senza ansie.
È difficile per te conciliare l’essere donna con l’essere mamma?
Per me no, perché penso che le due cose possano coesistere in maniera naturale e senza forzature. Certo, adesso forse ho meno tempo da dedicare alla cura personale, mi trucco di meno, mi vesto comoda scegliendo capi adatti all’allattamento, ma ciò non mi fa sentire meno donna, anzi. Perché le donne sono un po’ Wonder Woman: essere mamma di due bimbi piccoli, riuscire a cavarmela in ogni occasione, conciliare lavoro, famiglia, casa, pensieri, mi fa sentire ancora più donna.
Non pensi che possa essere un rischio esporre i proprio figli su Internet? Hai paura che un giorno i tuoi figli possano chiederti perché lo hai fatto?
Questo è un argomento che non ho mai preso alla leggera e su cui ho riflettuto a lungo, anche con Federico. La verità è che trascorro 24 ore su 24 con i miei bimbi e se non li coinvolgessi nelle poche riprese della mia vita a casa, il mio “essere social” in maniera così naturale e spontanea ne risentirebbe. A me viene automatico pubblicare una storia carina, anche per strappare un sorriso a chi mi segue, magari mostrando un gioco con Arya o dando dei consigli sulla maternità.
Cerco, comunque, di non sovraesporre i bambini. Quando sono nati, ho aspettato un mese prima di mostrarli in foto, e non ho mai condiviso contenuti scattati subito dopo la nascita o durante il parto, anche se non giudico chi lo fa.
Se gestito in maniera naturale, senza forzature e senza togliere loro del tempo utile, non credo sia sbagliato. E poi tutto quello che facciamo insieme, io ed Arya, è un gioco.
Quando loro cresceranno decideranno come utilizzare la loro immagine, ma al momento non credo di fare nulla di male nei loro confronti. Anche perché tutto quello che faccio e mi torna indietro dai social è per i miei figli. Da oggi fino alla fine della vita cerco di costruire una base per il loro futuro.
Hai partorito Arya negli Stati Uniti, mentre Christian in Italia. Hai riscontrato un approccio diverso nei confronti della maternità nei due Paesi?
Le differenze ci sono, ma sono state entrambe due esperienze estremamente positive, mi sono trovata bene sia in Italia che negli Stati Uniti. Negli Stati Uniti la sanità è totalmente diversa, bisogna essere assicurati, se no le visite e il parto ti portano via una quantità di soldi spropositata, mentre in Italia è quasi tutto gratuito, una grande fortuna anche se a volte non ce ne rendiamo conto.
Oggi nel nostro Paese servirebbero dei servizi e aiuti in più alle famiglie?
Personalmente, avendo uno dei lavori più belli e fortunati del mondo, non sono “vittima” della carenza di servizi legati alla maternità, ma basta accendere la tv o ascoltare le esperienze delle mie conoscenti e amiche, per capire che in Italia forse si dovrebbe fare di più rispetto, per esempio, a Paesi in cui i congedi di maternità vanno incontro alle esigenze delle mamme.
Ti sei mai sentita giudicata come mamma?
Tutti giudicano tutti, però me ne frego. Cerco di fare del mio meglio, come ogni mamma. Mi impegno per informarmi bene, se ho un dubbio chiamo un professionista, faccio un sacco di ricerche, prendo l’Oms come punto di riferimento, quindi credo di essere una mamma informata. Ecco perché spesso mi piace parlare del mondo “mamma” attraverso i miei canali, condivido nomi che ritengo interessanti o che sono sulla mia stessa linea di pensiero, pediatri e professionisti che cercano di far conoscere determinate situazioni.
Se la tua famiglia fosse un piatto, quale sarebbe?
Il tiramisù. C’è l’energia del caffè, la dolcezza del mascarpone ed è un dolce che, di solito, piace a tutti.