Elaborare e affrontare il lutto nell'età dell'infanzia non è semplice. E, a dire il vero, potrebbe non esserlo anche in seguito. Superare la perdita di una persona casa non è facile: accettare di non poter più vedere qualcuno, non potergli più parlare, non poterlo più riabbracciare è difficoltoso. Spiegare la morte ai bambini non sempre è così elementare, perché noi adulti non riusciamo a trovare le parole più adatte.
Come aiutare i bambini a elaborare e affrontare il lutto nell'infanzia e quali parole usare per spiegare il concetto di morte? Gli psicologi forniscono utili consigli per sapere come comportarsi di fronte alla perdita di una persona cara, per accompagnare con mano i più piccini all'accettazione della morte.
Perché è importante parlare della morte ai bambini
Siamo abituati a parlare troppo poco o a parlare male della morte, un argomento considerato ancora tabù anche se, in fin dei conti, fa parte del concetto stesso di vita. Spesso gli adulti non ne parlano, soprattutto in presenza dei bambini. Abbiamo paura di turbarli, di rovinare gli anni più felici della loro vita con argomenti tristi, di non trovare le parole giuste per parlare di morte. Eppure è fondamentale parlarne con i più piccoli di casa.
La nostra cultura, a differenza di altre, ci porta a vivere con estremo dolore la scomparsa di una persona. E a non parlare mai, nemmeno di fronte all'evidenza. Quando i bambini ci chiedono cos'è la morte, cosa c'è dopo la vita o cosa succede a chi non c'è più, facciamo difficoltà ad argomentare con semplicità quello che è un normale rito di passaggio. Vita e morte fanno parte della stessa medaglia e dobbiamo cercare di superare un tabù che non ha ragione di esistere.
«Il rischio maggiore per i genitori e di conseguenza per i bambini, è quello di non parlare affatto di morte, diventando “negazionisti”» spiega Luca Frusciello, pedagogista e membro del Comitato Socio-Scientifico di Wamily.
«Qui scatta un campanello d’allarme per i genitori, vuol dire che non hanno interiorizzato la morte. Tutto dipende, però, anche da quanto questa perdita fa del male ai genitori, spesso il dolore è immenso e non gestibile, se così fosse, piuttosto non per non fare danni, serve chiedere aiuto a un professionista».
Come spiegare la morte ai bambini
Non esiste un modo giusto o un modo sbagliato per spiegare la morte ai bambini. L'importante è parlarne. Chi ha una fede religiosa può appellarsi alle storie raccontate dal proprio credo, dando messaggi di speranza e positivi: dopo la morte, c'è un Paradiso ad attendere tutti coloro che non sono più su questa Terra, un luogo felice dove tutti ci ritroveremo in pace e armonia, senza più soffrire.
Per chi non è credente, invece, può semplicemente spiegare ai bambini che chi non c'è più, perché è morto, non potremo più vederlo o averlo con noi, ma continuerà ad essere vicino a noi nel cuore, nell'anima, nei pensieri, nei ricordi. Una visione troppo pessimistica della morte, con la scomparsa totale della persona, potrebbe turbare i bambini. Invitarli, invece, a credere che tutto quello che di bello abbiamo fatto insieme non morirà mai, ma resterà sempre nei nostri cuori, è un ottimo modo per spiegare un passaggio che, soprattutto fino ai 3 anni di vita, potrebbe non essere accettato.
I bimbi piccoli non hanno ancora chiaro il concetto astratti di nascita e di morte, mentre in seguito, anche grazie all'aiuto degli adulti, iniziano ad elaborare una verità che non si può nascondere.
«Ai bambini non bisogna mai mentire, devono sapere qual è la verità, il punto centrale diventa rendere accessibile quella verità a ogni bimbo, facendo in modo che capiscano davvero cosa sta succedendo – continua Frusciello – Per i bimbi piccoli le realtà si possono trasformare, piuttosto che nasconderle, tutto dipende da come sta il bambino, se ci fa domande, o se è invece sta negando o evitando l’impatto emotivo».
Come aiutare i bambini a elaborare un lutto
Secondo gli esperti, non bisogna per forza dire qualcosa quando ci si trova di fronte ad un lutto.
«L’importante è stare nel dolore, non attivare uno stile evitante – prosegue il pedagogista – il fine ultimo dei genitori è sempre accompagnare spiegando come funziona il mondo. E la morte fa parte del mondo».
Tuttavia sono tante le strategie che possiamo sfruttare per aiutare i bambini a elaborare il lutto, anche in base alla reale situazione che ci troviamo di fronte e a quanto la persona scomparsa era presente nella vita dei piccoli:
- Ascoltare i bambini e fare capire loro che ci siamo e siamo il loro supporto, anche in questo caso
- Rispondere a tutte le loro domande, non essere evasivi, dare risposte esaustive, trovare il modo di parlarne con parole semplici e concetti facili da comprendere anche dai più piccini
- Raccontare storie sulle morte può aiutare i bambini a comprendere il rito di passaggio: oltre al Paradiso dei credenti, ci sono i nonni che diventano stelle che dal cielo proteggono e seguono i nipotini o farfalle che compaiono a consolarti quando meno te lo aspetti
- Asciugare le lacrime dei bambini e non vergognarsi di piangere di fronte a un lutto: i nostri figli imparano anche da come noi gestiamo le emozioni
- Se i bambini sono più grandi, spiegare cosa vuol dire nascere e cosa vuol dire morire, senza nascondere la verità, è importante: hanno già tutti gli strumenti per comprenderlo
«Si parla spesso del fatto che la morte dovrebbe essere una parte integrante della vita, dunque a rigor di logica, andrebbe normalizzata fin da quando si è bambini, via libera a tutte le sfumature de “il nonno è andato in cielo”, “il nonno ti guarda da lassù, “il nonno è dentro al tuo cuore”» sottolinea Frusciello.
« Sono tutte frasi passpartout che possono funzionare in ogni occasione, senza dimenticare però che sono escamotage che devono avere come finalità far comprendere il concetto di morte ai bambini. I piccoli, infatti, a differenza di noi adulti che sappiamo come funziona la vita, e che quindi il dolore ne fa parte, non sanno che tutto questo è normale, lo imparano crescendo, imparano che il dolore della perdita di una vita è irrimediabilmente connesso alla vita».
Portare i bimbi al cimitero o al funerale: giusto o sbagliato?
Quando una persona muore, il rito del funerale è importante per permettere alle persone non solo di dare l'ultimo saluto a chi non c'è più, ma anche di rendersi conto della morte di una persona cara. Spesso gli psicologi sottolineano che la visita alla camera mortuaria, la partecipare alle esequie o l'abitudine di fare visita al cimitero ai nostri cari, è un modo per accettare la perdita e affrontare il lutto passo dopo passo.
Quando si tratta dei bambini, ogni famiglia deve decidere in base alla reale situazione. Sicuramente se i bambini erano molto legati alla persona scomparsa, poter partecipare al lutto collettivo del funerale può aiutarli ad affrontare meglio l'evento doloroso. L'importante è che la situazione lo consenta: in alcuni casi i funerali sono così strazianti da non poter essere elaborati al meglio dai bambini.
Per aiutarli, però, capire che la morte fa parte inevitabilmente della vita, dopo l'ultimo saluto possiamo portare i nostri figli a fare qualcosa di felice, magari legato alla figura che non c'è più: il parco giochi dove andavano sempre con il nonno, a prendere il gelato preferito della zia che è volata in cielo e così via. In questo modo elaborare la separazione potrebbe essere più semplice e meno traumatica.
Infine, per quello che riguarda la visita al cimitero alla tomba dei nostri cari, dovrebbe essere un'abitudine da riacquisire. Portare dei fiori, un gioco, una letterina o semplicemente andare a trovare la persona che è venuta a mancare, può aiutare i bambini, già a partire dai tre anni, a comprendere ancora meglio cosa succede dopo la morte. Possono vedere la dimora dove il nonno, lo zio, il vicino di casa dormirà per sempre e che noi ricorderemo in eterno nel nostro cuore, così da poterlo sentire sempre vicino.
Onorare i morti è un rito non solo religioso, ma anche un'usanza laica che non dovremo perdere.
Articolo scritto da Patrizia Chimera il 22-7-2023