Ansie e timori cambiano e maturano con l’età e seguono le tappe dello sviluppo e l'esperienza degli individui. Le paure più comuni nei bambini nei primi mesi di vita sono i rumori forti, i movimenti repentini, gli estranei e la separazione dai genitori, mentre a spaventare quelli più grandi sono, ad esempio, il buio, i mostri, i cani, i ragni. Chi non ha mai avuto il terrore del fantomatico “babau”? La paura, quando non degenera in fobia o non cela un disturbo d'ansia, è un sentimento positivo che serve a proteggere i piccoli dai pericoli e a riconoscere le minacce. Esistono, tuttavia, dei suggerimenti utili per aiutare i bambini a combattere, gestire e superare le proprie ansie e paure.
Le paure più comuni nei bambini
A scatenare panico, brividi e tremarella nei più piccoli sono generalmente suoni, gesti, animali, esseri immaginari, assenze o ansie sociali. Ovviamente, ciascun individuo ha le sue preoccupazioni, tuttavia esistono delle paure comuni alla maggior parte dei bambini.
«Nei bimbi le paure seguono le tappe del loro sviluppo, quindi cambiano e si modificano in base alla loro crescita» spiega la psicologa Elisabetta Lupi, membro del Comitato Socio-Scientifico di Wamily.
0-2 anni
Nei neonati e nei più piccoli le principali paure sono piuttosto astratte. Come riporta Stanford Medicine Children's Health, i bimbi di età compresa fra i 5 e i 12 mesi hanno paura dei rumori improvvisi, degli oggetti che vengono verso di loro e degli estranei.
Fra i 10 mesi e i 2-3 anni, aumenta la loro paura di essere lasciati da soli e di separarsi dai genitori. A quell’età i piccoli, ad esempio, iniziano a piangere e dimenarsi quando il genitore li lascia all’asilo o nel letto prima di dormire, si aggrappano ai loro abiti o si nascondono fra le loro gambe nella speranza di non essere abbandonati.
«Intorno ai 2 anni – commenta la dott.ssa Lupi –, quando il bambino inizia ad essere più autonomo, a muoversi, a camminare, quindi ad allontanarsi fisicamente dal genitore e a entrare in contatto con persone nuove, inizia a sperimentare la paura dell’estraneo e la diffidenza».
3-6 anni
Dai 3-4 anni circa insorge nei bambini la paura degli animali (in particolare di ragni, cani, serpenti), del buio e dei mostri. È un’età in cui i piccoli faticano a distinguere la realtà dalla fantasia, e temono che sotto il letto, dentro l’armadio o nella stanza buia si nasconda un essere terrificante pronto a mangiarli. Alcuni di loro hanno paura dei sogni spaventosi e dei rumori forti, come tuoni o fuochi d’artificio.
«Tra i 4, 5, 6 anni, quando inizia ad essere più presente nel piccolo il pensiero immaginativo, le paure si fanno meno concrete e più immaginate – spiega la psicologa Lupi -. Insorge in particolare la paura del buio e l’immaginazione fervida sviluppa pensieri come mostri, streghe, ombre, presenze strane».
7-12 anni
Crescendo, i piccoli sviluppano ansie e timori diversi. Intorno ai 7 anni le paure dei bambini diventano più realistiche: i pargoli iniziano a sperimentare la paura di farsi male, del tempo, del pericolo, delle “persone cattive”, dei disastri naturali, della violenza, dei risultati scolastici, degli spazi bui. Le preoccupazioni nascono pure da idee suggerite dagli stimoli a cui sono esposti, come film e video. Anche le separazioni familiari o la perdita di una persona cara possono essere motivo di preoccupazione.
All’età di 8 e 9 anni si acuiscono le paure del fallimento scolastico o personale, della derisione da parte dei compagni e della malattia.
Altezza, criminali, bambini più grandi, rabbia dei genitori, possibilità di catastrofi e fallimento scolastico sono i timori più diffusi fra i piccoli a cavallo fra la scuola primaria e la scuola media, intorno ai 10-12 anni.
Adolescenza
Con l’adolescenza arrivano le ansie sociali legate alla scuola, ai cambiamenti del corpo, all’isolamento, al sesso, al giudizio dei genitori, degli insegnanti e dei coetanei, ai grandi temi del clima, dell’ingiustizia e dell’equità.
Perché alcuni bambini sembrano aver paura di tutto
Avere paura è assolutamente normale e sperimentare il timore dell’oscurità, dei mostri o degli animali selvaggi è parte integrante e regolare dello sviluppo dei piccoli. Quando, tuttavia, l’adulto nota che una o più paure sono invalidanti per il figlio, interferiscono con lo svolgimento delle sue attività quotidiane o con la costruzione delle relazioni, quel moto di terrore va approfondito per scongiurare l’ipotesi di un disturbo d’ansia o di una fobia. Avere paura di tutto e tutti, ad esempio, è un campanello d’allarme, così come la presenza di una determinata paura in un’età non consona. In casi del genere si consiglia di rivolgersi a uno specialista per sciogliere qualsiasi dubbio e capire se si tratta di una fase passeggera, destinata a scomparire con l’età, o di un malessere più serio che richiede un trattamento adeguato.
Come aiutare il bambino a gestire le sue paure
La prima regola in caso di un figlio terrorizzato da qualcosa è non banalizzare la sua paura. «Compito del genitore è di rassicurare il figlio – commenta la psicologa Lupi –, stargli vicino, anche fisicamente, aiutarlo con le parole con i gesti a calmarsi, con un approccio calmo e sereno. In questo modo, il piccolo si rispecchierà in quello stato d’animo e potrebbe essere più semplice per lui gestire le sue paure». Vediamo degli stratagemmi per aiutare il bambino a superare, o almeno a controllare, le sue paure.
Empatia
A volte gli adulti sminuiscono o deridono le paure dei piccoli. È fondamentale, invece, confortarlo, specie se si tratta di neonati e bambini di pochi anni, incoraggiarlo e lodarlo quando affronta le sue paure.
Vicinanza
Una buona idea è abbracciare il bambino quando ha paura e destinargli parole rassicuranti, trasmettendogli un senso di protezione a gesti e a parole. In più casi il piccolo piange semplicemente perché teme di essere abbandonato dall’adulto e soffre la separazione, perciò dimostrargli vicinanza è un’ottima soluzione per calmarlo e aiutarlo a sconfiggere il suo timore. Una buona idea è avvisare il bambino quando si lascia la stanza o si esce e annunciare l’arrivo al ritorno, perché li aiuta a fidarsi dell’adulto.
Comprensione
Più il figlio cresce, più va ascoltato e compreso. È essenziale essere pazienti, prendere sul serio i suoi timori, mantenere la calma e un dialogo aperto e vivo con il piccolo, per quanto possibile. Essere tranquilli e rilassati e mettere il bimbo nella condizione di esprimersi è la strategia migliore per aiutarlo a tradurre i sentimenti in parole. Ha senso che il genitore gli ricordi che crede in lui e che è un suo sostenitore e che lo gratifichi quando si dimostra coraggioso nei confronti di una situazione problematica.
Routine
Nel caso di paura del buio prima di dormire, si consiglia di impostare una routine serale rilassante e rassicurante, che trasmetta sicurezza e amore al piccolo. Ha senso leggergli una favola, cantargli una canzone, raccontargli una storia a letto, prima che si addormenti, lasciando magari una piccola luce soffusa accesa sul comodino o in un angolo della stanza.
Limitare le immagini violente
A volte le paure derivano da stimoli visivi dovuti all’esposizione alla televisione, al computer, al tablet, allo smartphone. Capita che immagini spaventose o disturbanti di foto, video, film, telegiornali provochino paure e ansie nei piccoli. In tal caso, è meglio limitare l’esposizione dei bimbi a questi stimoli.
Non metterlo davanti alle sue paure
Se il piccolo ha paura dei cani, è controproducente avvicinarlo all’animale. Così come è meglio evitare di lasciarlo inavvertitamente in braccio a un estraneo se ne ha timore. Quando si forza il bambino ad affrontare l’oggetto della paura si rischia di peggiorare la situazione. È meglio, piuttosto, abituarlo gradualmente e accettare che ci vorrà tempo prima che prenda confidenza.
Svolgere attività fisica
L’esercizio fisico regolare aiuta a ridurre i livelli di stress. Ha senso assicurarsi che il piccolo sia attivo durante il giorno.